La scuola di oggi
ha febbre e brividi di freddo, non basta dare il
termometro, ma occorrono le cure mediche necessarie, le vitamine e gli
antibiotici. Questa riflessione ha guidato il percorso formativo di
quaranta dirigenti scolastici che frequentano un corso di
aggiornamento-formazione sul Piano Nazionale della Scuola Digitale,
presso l’Istituto alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania. Leggendo
insieme le 140 pagine del PNSD ci s’imbatte in una bella progettualità,
dove si elencano anche costi e finanziamenti che ancora risultano sono
annunciati. Positive alcune conquiste e traguardi conseguiti: in quasi
tutte le scuole è attivo il sito della scuola, il registro elettronico,
le segreterie operano telematicamente, le aule sono dotate di Lim,
computer e stampanti, ma nei plessi staccati spesso manca il
collegamento Internet e la banda larga.
Gli abbonamenti alle reti internet hanno dei costi che non senza gli
adeguati aiuti finanziari non si possono sostenere.
Per un’efficace attuazione del Piano oltre alle risorse economiche
occorre ed è indispensabile per la scuola di primo grado la presenza di
un’assistenza tecnica stabile ed efficiente per dare sostegno concreto
al regolare funzionamento delle numerose attrezzature di cui la scuola
dispone.
Il sostegno economico alla manutenzione ordinaria delle nuove
tecnologie è indispensabile, perché altrimenti di rischia di avere
tante auto in garage ferme e inoperose, e tutto ciò e ingiusto e priva
gli studenti di un servizio di cui hanno diritto.
Sviluppando la tematica dell’aggiornamento professionale, oggi
finalmente reso obbligatorio, si ritiene indispensabile pianificare una
progettazione formativa completa ed efficace.
Non sono proficui i corsi pomeridiani di aggiornamento, attivati dopo
un’intensa giornata di lavoro e di stress. Non è certamente proficuo
adempiere a formalità di rito: firma di presenza, registrazione e
certificazione delle ore di aggiornamento, senza registrare la positiva
efficacia e ricaduta nell’azione didattica e organizzativa della scuola.
A che serve l’aggiornamento se poi tutto rimane immutato, come prima e
peggio di prima, convinti che, come dicevano i latini, che “non
progredi, regredi est”?
La proposta organizzativa di svolgere dei corsi di formazione
residenziali, (è stato verificato come efficiente il modulo strutturato
in un pomeriggio introduttivo, una giornata intera e una mattina), ma
tutto ciò comporta una flessibile organizzazione della vita scolastica
e, per favorire la partecipazione dei docenti ai moduli di
aggiornamento, si potrebbe metter in atto l’organizzazione della
didattica intensiva, liberando per alcuni giorni dalle ordinarie
attività curriculari i docenti impegnati in attività di formazione.
Il modulo intensivo di aggiornamento garantisce una proficua ricezione
dei contenuti, una serena progettualità innovativa e di pianificazione
che rende efficace la prassi didattica anche mediante l’utilizzazione
degli strumenti tecnologici.
A distanza di qualche mese, un richiamo di verifica e di
socializzazione delle esperienze realizzate, rende proficuo il percorso
formativo e fa registrare dei positivi passi in avanti nel cammino di
crescita professionale.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it