1.
Piena autonomia degli istituti scolastici e libertà di scelta educativa
per le famiglie
La autonomia della scuola è lo strumento perché siano salvaguardati ed
incrementati momenti di educazione. Cominciando, ad esempio
dall'autonomia finanziaria con l’assegnazione annuale di un budget
complessivo, a tutte le scuole statali e non statali, su parametri
fissi omnicomprensivi senza vincoli di destinazione con il quale ogni
scuola provveda alla realizzazione dell’offerta formativa con un severo
controllo annuale sull’utilizzo delle risorse assegnate.
2. Dirigenti come veri professionisti
Riprendere una seria politica di assunzione di dirigenti scolastici,
attuando, nell’immediato, un reclutamento per la copertura dei posti da
dirigente scoperti, scorrendo le attuali graduatorie regionali e
garantire, successivamente, regolari fasi di reclutamento e di
successiva formazione, con un anno di prova al termine del quale
verificare l’attitudine della persona alla direzione di una scuola e
prepararsi poi ad modello di reclutamento diretto da parte di ciascuna
istituzione scolastica autonoma, come avviene in molti Paesi del nord
Europa. Nel breve periodo è necessario eliminare l’enorme numero di
scuole in reggenza (attualmente circa 1.200 istituti scolastici) dando
stabilità di direzione alle scuole.
3. Attento dimensionamento degli istituti scolastici
Stabilizzare il dimensionamento degli istituti e scolastici attorno al
numero di 900 alunni per salvaguardare una direzione educativa
delle comunità scolastiche, contrastando la tendenza ad identificare la
direzione di scuole con i modelli della dirigenza degli altri uffici
dell’amministrazione pubblica.
4. Potenziamento del rapporto scuola-lavoro per il II Ciclo
Sostenere forme di apprendistato, di alternanza scuola e lavoro con
durata significativa per ciascun a.s. in istituti tecnici e
professionali, l’obbligo alle aziende per stages di tirocinio formativo
con corrispondenti agevolazioni fiscali e prevedere un fondo nazionale
imprese-scuole .
5. Valutazione esterna delle scuole
Senza valutare quel che si fa è impossibile migliorare. Le più recenti
ricerche mostrano che i Paesi nei quali sì rilevano livelli di
apprendimento più elevati, dove il tasso di dispersione scolastica è
più basso ed il tasso di occupazione più elevato e, in generale, dove
la qualità del sistema formativo è migliore sono quelli in cui le
scuole godono di ampia autonomia e vi sono consolidati processi di
valutazione di sistema. L’azione del valutare rappresenta, dunque, uno
strumento per favorire, nelle scuole, esperienze di educazione alla
libertà ed alla responsabilità, di tutti e di ciascuno. L’emanazione
del D.P.R. 28 marzo 2013 n. 80 “Regolamento sul Sistema Nazionale di
Valutazione” costituisce oggi una buona opportunità per chi è realmente
interessato a costruire percorsi di valutazione, nel confronto, anche,
con i corrispondenti modelli scolastici europei ed internazionali.
6. Valorizzazione del contributo delle
Associazioni professionali e delle realtà culturali ed educative
L’espressione libera dei soggetti nella scuola italiana si realizza
anche sostenendo il protagonismo ed il coinvolgimento nei tavoli di
lavoro ministeriali e regionali delle Associazioni professionali e
delle libere aggregazioni culturali, di cui è ricco il mondo
scolastico, che rappresentano idealità, creatività e raccordo capillare
con le componenti scolastiche.
Progettare lo sviluppo del sistema scuola significa in sintesi
ripensare come immaginare l’incremento di quel ‘capitale’ prezioso che
è l’umano: il capitale umano . È una questione decisiva. Ed è una
responsabilità di tutti. Diceva Hanna Arendt “L’educazione è il luogo
dove capiamo se amiamo veramente il mondo al punto di assumercene la
responsabilità”.
Ministro, siamo disposti a questa responsabilità. Lei ci sta?
Milano, 23.02.2014
Ezio Delfino
presidente DiSAL – Dirigenti scuole
autonome e libere