
Don Ciotti non usa mai "io", ma sottolinea sempre la dimensione del "noi", l'unica in grado di realizzare un reale cambio di rotta, abbandonando l'egoismo dei "navigatori solitari", creando, continua don Ciotti, unioni di competenze e favorendo relazioni... le essenze della vita.
In un mondo sovraccarico di stimoli e impulsi, che non lascia spazio alla riflessione e al pensiero critico (tanto distante dalla distinzione digitale tra like e dislike), in un mondo in cui le immagini prendono il sopravvento e le emozioni passano inosservate incombe minaccioso il rischio di perdere la memoria del presente, la capacità di pensare e progettare consapevolmente per il bene comune.
Ed è proprio la convergenza verso un obiettivo comune, acquisendo un habitus mentale che si si sostanzia la legalità, un tema tanto caro alle scuole. Una legalità che demolisce i parassiti della corruzione e della mafia, che si manifestano anche con atteggiamenti di prevaricazione, bugie e manipolazioni.
I giovani, che insieme ai poveri e ai migranti rappresentano la terza povertà della società, hanno bisogno di una città educativa, un contesto che educhi e non deleghi, un contesto di adulti di riferimento, spesso troppo distratti e travolti dalla velocità del vivere quotidiano. L'educazione non può che essere il primo e più prezioso investimento che la famiglia e la scuola deve affrontare. La strada da seguire è una cultura significativa, che per realizzarsi ha bisogno di calma, di riflessioni e di tempo.
Sono trascorse due ore, tutte d'un fiato, senza effetti speciali, solo un flusso inenarrabile di emozioni.
Nessun selfie, nessun bit, nessun bip... solo una corale emozione e uno splendido messaggio propulsore di una legalità che convogli gli sforzi di tutti gli attori coinvolti, espressione di un noi che dia senso e significato all'io, perché è senza il noi che l'io non ha futuro.
E' questa una splendida lezione di scuola per la vita.
Cinzia Giuffrida (dirigente)
Lorena Di Marco (referente CCR)
dell'IC "E. Fermi" di Catenanuova e Centuripe