
Un forte impulso della necessità di affrontare questo argomento senza più rinviarlo ci é fornito dalle crisi climatica che il nostro pianeta sta attraversando e che sta già producendo disastri preoccupanti, avvertiti come tali da una larga parte dell’opinione pubblica mondiale che teme anche ulteriori pericolosi aggravamenti, come le grandi ondate di calore e siccità, nonché eventi atmosferici estremi. Tutto ciò deve, inevitabilmente, innalzare il livello di attenzione nel modificare modelli di consumo e stili di vita che stanno danneggiando il nostro pianeta. Inoltre, la crisi economica iniziata con la recessione del 2008 ci indica una strada da seguire che incrementa la produttività delle risorse ambientali e apre nuovi mercati agli investitori contribuendo al risanamento del debito pubblico.Tutto ciò deve favorire una maggiore richiesta di nuovi consumi di beni e servizi di più elevata qualità ambientale, e, in un contesto locale e internazionale, una più favorevole direzione "green" sia delle politiche d'impresa che di quelle istituzionali.
Un esempio ci é dato dalle politiche di riciclo dei rifiuti solidi urbani che, secondo le direttive europee introduce la definizione di materia seconda e di sottoprodotto in quanto il rifiuto può essere riutilizzato, mentre veniva in precedenza smaltito. Questa pratica consente notevoli risparmi individuali e collettivi, infatti un sistema basato sul recupero e riutilizzo dei prodotti permetterà di realizzare sostanziali economie in materia di bolletta energetica nazionale, di costi per le famiglie sia in termini energetici che di beni di consumo e di costi per le imprese. Attualmente il processo di raccolta differenziata anche se è esteso a diverse materie prime, risulta limitato dai bassi valori delle quantità raccolte rispetto all'ammontare complessivo di rifiuti prodotti, ma entro il 2020, si dovrà riciclare il 50% dei materiali immessi al consumo per quel che riguarda carta, plastica, vetro e metalli. Quest'ultimo é un esempio come l'ecosostenibilitá é una sfida imponente nella quale gli obiettivi sono ambiziosi, ma devono riguardare tutti i cittadini che con dei piccoli gesti quotidiani potrebbero contribuire ad una maggiore riduzione degli imballaggi e di sostanze nocive per l'ambiente, alla standardizzazione dei processi per favorire il riutilizzo e il riciclaggio delle materie prime.
È ormai una "consapevolezza ecologica" alla quale la popolazione e la classe dirigente non può più rinunciare e, constatando che non si può andare avanti inquinando, consumando e distruggendo risorse naturali a ritmi sempre più veloci, le nostre azioni devono essere modificate in direzione dell'utilizzo di risorse rinnovabili a favore di una attenzione sempre maggiore e del rispetto dell'ambiente in cui viviamo.
Prof.ssa Francesca Condorelli
profcondorelli@hotmail.it