Il dirigente dei
servizi amministrativi, alias segretario, preposto al coordinamento di
tutte le attività del personale ATA nonché alla contabilità, che nella
scuola dell’autonomia viene ad assumere una posizione di rilievo, la
cui funzione viene sovente paragonata alla funzione esecutiva del
Governo così come la funzione del preside sta a quella legislativa del
Parlamento ma che, nella realtà ben più prosaica di tutti i giorni, il
termine d’equivalenza spesso si riduce ad una figura ben più terra
terra ma forse con maggiore forza caratteristica ed espressiva: il
dirigente amministrativo come bracco del preside.. Come lui,
infatti, alquanto sordo al richiamo ammaliante delle sirene del
pensionamento, tanto da chiedersi : ancora tu? Ma non dovevamo vederci
più? Non ci sorprende lo sai… viste la caparbietà e l’ostinazione
oltre età verso la militanza della scrivania , ibrido segugio
che segue fedelmente le indicazioni dirigenziali senza muovere
ciglio. Non lo rammarica essere rincantucciato nella sua cuccia –stanzino 2x2 purchè possa di tanto in tanto sporgere il muso dal baffo retrattile, a mo di antenna, per percepire gli umori della giornata. Non gli procura ambascia l’andar dappresso a chi dà i numeri, anzi gli giova persino… dal momento che all’uscita della scuola potrà dichiarare raggiante al più vicino sportello del lotto: “presto! Tutti i numeri del preside, per favore, per tutte le ruote!” sicuro di vincere magari un bel gruzzoletto. E d è sempre lui, quando all’ora di pranzo mentre ti accingi a consumare il meritato boccone, squilla prorompente il telefono che te lo fa andare di traverso : “pronto, chi è?” Egli! Mus muris… pronto a darti le più farneticanti notizie dell’ultima ora o a farsi messaggero delle rotture dirigenziali. E forse addirittura se ne compiace delle disgrazie altrui, o presunte tali, visto che ben riesce a dissimulare il ghigno il provvido telefono. Perché, anch’egli, come il dirigente scolastico, discende forse da antica dinastia tribale in cui è d’inveterato uso il calumet della pace ( o della discordia a secondo dei casi..) nonché i segnali di fumo, o il tam tam dei tamburi modernamente sostituiti dalle comunicazioni telefoniche che a pensarci bene nella loro essenza simbolica conservano ancora il retaggio tribale e specie da quando, per funesto analfabetismo di ritorno, la civiltà della scrittura è andata ormai del tutto perduta.
In tutto e per tutto egli è legato da un invisibile filo rosso al suo dirigente scolastico, a tutte le ore del giorno, e persino della notte quando entrambi, all’unisono, con incredibile sincronismo, prima di addormentarsi, adagiano placidamente come reliquie sui rispettivi comodini le loro sgangherate dentiere.
Tecla Squillaci
teclasqu@tin.it

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