
Il Convitto sembra respirare solitudine, quasi come un albero cui han tagliato le fronde, le più basse, ma anche le più verdi e rigogliose.
Le nuove aule con i banchi, tutti incolonnati nel rispetto del protocollo di distanziamento, son là, sospese nel tempo dell’incertezza, finalmente pronte ad accogliere gli alunni.
Pur tuttavia, ancora i piccoli semiconvittori della primaria e della secondaria di primo grado corrono in cortile nella pausa dopo pranzo, seguiti dalle loro educatrici che, attente, ricordano loro di tener ben salda la mascherina al viso, come farebbe Zorro in una combattuta azione di salvataggio della sua bella señorita.
Presto bambini, è ora di fare i compiti, gridano loro con fermezza, e subito i piccoli riprendono l’impegno scolastico, che, al Convitto, si sa, non finisce mai, ma li farà crescere forti nella mente e nello spirito.
Nonostante tutto il Convitto non si arrende … Verranno ancora i giorni di lezione in presenza, con le aule dense di sapere, i pranzi dello chef, i gran galà col ballo di fine anno, le giornate della più sfrenata creatività, le feste di carnevale con il gruppo più votato per la maschera più bella, che stavolta li renderà tutti diversi e non tutti uguali, impauriti dall’altro, ma l’altro è nostro amico, l’altro è nostro fratello.
Torneranno i momenti belli, gli abbracci, i sorrisi non nascosti, e, in attesa del prossimo giorno di normalità, il Convitto si prepara ad accogliere i suoi figli.
Il restauro, realizzato e fortemente voluto dal Rettore prof. Stefano Raciti, ha dato nuova luce al palazzo, rinnovando gli ambienti, ripristinando antiche espressioni monumentali, anche con un pizzico di modernità, quale l’illuminazione della sala pranzo e delle aule.
Imponente è il restauro dei due ingressi da via Vittorio Emanuele e del vice rettorato sul cortile Vaccarini, successivo a quello del portone di legno sullo scalone monumentale che si apre su via Teatro Massimo.
Valorizzare è anzitutto un’operazione culturale prima che muraria, ne è dimostrazione il restauro delle cornici in pietra di Billiemi, che, grazie alla maestria di esperti artigiani, sono state scalpellate, martellinate, anticate, subbiate, levigate, e, pur partendo da elementi codificati, il risultato è unico.
Infine l’Aula Magna, in attesa del restauro dei preziosi affreschi alle pareti, rappresenta il cuore pulsante del Convitto, luogo di sapere dove si svolgono conferenze, incontri culturali e perché no, anche aula che, per favorire il distanziamento, con molta umiltà, ha ospitato lezioni degli studenti, come sempre rispettosi del decoro e della cura degli ambienti scolastici.
Ben si adattano poi alla didattica laboratoriale del Liceo Europeo, le nuove aule con i famigerati banchi a rotelle, così come li chiamano sui social, in realtà sedute monoposto che, oltre a realizzare il distanziamento di sicurezza all’interno dell’aula, consentono di modificare in tempo reale l’assetto della classe, creando gruppi di lavoro eterogenei. Con questi banchi di nuova concezione, il docente può disporre facilmente la classe in maniera sempre diversa, realizzando nuove forme di didattica innovativa, strutturata per gruppi di studenti, tipica delle attività di laboratorio che contraddistinguono il nostro Liceo.
Il ripristino del laboratorio linguistico rivedrà all’opera docenti di lingua e lettori madrelingua impegnati nello sviluppo delle competenze linguistiche dei discenti, mirando agli obiettivi del conseguimento delle certificazioni linguistiche per tutti gli ordini di scuola del Convitto, e del diploma ESABAC e portfolio CERTILINGUE che, in particolare, caratterizzano il curriculum dei diplomati all’Europeo.
Il laboratorio informatico, con le nuove attrezzature acquisite con i fondi europei, troverà sistemazione in una delle nuove aule del Convitto, dove la volta del tetto, completamente restaurata, come in tutte le aule del piano superiore, farà da regina, alzando gli occhi per ammirare lo splendore dei tempi passati. Insomma, si tornerà presto a lezione in presenza al Convitto, con ottimismo e positività, superata questa catastrofe sanitaria e sociale; nonostante sia bicentenario, il Convitto tornerà a respirare aria di giovinezza, grazie ai suoi studenti che torneranno a vivere la loro vera vita di studenti, tutti insieme, vicini ancora come una famiglia.
Cinzia Nigro