Un decalogo
contro le bufale, una cassetta degli attrezzi per permettere alle
ragazze e ai ragazzi di difendersi dalle false notizie che circolano in
Rete. Lo hanno presentato oggi a Roma la Presidente della Camera, Laura
Boldrini, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, Valeria Fedeli, dopo l’accordo lanciato lo scorso maggio a
Montecitorio fra la Camera dei deputati e il MIUR. L’iniziativa fa
parte di un più ampio pacchetto di azioni che il Ministero sta mettendo
in campo per la prima volta sul tema del controllo delle fonti e per
l’educazione civica digitale.
Il decalogo (in allegato) punta a contrastare uno dei rischi più
frequenti durante la navigazione in Internet: quello di incappare in
notizie non verificate o false, la cui circolazione può creare rischi
per la società o diventare pericolosa per le persone. Un fenomeno che
si può battere solo dando alle nuove generazioni gli strumenti per
risalire alla fonte delle notizie e distinguere le informazioni
corrette da quelle scorrette. Di qui la cassetta degli attrezzi che il
Miur proporrà alle scuole secondarie di I e II grado, per un totale di
oltre 4,2 milioni di studenti, portando negli istituti scolastici
l’iniziativa ‘Basta Bufale’.
Fra i partner del progetto ci sono la Rai, la Federazione degli editori
(Fieg), Confindustria. Ma anche importanti attori della Rete come
Facebook e Google, strategici per incidere sulla radice del problema:
le piattaforme su cui circolano le cosiddette fake news.
Condividi solo notizie che hai verificato. Usa gli strumenti di
Internet per verificare le notizie. Chiedi le fonti e le prove. Chiedi
aiuto a una persona esperta o a un ente davvero competente. Sono alcuni
degli otto punti presentati oggi a Roma. Otto perché i due mancanti
saranno stilati direttamente da studentesse e studenti, attraverso uno
strumento di scrittura cooperativa che il MIUR metterà a disposizione
delle scuole sul proprio sito. Per le insegnanti e gli insegnanti è
invece previsto un pacchetto di materiali didattici legati
all’iniziativa. Per la diffusione del progetto è prevista una campagna
di sensibilizzazione realizzata dagli studenti dello IED, Istituto
europeo di design.
“Il fenomeno delle fake news ha radici strutturali e non va
sottovalutato: danneggia la collettività e la qualità del dibattito
pubblico, che è parte della qualità della democrazia. L’educazione
delle nuove generazioni è la prima soluzione di lungo termine a questa
questione”, ha sottolineato la Ministra Valeria Fedeli. “Fornire alle
nostre giovani e ai nostri giovani conoscenze e competenze, strumenti e
chiavi di lettura della realtà vuol dire porre le basi della loro
cittadinanza, che vogliamo attiva e responsabile. Anche quella
digitale. I giovani di oggi sono nativi digitali, ma non devono essere
consumatori passivi di tecnologia, quanto piuttosto consumatori critici
e produttori consapevoli di informazione e conoscenza. È un principio
cardine anche del nostro Piano nazionale per la scuola digitale. Le
nuove generazioni devono saper valutare l’informazione, riconoscere
l’attendibilità delle fonti, comprendere dinamiche e regole che
intervengono sulla circolazione e sul riuso di tutte le storie che
vengono presentate come notizie. Devono rifiutare un linguaggio
aggressivo, d’odio e avere rispetto dei diritti altrui dentro e fuori
la Rete. Noi adulti, noi che componiamo la comunità educante, dobbiamo
avere strumenti, conoscenze e competenze per sostenerli. La formazione
e l’aggiornamento sono indispensabili. Come Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca siamo impegnati sul fronte
dell’educazione civica digitale attraverso una serie di azioni
eterogenee e complementari”.
“Sono convinta che la strada da intraprendere per proteggere i
nostri ragazzi e le nostre ragazze – e non solo loro - dalle insidie di
un uso distorto del web sia la formazione. E dunque è a scuola che il
tema va trattato. Le fake news non sono goliardate, ma un pericolo per
la nostra società. Basti pensare a quelle sui vaccini, alle cure
mediche improvvisate o alle truffe online”, ha dichiarato la Presidente
Laura Boldrini. “La disinformazione inquina il dibattito democratico,
alterando l'opinione pubblica e violando il diritto delle persone a una
corretta informazione. Per questa ragione è necessario che le
istituzioni intervengano e mettano in campo misure e politiche per un
uso responsabile e consapevole del web. Vorrei che questo progetto
consentisse ai nostri studenti di difendersi dalle false notizie
attraverso un impegno attivo da parte loro. Mi piacerebbe che
sviluppassero un maggiore senso critico e una cultura della verifica.
Vorrei che diventassero dei veri e propri ‘cacciatori di bufale’, dei
‘detective del web’".
Le azioni del Ministero sul fronte dell’educazione civica digitale e
dell’educazione ad un uso corretto del web rientrano nelle indicazioni
sul potenziamento dell’offerta formativa previste dalla legge 107 del
2015 (Buona Scuola). Nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse” - www.generazioniconnesse.it,
attivato per promuovere un corretto uso della Rete e contrastare il
cyberbullismo - il MIUR ha dedicato proprio al tema delle cosiddette
fake news un personaggio della campagna in corso sui “Super Errori” del
web che identificano gli errori più comuni compiuti dalle e dai ragazzi
in Rete. Il 27 ottobre scorso, presentando il Piano nazionale per
l’educazione al rispetto, sono state diffuse le Linee guida per la
prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Grazie ad un accordo con
la Camera dei Deputati nelle scuole è già stata inviata la
Dichiarazione dei diritti in Internet, per promuovere una corretta
educazione civica digitale. Sempre su questo fronte, il Ministero ha
stipulato anche altri accordi-chiave come quello siglato il 18 ottobre
con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Roma che mette al
centro la cultura dell’informazione e della correttezza delle fonti, in
chiave anche di contrasto all’illegalità. Per offrire una risposta
educativa sul tema del linguaggio dell’odio in Rete il Ministero ha
invece rilanciato nelle scuole il Manifesto delle Parole Ostili (http://www.paroleostili.com/).
Miur.gov.it