
Uno dei più noti personaggi siciliani dell'epoca dediti all'occulto e ai riti esoterici fu lo scrittore Luigi Capuana. Nato a Mineo (Catania), il 28 maggio 1839 e morto a Catania, il 29 novembre 1915, Luigi Capuana è stato romanziere, novelliere, poeta, drammaturgo, critico di teatro e di narrativa, traduttore, librettista, scrittore per l'infanzia, giornalista, cultore di scienze naturali e occulte, e sindaco di Mineo. Ma soprattutto è stato, insieme a Giovanni Verga, sulla scia dei naturalisti francesi, tra i più importanti teorici del Verismo italiano. Capuana, quindi, non è stato solamente uno scrittore di novelle e fiabe, ma s'è molto interessato ai fenomeni paranormali ed esoterici e la tematica dello spiritismo è presente, quasi in maniera celata, in molte delle sue opere. Addirittura scrisse un volumetto intitolato proprio "l'Aldilà", un vero e proprio saggio nel quale descrive i fenomeni "post portem", e dove riassunse tutte le esperienze esoteriche e occulte svolte durante la sua vita. Scrisse pure "Un vampiro", dove sono contenute tredici storie che hanno come tema l'occulto.
Oltre a produrre i ben noti capolavori della nostra letteratura, i romanzi "Giacinta" (1879) e "Il Marchese di Roccaverdina" (1901), le raccolte di novelle e racconti, come "Profili di donne" (1877), "Storia fosca" (1883) o "Il Decameroncino" (1901), e poi le fiabe di "C'era una volta", "State a sentire!", "Tirituf", oltre al teatro in lingua e in dialetto, e i saggi letterari. Ma Luigi Capuana, figura complessa nel panorama letterario italiano, è ancora lontano da una definitiva collocazione storico-critica. «Proprio l'eclettismo della sua personalità - ha ricordato il professore Gianvito Resta, presidente dell'Accademia dei Lincei - ha contribuito a relegarlo talvolta nell'ambito di un superiore dilettantismo quelli che furono, invece, geniali precorrimenti e tentativi portati avanti con lucida coscienza teorica». Ma in quegli anni, a cavallo tra l'Otto e il Novecento, in molte città siciliane, soprattutto nei salotti della "buona borghesia" intellettuale, si praticava e si "tendeva l'orecchio" allo spiritismo e alle pratiche esoteriche.
E anche nei piccoli centri, come Misterbianco, sappiamo di gruppi di amici, intellettuali e amanti del mistero (che per ragioni di riservatezza celiamo i nomi, ma che mi furono rivelati da mio nonno), che periodicamente si riunivano nei loro "nobili" salotti, col sapore del miele, per discutere di esoterismo e per compiere esperimenti magici e sedute spiritiche. Poi, dulcis in fundo, l'amico del bar, sottovoce, mi confidò pure che a fine serata dopo che gli ospiti erano andati via, il padrone di casa restò solo ... con l'amante di turno, nel suo boudoir, una stanza affrescata d'azzurro con diversi ghirigori in stile "le mille e una notte", ed ivi si abbandonò fino alle luci dell'alba, lasciandosi andare in una notte di sesso sfrenato inebriati da fiumi dell'alcool. Roba da far tremare i polsi, ... roba d'altri tempi, ... forse!
Angelo Battiato
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