Dal 1° settembre
scattano le reggenze, ma in Sicilia ci sono tanti aspiranti Ds,
in attesa di cui nessuno s'interessa! Dopo le vergognose scelte operate
dall'Amministrazione due anni addietro, con un corso-concorso intensivo
svoltosi in piana estate e conclusosi con esami, ma non risolutivo per
le previste immissioni in ruolo (ne hanno beneficiato solo pochi
partecipanti!), riceviamo e pubblichiamo la lettera a firma del
Comitato "Giustizia per il 2004". Scontata l'amarezza dei componenti
del Comitato, ma soprattutto delusione per il silenzio colpevole (e
forse collusivo!) dei politici nostrani che spesso sposano le "cause
perse" per fare spettacolo, ma ignorano le "cause vere", forse perché
una soluzione di tal genere non farebbe notizia e non conquisterebbe
intere pagine della stampa cartacea e web. Questa testata e chi scrive,
non è per le soluzioni abborracciate, ma la storia che si coglie nel
documento riportato integralmente appresso è davvero incredibile! Come
sempre questa testata pubblicherà eventuali opinioni diverse e
precisazioni. (n.b.)
ceripnews.it
"Calunnie, solo calunnie", noi rappresentanti del Comitato "Giustizia
per il 2004" siamo contrariati dalle affermazioni che da mesi il
Comitato ricorrenti del 2011 ripete incessantemente gettando ombre su
tutto il mondo della scuola. Un buon docente, per giunta aspirante
dirigente, dovrebbe avere contezza dei termini che usa, rendendo onore
al ruolo che ricopre e soprattutto alla verità, cosa che non fanno i
ricorrenti del 2011 che reclamano una sanatoria MAI realizzata,
soprattutto in Sicilia, e fanno passare per vera una condizione che è
tale soltanto per chi non conosce la realtà della scuola siciliana e le
inadempienze pregresse della sua governance.
Ma andiamo per ordine nel tentativo di ricostruire il percorso tortuoso
dei ricorrenti del 2004. Tutto ha origine proprio nel 2004, quando il
concorso per dirigenti scolastici viene espletato con tali evidente
irregolarità nella nostra regione Sicilia, che nel 2009 il CGA di
Palermo lo annulla, "per vizi insanabili", imponendo la rinnovazione
dell'intera procedura. Ecco, questa è una differenza sostanziale tra i
ricorrenti del 2004 e i ricorrenti aspiranti dirigenti del 2011.
Infatti nelle regioni nelle quali il concorso del 2011 è stato
dichiarato nullo, i candidati idonei hanno giustamente reclamato e
ottenuto una sanatoria, mentre gli altri bocciati del 2011 ora invocano
a livello nazionale una sanatoria anche per loro, in virtù di una
presunta disparità di trattamento con i ricorrenti del 2004.
Con la legge n. 202 del 2010 il governo aveva cercato una soluzione in
Sicilia per evitare la ripetizione del concorso; tale norma, di fatto,
ha garantito solo quei 426 candidati diventati dirigenti in Sicilia
attraverso la suddetta procedura irregolare, quindi congelati fino
all'emanazione della legge 202, così da mantenere il ruolo. La legge
202 ha scontentato tutti gli altri, anche in relazione al fatto che la
soluzione proposta sollevava dubbi circa la costituzionalità. La
risoluzione totale di tutti i contenziosi veniva inquadrata nel 2015
nell'ambito della la famosa 107 del 13 luglio, cosiddetta "Buona
scuola", che, con i commi 87 ed 88 dell'art.1, proponeva di chiudere i
contenziosi e salvaguardare il sistema scolastico dai rischi derivanti
dai ricorsi, garantendo altresì una regolare presenza di dirigenti
nelle scuole. Per l'applicazione della legge fu emanato il DM n. 499,
che fu però messo in atto in forme diverse nelle varie regioni
italiane. In particolare, mentre altrove (Toscana, Lombardia, ecc...)
si sono svolti i corsi di formazione intensivi e la relative prove
finali con regolarità, in Sicilia si sono svolti con una procedura
confusa e sommaria sin dall'inizio (tanto che al corso poteva entrare e
firmare chiunque ed i controlli, effettuati da parte del personale ATA,
sono iniziati soltanto dal terzo giorno in poi).
Dopo le lezioni intensive e consecutive per dieci giorni, dal 10 agosto
2015 in poi, il percorso formativo si concludeva con una prova
effettuata dopo soli tre giorni (e non dopo i 20 giorni che prevede un
concorso serio, e di cui hanno goduto tutti coloro che hanno svolto il
corso successivamente, a Napoli e Palermo). Inoltre, a seguito della
conclusione del corso, contrariamente ad ogni logica valutativa
tempestiva, i criteri per la valutazione della prova scritta venivano
pubblicati a prova conclusa, nel pomeriggio della giornata in cui i
candidati svolgevano la stessa.
Queste ed altre innumerevoli irregolarità sono state e sono oggetto di
numerosissimi contenziosi che intasano le aule dei tribunali dove le
lungaggini burocratiche alimentano i dissapori insieme alle sentenze
cosiddette "copia-incolla" di tanti giudici sbrigativi o
procrastinatori, mentre le scuole annaspano per il numero sempre più
alto di reggenze che non potranno mai sostituire una piena governance
dirigenziale.
Pertanto, a seguito del chiasso mediatico che stanno suscitando da mesi
i ricorrenti del 2011, l'opinione pubblica viene indotta a credere che
la totalità dei ricorrenti del 2004 siano stati già sanati e che il
loro percorso sia simile a quello del 2011, mentre le cose stanno
diversamente, sostanzialmente e giuridicamente.
Di certo la quantità esorbitante dei ricorrenti del 2011 non può
rientrare in una sanatoria che di solito si rivolge ad un numero
contenuto di soggetti; non potendo tali richieste essere accolte,
neanche la nostra situazione è stata mai presa in seria considerazione,
per non creare ulteriori proteste e azioni di dissenso, dando così un
alibi all'inerzia dei governanti.
A seguito della procedura del 2015, su 137 candidati sono stati
dichiarati idonei solamente 50 soggetti, mentre il restante 65 per
cento è rimasto escluso; eppure, di fronte a tale eclatante risultato e
ad un eccessivo rigore non compatibile con la frettolosità della
procedura, nessuno di noi ha mai pensato di andare nelle piazze, o a
protestare davanti al Ministero, ma ci siamo affidati alla magistratura
che, allo stato attuale, non si è ancora espressa definitivamente in
merito. Ci siamo rivolti ai nostri rappresentanti politici
siciliani e nazionali, abbiamo denunciato l'anomalia della procedura,
l'evidente volontà di eliminare dalla corsa un cospicuo numero di
professionisti formati (a spese della collettività) e il palese
atteggiamento di ostilità da parte dell'USR Sicilia e dei Sindacati
(che hanno pubblicato articoli aggressivi durante lo svolgimento del
corso e inviato diffide all'Ufficio scolastico). Il Ministro e il
governo non hanno ascoltato la voce dei rappresentati politici che,
messi a conoscenza della nostra penosa odissea, hanno proposto
innumerevoli volte degli emendamenti per chiudere una volta per tutta
una situazione incresciosa che va avanti da ben 13 anni. Ma non siamo
stati considerati e non c'è stata alcuna solerzia nel constatare il
danno che deriva alla Scuola nell'escludere docenti, formati dallo
Stato per la dirigenza, che da anni affiancano con riconosciuta
professionalità i dirigenti nella complessa gestione delle rispettive
istituzioni scolastiche, ricoprendo ruoli di responsabilità in scuole
di ogni ordine e grado.
La scuola è un settore chiave della società e, in vista delle prossime
elezioni, il popolo siciliano dovrebbe conoscere i fatti e le palesi
irregolarità commesse, avere informazioni oggettive su cui formulare
opinioni circa le diverse responsabilità. Il persistere di questo
vulnus rende oltretutto problematica anche la futura procedura del
concorso, non ancora avviata ma già tanto discussa, che non potrà a
breve risolvere questioni pluridecennali, laddove né i sindacati né
molti politici di tutto l'arco costituzionale sono riusciti ad
affrontarle e risolverle.
L'assessore Marziano deve discutere con la ministra del problema dei
docenti siciliani, ma degli aspiranti dirigenti scolastici già formati
chi si occupa? Di certo non la Ministra che si è preoccupata di
ricevere o far ricevere dai sottosegretari solo i ricorrenti del 2011,
non i presidenti di Camera e Senato, e l'elenco potrebbe ancora
proseguire. Di noi si occupano solo i ricorrenti del 2011 per
diffondere falsità e calunnie. E' venuto il momento di far sentire,
forte e chiara, anche la nostra voce per proclamare la tortuosità del
nostro lungo percorso che continua ancora".
Giustizia per il 2004