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Dirigenti Scolastici: Chi vincerà la guerra delle 1.600 reggenze dei presidi?

Sindacati
Abbiamo già dato ampio risalto alla battaglia del portfolio del 31 luglio 2017 vinta, con ampi margini di successo e di adesioni superiori al 60%, dalla quatriade di Roberta Fanfarillo, che è riuscita a stoppare la disubbidienza e la protesta e il boicottaggio dei presidi arrabbiati dell’ANP di Rembado. La categoria si è spaccata verticalmente anche se l’ANP si benda gli occhi per non vedere. Ora la lotta si sposta su un versante ben più significativo e decisivo e cioè la copertura delle 1.600 scuole che risulteranno scoperte di dirigenza dal 1 settembre 2017 a causa del mancato avvio del concorso a dirigente scolastico, atteso da anni e mai partito per incapacità della politica e per inettitudine del MIUR e del parlamento che ha cambiato ripetutamente la legge senza criterio e senza alcuna logica.

L’armata del 38% dei presidi arrabbiati dell’ANP di Rembado ha dichiarato guerra alla Fedeli su questo versante, proclamando l’indisponibilità ad accettare incarichi di reggenza degli istituti scolastici senza dirigente di ruolo; un vero e proprio boicottaggio.
Mentre l’armata della quatriade del 52% di Roberta Fanfarillo e azionisti del cartello cgil cisl uil snals, anche questa volta stanno alla finestra  a guardare senza muovere un dito, e si rifanno sempre alla dichiarazione di indisponibilità alla protesta e alla disubbidienza civile.

Riuscirà la Fedeli con i suoi dirigenti degli USR, i burosauri di 1 fascia che guadagnano 220.000 euro cadauno, a coprire le 1.600 scuole ? Vediamo qual è la posta in gioco e chi vincerà e come il braccio di ferro tra Amministrazione e presidi arrabbiati sarà decisivo e prodromico per i successivi passi afferenti la firma del contratto.
Anche in questo caso la mossa di Rembado presenta degli azzardi e sembra violare la saggezza della strategia proposta dal cinese Sun Tzu: Se tu conosci l’avversario e conosci te stesso, non occorre che tu abbia paura del risultato della battaglia. Se conosci te stesso, ma non l’avversario, per ogni vittoria ottenuta soffrirai anche una sconfitta. Se non conosci né te stesso né l’avversario, soccomberai a ogni battaglia.

E qui siamo all’ultimo caso per i motivi che spiegherò subito. Le reggenze vengono assegnate dai direttori degli USR, i quali prima cercano dei volontari pubblicando un bando regionale con relativa disponibilità di posti. In genere almeno nel passato a questi bandi rispondevano in tanti e spesso nasceva una zuffa tra i presidi per accaparrarsi la migliore reggenza, con episodi anche sgradevoli di spartizione tra le camarille sindacali regionali. Questa corsa a conquistare la reggenza non nasceva per ragioni economiche in quanto la reggenza è retribuita con una miseria indegna di qualsiasi funzione dirigenziale. Al dirigente cui è affidata una reggenza, in aggiunta all’indennità di cui all’art. 43, comma 1, lettera i) e in applicazione dell’art. 57, comma 3 del C.C.N.L., viene corrisposta una integrazione della retribuzione di risultato, per un importo pari all’80% della parte variabile della retribuzione di posizione prevista per la fascia in cui è collocata la scuola affidata in reggenza. In relazione alla fascia, cioè all’importanza della scuola, il compenso può oscillare entro una forbice, ed è in ogni caso un incarico poco retribuito e persino oneroso: chi accetta quel ruolo non ha neppure diritto al rimborso delle spese di viaggio sostenute per spostarsi dalla propria sede a quella avuta in reggenza.

Non solo: i compensi vengono liquidati con ritardi incredibili. L’indennità di reggenza viene conteggiata nella quota B di pensione (alla stregua delle retribuzioni accessorie) ma non è manco utile ai fini dell’indennità di buonuscita.
Se il bando non dovesse ricevere risposte e adesioni volontarie allora il direttore USR ha la facoltà di assegnare d’ufficio la reggenza, a chi ritiene lui, senza che ci si possa opporre o disubbidire.
Questa evenienza non è mai successa sin’ora.
Quindi la scommessa di Rembado è che nessun preside titolare risponda ai bandi degli USR per mettere in difficoltà la Fedeli il Governo e l’amministrazione costringendola ad assegnare incarichi FORZOSI a testimonianza del rifiuto della categoria.

Allora il risultato si gioca sul rapporto tra il numero di INCARICHI DI REGGENZA FORZOSI assegnati rispetto alla copertura delle 1.600 scuole sguarnite di presidenza.
Quanti saranno gli incarichi di reggenza FORZOSI? Vedremo.
Certo la prima riunione all’ARAN del 2 agosto 2017 con le 13 Confederazioni del Pubblico Impiego è stata già premonitrice di quanto succederà con il rinnovo dei contratti dei 4 comparti e delle 4 aree dirigenziali.
il segretario confederale della Cgil Franco Martini dichiara al termine dell'incontro: apprezziamo la proposta dell'aran di calendarizzare già per la fine del mese la ripresa dei confronti per giungere al rinnovo dei contratti pubblici. le lavoratrici e i lavoratori attendono ormai da troppi anni il giusto riconoscimento del proprio lavoro e, con i rinnovi contrattuali, non intendono sottrarsi alla sfida del rinnovamento della pubblica amministrazione".

La UIL non vede l'ora di firmare:  Siamo soddisfatti del calendario concordato oggi, che prevede in tempi brevi la prosecuzione e l'avvio dei tavoli negoziali, confederali e di categoria.Per tutti i settori, alla ripresa dalla pausa estiva, saranno convocati tavoli congiunti di comparto ed area dirigenziale non appena perverranno all'Aran i relativi atti di indirizzo, che sono in dirittura di arrivo.
Analoghe dichiarazioni da parte di tutti gli altri compresi i Medici e gli Statali e i Ministeriali che in questi mesi hanno firmato di tutto e di più garantendosi le laute retribuzioni di posizione e di risultato di loro appannaggio. I medici addirittura hanno inneggiato al loro atto di indirizzo già emanato dal loro comitato di settore.

Resta con il cerino in mano l’area della dirigenza scolastica inglobata nell’area della conoscenza e ricerca. Il macigno che peserà sul tavolo contrattuale si chiama "ARMONIZZAZIONE" , la parola magica che la quatriade del 52% azionata da Fanfarillo - Serafin - Cirillo - Frascari farà ingoiare ai presidi con la motivazione surreale  che “ La FLC CGIL è invece convinta che lo sciopero sia l’unica forma di lotta possibile e non riconosce nelle dichiarazioni di disubbidienza o di boicottaggio degli obblighi contrattuali un’opzione possibile né per il dirigente scolastico né per qualsiasi altro lavoratore.

Voce dissonante quella di Pacifico Marcello dell’UDIR-CONFEDIR che punta sui ricorsi giudiziari di massa contro l’Amministrazione e per un REFERENDUM quale deterrente per i sindacati concertativi e per un nuovo FUN unificato di tutto il Pubblico Impiego da ripartire in parti uguali anche con i presidi cassando i privilegi acquisiti dai ministeriali.
Il gioco è quindi truccato e bloccato su queste posizioni. Certamente il governo è sull’orlo del precipizio e cadrà probabilmente  in autunno proprio sulla finanziaria o come si chiama ora sulla legge di stabilità, e tutto sarà rinviato alle calende greche.

Nel frattempo i sindacati affileranno le armi in vista del nuovo e vero riconteggio delle deleghe che avverrà entro il 31 dicembre 2017. Se la categoria non smonta il cartello della quatriade con il suo 52% non ci saranno altri spiragli per potere rovesciare la situazione a favore della perequazione interna ed esterna, che non può e non potrà ora essere realizzata per contratto con la miseria degli 85 euro medie pro capite.

Infine il movimento trasversale spontaneo sulla rete sta raccogliendo le firme per una grande manifestazione a Roma per occupare il 12 settembre il MIUR; si firma al seguente link https://goo.gl/forms/eoZ8RubNq50LU2Cn1
Ma saprà il ventre molle della categoria capire e valutare i termini esatti della sfida?
 
Salvatore Indelicato
Cell 330365449
s.indelicato@libero.it








Postato il Venerdì, 04 agosto 2017 ore 10:49:10 CEST di Salvatore Indelicato
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