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Riforma: Perché buona, se buona non è? Rischi e pericoli dell'improvvisazione

Redazione
Di tutto il fracasso fatto sulla scuola del terzo millennio, Buona a prescindere e per definizione, resteranno pochi, incerti sgradevoli rumori del chiacchiericcio che l'ha accompagnato, ma molti sfregi alle regole che hanno consentito fino ad oggi nella scuola partecipazione, dialogo, dignità professionale e vicinanza alle esigenze della società. Tutto è nelle mani di un Parlamento riluttante a prendersi le proprie responsabilità di organo legislativo e di rappresentante della nazione.

Il Disegno di legge presentato dal Governo è in fin dei conti una proposta di legge delega e per rendersene conto basta guardare il corposo elenco riservato alla decretazione delegata (art.21). Praticamente l'alfa e l'omega di tutti i problemi della scuola, affidati ad un nucleo ristretto e sconosciuto di esperti, il cui lavoro non sarà sottoposto al parere del CNPI.

Nell'immediato potrebbero esserci solo una parte delle dovute assunzioni dei precari,con esclusioni cervellotiche e inique, l'assoggettamento delle scuole agli arbitri degli autocrati di istituto, la precarizzazione del docente.

A prendere per buono il conglomerato di propositi del disegno di legge il massimo che si possa dire è che ci si trova nel solco delle innovazioni (..sarebbe una bestemmia sciupare il nome di riforma) finalizzate al funzionamento efficace delle istituzioni scolastiche più che all'intenzione di riqualificare il rapporto tra scuola e società. Così suona, infatti, il testo del disegno di legge: "Disposizioni in materia di autonomia scolastica, offerta formativa, assunzioni e formazione del personale docente, dirigenza scolastica, edilizia scolastica e semplificazione amministrativa".

Insomma il disegno di legge del governo, che di fatto si limita all'ambito dell'autonomia scoolastica, puo' essere considerato un caso di quel genere di orientamento di politica scolastica che, per più di un decennio a partire dagli anni '90, dappertutto ha rinunciato a pensare in grande la scuola, trattando i suoi problemi, solo come problemi organizzativi e gestionali. Senza risolverli, anzi aggravandoli. Ma solo a gente uscita di senno e priva di conoscenza del mondo della scuola poteva venire in mente che la chiave di volta del sistema scolastico fosse costituita dall'accrescimento dei poteri del dirigente scolastico e dal conseguente stravolgimento dello stato giuridico degli insegnanti.

In tutte le nazioni dove l'autonomia è il perno dell'organizzazione del sistema di istruzione e formazione gli insegnanti hanno visto crescere le loro responsabilità professionali ed educative e la loro partecipazione alla gestione del progetto educativo di istituto(ho qualche risentimento personale contro l'idea che il "progetto di istituto" sia un'offerta da vendere al mercato della formazione..)

Nelle nazioni civili si pensa che c'è autonomia solo se c'è crescita professionale e valorizzazione delle capacità organizzative dei docenti e non se il dirigente scolastico fa e disfa ogni tre anni l'organico di istituto.
In Italia si vuole l'autonomia col Preside tiranno e con gli insegnanti ricattabili e precari quanto a continuità didattica e quanto a "premi". Questi ultimi dati dal Padrone, sentito il Consiglio di istituto (art.10, comma2).

Per rendere effettivo l'assoggettamento dei docenti, aspirazione pluridecennale di tutti i governi di destra, viene cancellato il diritto di scelta della scuola da parte del docente e anche il principio della sua organicità all'istituto di appartenenza. L'insegnante è scelto temporaneamente dal dirigente scolastico senza diritto alla conferma.
E con quali criteri?

Criteri adottati in solitudine dal dirigente scolastico, purché siano resi pubblici,"per selezionare i soggetti cui proporre un incarico, tenuto conto dei dati disponibili nel portfolio di cui all'art.11" (art.7, punto 3, lettera b).

Problemi:
1) Un dirigente che proviene dall'insegnamento di greco e latino come fa ad elaborare criteri per scegliere l'insegnante di topografia? E quello che ha insegnato matematica come fa ad elaborare criteri per scegliere l'insegnante di Arte del tessuto? Delle due l'una: o è onnisciente come il Padreterno o farà come si costuma con gli appalti pubblici o come si fa già nelle scuole per la selezione degli esperti e dei tutor per la realizzazione di progetti PON; POR; FESR.
Si faranno i criteri su misura per escludere le persone indigeste e favorire gli amici, gli amici degli amici, i familiari o quelli che qualcosa o più di qualcosa danno.

2) A cosa serve vincere un serio e rigoroso concorso per l'insegnamento se poi si rischia di non essere scelti? E se non si è scelti, anche se ci sono posti disponibili,si potrà essere ugualmente stipendiati? Caso possibile perchè l'autocrate di istituto può utilizzare personale docente di ruolo in classi di concorso diverse da quelle per la quale possiede l'abilitazione (art.7. punto3, lettera d). Non solo il merito non conta niente,ma nemmeno la competenza. Bella scuola!

3) Perchè di tre anni la durata di un incarico ad un docente e non di cinque? E quello del Dirigente quanto dura?

Ricordo una rubrica di riflessione sulla scuola, pubblicata per un certo periodo dalla rivista "Il Mulino", intitolata "Aiutare Sisifo", in cui a più voci veniva denunciato come un grave difetto dell'organizzazione della scuola italiana l'incapacità di tesaurizzare le esperienze e di arricchire il capitale culturale collettivo di saperi professionali di un istituto perchè cambiano spesso insegnanti e presidi e ogni anno si è costretti a ricominciare daccapo; si è costretti a inventare le cose inventate e a tentare le cose tentate, come inutile e infruttuosa coazione a ripetere.

Chi ha preso parte alla stesura del disegno di legge sulla scuola dimostra palesemente di essere estraneo a questo mondo, di non conoscerne la logica costitutiva che lo tiene in piedi e che lo puo' fare progredire.
Alla scuola dell'autonomia per funzionare bene necessitavano e necessitano un riordino degli organi collegiali, una definizione dei compiti e della carriera delle figure di staff, l 'aumento delle risorse e la valutazione del servizio sia dei docenti, sia dei dirigenti scolastici. Il resto di cui è pieno il disegno di legge o è fumo negli occhi, o è normale ammodernamento delle tecnologie o è deliberato proposito di distruggere la civiltà della scuola.

prof. Raimondo Giunta








Postato il Venerdì, 27 marzo 2015 ore 08:30:00 CET di Nuccio Palumbo
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