Al CNR di Pisa, gli
esperti di privacy puntano il dito verso i social network e chiedono
nuove regole per la protezione dei dati. Nonostante
l'approvazione definitiva del regolamento europeo sulla protezione dei
dati si faccia attendere da due anni, il 4° Privacy Day Forum
organizzato da Federprivacy registra una presenza di 500 addetti ai
lavori accorsi da tutta Italia nella città della torre pendente per
fare il punto della situazione ed orientarsi in vista dei prossimi
sviluppi normativi, che promettono una svolta epocale con l'entrata in
vigore di nuove regole che saranno identiche e direttamente applicabili
in tutti e 28 stati membri UE.
Quello che è emerso dal dibattito moderato dalla giornalista Roberta
Pagnetti, é che quella in ballo è tutt'altro che una questione di poco
conto, perchè mentre l'iter della normativa alterna fasi di
accelerazione a momenti di incertezza, il progresso della tecnologia,
che è il veicolo più potente dei flussi di dati personali, galoppa
senza tregua, rischiando di lasciare dietro di sè un vuoto troppo
grande da colmare di cui i colossi del web possono approfittare per
utilizzare a loro piacimento le informazioni personali degli utenti, i
cybercriminali traggono enormi vantaggi dal fatto che in assenza di
regole rigide e attuali le imprese tendono a trascurare l'adozione di
misure di sicurezza diventando spesso inconsapevolmente vulnerabili ad
attacchi di hacker senza scrupoli, il tutto a danno del cittadino,
quale diretto interessato.
Dopo il benvenuto dell'Ing. Ottavio Zirilli, direttore del CNR di Pisa,
l'apertura dei lavori è stata svolta a cura dell'Avv. Rosario
Imperiali, riguardo alla necessità di vedere a breve nuove regole in
materia di data protection, ha detto che "occorre un nuovo patto, che
richiede una iniezione etica".
Per il Garante della protezione dei dati personali, è intervenuta la
prof.ssa Licia Califano, membro del collegio guidato da Antonello Soro,
che parlando del difficile equilibrio tra apertura alle nuove
tecnologie e la tutela dell'interessato.
Al centro dell'attenzione, Francesco Pizzetti, presidente del Garante
nello scorso settennato, che ha fatto una panoramica sulla figura del
Responsabile della protezione dei dati (il c.d. privacy officer), che
ha posto l'accento sull'importanza del ruolo, che può essere ricoperto
solo da veri esperti della materia, avendo l'arduo compito di garantire
nell'azienda in cui opera l'adozione delle misure di sicurezza, e
applicare le future regole dettate dal regolamento europeo, operando
con piena autonomia ed indipendenza, per questo non è possibile pensare
a un data protection officer formato con un corso di formazione di tre
o quattro giorni, ma deve possedere alte competenze comprovate così
come richiesto dalle stesse regole che saranno dettate da Bruxelles.
Pizzetti, ha auspicato che il regolamento venga approvato a breve,
tuttavia, ove ciò non avvenisse, "sarebbe carino" che l'Italia
pensasse di avere un ruolo attivo in occasione del semestre di
presidenza dell'Unione Europea, e in caso di una fase di stagnazione,
il nostro governo potrebbe pensare di intervenire a livello locale
mettendo mano al nostro attuale impianto normativo.
Ad aprire il dibattito della tavola rotonda istituzionale sulla
videosorveglianza nei luoghi pubblici e di lavoro, è stato invece il
prefetto Francesco Tagliente, che ha ricordato come "l'anagrafe delle
telecamere e' una risorsa preziosa per la sicurezza". Alla tavola
rotonda, condotta da Antonio Ciccia, hanno partecipato anche Claudio
Filippi del Garante, la direttrice della DTL di Pisa Anna Maria
Venezia, il direttore del CNR Ottavio Zirilli, e Massimiliano Troilo di
Hikvision Italy.
"Questa edizione del Privacy Day Forum al CNR ha segnato un
significativo salto di qualità - ha detto Nicola Bernardi, presidente
di Federprivacy - sia per la prestigiosa collaborazione con l'Area
della Ricerca di Pisa, sia perchè finalmente siamo riusciti a lanciare
un messaggio importante, cioè che la privacy non è burocrazia, ma un
diritto fondamentale del cittadino, e la normativa in materia serve per
tutelare il cittadino, e non deve essere considerata come un fastidioso
onere che comporta costi superflui per le imprese, ma un valore
aggiunto a protezione dei dati che sono veri e propri asset."
Umberto Rapetto, dopo aver tenuto una speciale lezione dedicata a 50
studenti arrivati delle quarte classi dell'Istituto Luigi di Savoia di
Rieti, con una aula in realtà gremita da oltre 100 partecipanti con
altri professionisti che non hanno voluto perdere l'intervento dello
"sceriffo del web", è stato uno trai principali protagonisti del
Privacy Day Forum di quest'anno con il suo intervento "Internet &
Privacy: la minaccia virtuale è sempre più reale".
Rapetto non ha nascosto la sua sincera preoccupazione sul futuro
della sfera personale dei singoli cittadini e su quello delle aziende
alle prese con la minaccia incombente di spionaggio industriale e
commerciale ogni giorno più aggressivo ed efficace. “Le carenze
culturali e organizzative, insieme alla lentezza della produzione
normativa che non riesce a tenere il passo con l’evoluzione
tecnologica, sono una ferita difficile da rimarginare: le violazioni
dalla riservatezza crescono in misura esponenziale e la diffusione
irrefrenabile di dispositivi mobili incrementa la vulnerabilità senza
che aumenti minimamente la sensibilità individuale o collettiva". A
proposito dei sempre più diffusi codici QR, lo sceriffo del web ha
detto: “Quei quadrati che vengono ripresi e scannerizzati con la
fotocamera degli smartphone, consentendo di raggiungere siti web e
ottenere informazioni senza alcuno sforzo da parte dell’utente, possono
contenere istruzioni malevole e attivare azioni indesiderate con
pregiudizio di chi casca in un invito apparentemente innocuo”.
Altro ospite di spicco, dagli USA il prof. Alessandro Acquisti, che
insegna economia della privacy all’Heinz College della Carnegie Mellon
University di Pittsburgh, in Pennsylvania. Il Prof. Alessandro
Acquisti, uno dei cossidetti “cervelli in fuga” dall’Italia, oggi
docente di economia della privacy negli USA all’Heinz College della
Carnegie Mellon University di Pittsburgh, ha presentato invece un
quadro da brivido: egli ha infatti ridefinito le convinzioni abituali
intorno al senso comune della privacy, ad esempio mediante i
dispositivi che sfruttano tecnologie di realtà aumentata, integrati con
un software di riconoscimento facciale neanche troppo complesso, chi ci
guarderà attraverso un paio di lenti, (come i discussi Google Glass),
potrà ricavare tutta una serie di informazioni, anche sensibili, dai
nostri profili su Facebook, su altri social-network, o disseminati da
qualche altre parte nella rete, visualizzandoli in tempo reale sui
propri occhiali per mettere a nudo tutti i nostri gusti e le nostre
abitudini. Diretta Streaming Privacy Day Forum: www.cnrweb.tv/streaming/
Ufficio Stampa Federprivacy
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