Sberle,
schiaffi, tirate di orecchie e di capelli. Punizioni corporali se i
bambini non ubbidivano. Se non mettevano a posto i giocattoli che
avevano usato. Voce alta, forse un po' troppo, verso chi rifiutava il
cibo. «Addirittura un bambino era stato costretto a mangiare quanto
aveva vomitato», sottolinea il capitano Luigi Lubello dei carabinieri
di Salò. Accuse pesanti quelle rivolte a Laura P., educatrice di 52
anni all'asilo comunale di Anfo. Dal mese di settembre, quando è stata
assunta, ogni giorno fa la spola da Mazzano, dove vive, al paese della
Vasabbia per badare - con una collega e tre collaboratori - a sedici
bambini. Venerdì mattina i carabinieri di Sabbio Chiese e del Nucleo
operativo di Salò, guidati da Ignazio Bagnasco, l'hanno arrestata in
flagranza di reato. Tre militari si trovavano all'esterno della
materna: su un monitor, posizionato su un furgone parcheggiato vicino
all'istituto, guardavano i filmati delle cinque microtelecamere,
posizionate su mandato del pm Ambrogio Cassiani, che avevano
posizionato una decina di giorni fa, quando una collaboratrice
dell'asilo si era recata in caserma a Sabbio Chiese denunciando al
maresciallo Massimo Rosina una «situazione diventata insostenibile».
I carabinieri sono entrati nell'asilo proprio mentre la donna stava
sgridando un bambino. «Signora ci segua, è in arresto», le è stato
detto. L'insegnante è scoppiata a piangere e ha detto semplicemente:
«Ho sbagliato». Arrestata per «maltrattamento verso minori», la donna è
stata accompagnata in serata nel carcere di Verziano, a Brescia.
Domattina è stato fissato l'interrogatorio per la convalida da parte
del gip. In tanti anni di insegnamento alle spalle non ha mai avuto
denunce e neppure i genitori dei sedici bambini hanno mai segnalato
alla direzione, al Comune o alle forze dell'ordine situazioni
particolari. «Abbiamo documentato con le immagini, che sono state
secretate, tredici episodi dall'inizio di gennaio fino a oggi», afferma
il capitano Lubello. «Quattro i bambini tra i 3 e i 4 anni sono stati
presi particolarmente di mira», In pratica i più piccoli. «E tra di
loro uno particolarmente vivace e uno con problemi di apprendimento»,
aggiunge l'ufficiale dei carabinieri che ha coordinato le indagini. Gli
epsodi contestati all'insegnante di scuola materna avvenivano nelle tre
stanze del piccolo asilo. Nelle registrazioni degli investigatori sono
contenute le grida dell'insegnante, che chiama alcuni bambini «pecore
nere». E poi i piccoli messi in castigo al buio, o tirati per i capelli
o la bavaglia se non ubbidivano. Rimproverati a tavola se rifiutavano
il pasto o non finivano quanto messo nel piatto. Ciò avveniva -
confermano i carabinieri - mentre nella scuola materna di Anfo c'erano
altri adulti, collaboratori dell'insegnante. «La loro posizione è al
vaglio della magistratura. Nei prossimi giorni saranno sentiti i
genitori di tutti i bambini della scuola e alla presenza di uno
psicologo verranno sentiti anche gli scolari», afferma il capitano
Lubello. Un'indagine aperta che si basa su basi certe, confutate da
quanto registrato dalle telecamere collocate nell'istituto scolastico.
Venerdì, nonostante l'arresto, le lezioni sono proseguite regolarmente.
E solo alle ore 16, quando i genitori sono andati all'asilo a
riprendersi i figli, hanno saputo dell'arresto della maestra Laura per
maltrattamenti.
Franco
Mondini (dal giornale, "Bresciaoggi")