L’associazione
culturale Strummula , la quale vanta trent’anni di attività musicale, è
attiva nel settore teatrale da diversi anni creando così un connubio
che rappresenta la perfetta fusione tra musica e storie e racconti
della terra siciliana. Sulla scia dei successi pluriennali è pertanto
lieta ed orgogliosa di presentarle la nuova edizione del musical
“ Cangiari”.
Il Musical “Cangiari” nasce da un’idea
della regista e performer Giovanna Manola e unisce, in una combinazione
frizzante e dinamica, la recitazione, la musica e la danza per
raccontare la storia della Sicilia in maniera inusuale e moderna.
La giovane studentessa Federica vive la frustrazione di molti giovani
che non trovano nella loro terra le risposte ai loro desideri. “Andare
o restare’”, questo il dilemma che accompagna lei ed il giovane amico
extracomunitario Ibrahim, finché un giorno non resta chiusa per sbaglio
dentro un antico palazzo che era andata a visitare con la sua classe.
Ed è qui che comincia la sua avventura. Ad ogni rintocco dell’orologio
verrà catapultata in epoche passate della Sicilia e farà incontri
di vario tipo fino a ritrovare se stessa e l’amore, lo stesso che le
darà la ragione per restare e lottare.
«“Cangiari” accoglie il pubblico in una forma di teatro diversa ed
affascinante» (LA SICILIA), pertanto dopo due repliche al Piccolo
Teatro di Catania nella scorsa stagione, che hanno riscosso grande
successo con il tutto esaurito, Strummola vuole raggiungere il
vasto pubblico delle scuole siciliane per intrattenerle con danze,
canto e scene esilaranti facendo riflettere sulla questione che oggi
interessa molti giovani siciliani: andare via o restare nella propria
terra conoscendone la storia, e provare quindi a costruire un nuovo
futuro?
Preghiamo, pertanto, la SV, qualora la nostra iniziativa culturale
possa interessare, di poter sensibilizzare in tal senso, i
docenti incaricati alla cultura, certi, come siamo, DELLA
ORIGINARIA VOCAZIONE FORMATIVA DEL TEATRO.
Precisiamo che sono previsti due Spettacoli al giorno (ore 09.30; ore
11.30), che la durata dello Spettacolo è di circa 1h e 30min e che il
prezzo del biglietto, equivale a € 9,00 mentre gli insegnanti
accompagnatori entrano gratis*
Inviamo inoltre, scheda tecnica, rassegna stampa e locandina
Per maggiori informazioni su tutte le nostre attività vi invitiamo su
www.strummula.it, il quale vanta a d oggi più di 30000 visite.
Per info e prenotazioni sullo spettacolo la preghiamo di voler prendere
contatto CON CORTESE URGENZA, contattando i seguenti recapiti:
+393388575018
+393283324541
Associazione culturale Strummula.
*si specifica un accompagnatore ogni 15 ragazzi
Ass. Cult.. “Strummula” 95128 Catania, via passo di Aci 110 – tel.
& Fax 095 7212695 – P. I.V.A. 03284940875
www.strummula.it e-mail : info@strummula.it
CANGIARI
Il Musical
Cangiari è un musical scritto da Giovanna Manola con brani della band
catanese Strummula, andato in scena per la prima volta nel maggio del
2010 presso il Piccolo Teatro di Catania, allestito dalla Compagnia
Maqam diretta dalla stessa autrice e dalla coreografa Federica Feltri.
Il musical racconta una favola dei giorni nostri attraverso la quale lo
spettatore viene catapultato, insieme alla protagonista, in un viaggio
nel tempo. Dalla Sicilia odierna si passa agli anni 30 e da questi
all’epoca borbonica e agli anni dei Vespri siciliani, sino ad arrivare
alla dominazione araba dell’anno 1000. I brani di Strummula, che ormai
da più di 20 anni raccoglie le tradizioni popolari e musicali, passate
e presenti, in una serie di canzoni in lingua dialettale scritte in
particolare da Domenico Aiola e Franco Giuffrida, sono stati arrangiati
per la scena da Antonio Indelicato.
ARGOMENTO
Federica, giovane studentessa dell’Accademia di Belle Arti, lamenta la
sua frustrazione per questa regione, la Sicilia, che non offre sbocchi
alle nuove generazioni ed incontra nel collega Ibrahim,
extracomunitario già laureato nel suo paese, le stesse incertezze, la
stessa rabbia e le stesse motivazioni che le fanno desiderare di andare
via dalla sua terra. Tuttavia, durante una visita ad un antico palazzo
insieme alla sua classe, Federica vivrà un’avventura fantastica, fra
sogno e realtà, che le farà ridimensionare le sue posizioni.
Rimasta chiusa per errore all’interno dell’inquietante palazzo, ad ogni
rintocco del grande orologio della sala, Federica verrà trasportata
indietro nel tempo: si ritroverà alla festa di Tony, figlio del boss
mafioso Don Vito, negli anni 30; attraverso uno specchio verrà
catapultata in un valzer del periodo borbonico, classe già in declino
dopo le rivoluzioni che porteranno all’unificazione d’Italia; si
risveglierà sul finire del 1200 in mezzo ad un gruppo di popolani
ubriaconi che le racconteranno ciò che sta accadendo con i Vespri ed
infine il “maledetto” orologio la riporterà nel X secolo, durante la
dominazione aghlabida, durante la quale si ritroverà moglie del giovane
emiro Ibrahim. La ragazza scoprirà la sua storia, la storia della sua
terra e del suo popolo e guarderà ad essa con occhi nuovi, raggiungendo
la consapevolezza che quando esisteva la tolleranza ed il rispetto
reciproco, si viveva in armonia e prosperità. E forse è questo ciò che
vorrà tentare di fare in prima persona: mantenere la speranza di
“cangiari” le cose negative attraverso l’unico grande principio del
rispetto per la libertà delle proprie scelte, il rispetto per le donne,
il rispetto per le tradizioni e la cultura di un popolo.
LE MUSICHE
La band STRUMMULA nasce nel quartiere della Civita a Catania
nell’aprile del 1980 e da allora comincia a raccogliere ciò che resta
del patrimonio tradizionale e popolare tramandato dagli anziani. La sua
attenzione si sposta poi anche sulle raccolte di ricercatori isolani
come Corrado Avolio, Antonino Uccello e Giuseppe Pitrè. Nasce così un
repertorio fatto di melodie originali costruite su quanto raccolto da
manoscritti, voci e racconti, insieme ad una serie di brani inediti che
man mano vengono prodotti per raccontare il presente dell’isola. E così
dai testi tradizionali come “Lu vespru sicilianu” si passa a brani come
“Venunu di luntanu” sul tema dell’immigrazione.
All’interno del musical i brani trovano un loro posto ad hoc, inseriti
in un contesto scenico che ne evidenzia i contenuti ed esalta la
bellezza musicale.
POSSIBILI ATTIVITÀ LEGATE ALL’OPERA
I brani all’interno del musical
Il musical si apre con un brano intitolato Canciari nenti. Ecco una
frase emblematica da cui trae il titolo la canzone: “Canciari tuttu ppi
nun canciari nenti”. Se tradotta in italiano, ci riconduce alla famosa
frase che Tomasi di Lampedusa, nel suo romanzo Il Gattopardo , fa
pronunciare a Tancredi, resa più esplicita dall’altra famosa citazione
“se vogliamo che tutto rimanga com’è, è necessario che tutto
cambi”. Tale realtà politica si riferiva all’aria di rinnovamento
che accompagnava l’annessione del regno borbonico all’Italia nascente,
ma già evidentemente corrotta. Se dovessi attualizzare questa frase,
quali spunti di riflessione sorgono rispetto all’attuale situazione
sociale e politica? Il brano in apertura ne offre diversi come la mafia
e la resistenza a questa del popolo siciliano.
Quando Federica si ritrova a doversi inventare una canzone per salvarsi
dal boss Don Vito, cerca nel cassetto dei ricordi dei vecchi detti
popolari che le ripeteva la nonna e ne viene fuori il brano intitolato
Su non cantu moru nel quale appaiono antichi modi di dire che
racchiudono perle di saggezza popolare come per esempio “Cu casca
‘mpuvirtà perdi lu nomu, non si viri taliatu di nisciunu”. Conosci
qualche detto popolare o qualche antico modo di dire in dialetto
ascoltato da persone più anziane?
Ritrovatasi nel gruppo dei grotteschi popolani alla fine del 1200,
Federica ascolta il racconto di ciò che furono le rivolte del popolo
siciliano contro gli Angioini mentre si auspicavano l’intervento di
Pietro d’Aragona, la cui consorte Costanza, discendente del grande
imperatore Federico II, riportava alla memoria lo splendore del regno
svevo. I popolani cantano Lu vespru siciliano, il cui testo è
tradizionale e proviene da una raccolta del Pitrè. “E lu francisi cu la
so putenza ‘nda la Sicilia facìa malacrianza”, così inizia il racconto
che viene dalla bocca del popolo. Ascoltando il brano, quale punto di
vista emerge in merito alla dominazione angioina che lo stesso Dante
nel Paradiso indicò come Mala Segnoria?
Alcuni brani del musical offrono spunti di riflessione su problematiche
presenti che, come sempre accade, si relazionano con eventi già
avvenuti nel nostro passato e che si ripropongono in forme diverse
oggigiorno. Fra queste indichiamo il tema dell’immigrazione/emigrazione
in Venunu di luntanu, il tema delle guerre provocate dagli estremismi
religiosi in Circannu a strata ed ancora il brano di chiusura Semu
siciliani che raccoglie in un sound rock accattivante il cuore della
sicilianità: la commistione tra culture diverse, eredità delle
molteplici dominazioni. Così la tolleranza ed il rispetto nascono
grazie alla conoscenza della propria storia e dalla consapevolezza di
essere un unico calderone di tradizioni e culture. Rifletti sui temi
trattati dai brani in relazione al seguente ritornello tratto
dall’ultima canzone citata:“E allura chi putemu fari, semu tucchi, semu
greci, ‘n pugnu d’africani, di francisi e di spagnoli, semu siciliani!”
Il testo drammaturgico del musical
Il linguaggio del testo drammaturgico riassume le tendenze delle
presenti generazioni legate ai mezzi di comunicazione di massa, come la
TV, Facebook ed i cellulari, combinati con linguaggi più tradizionali,
antichi modi di dire e citazioni dialettali, contrasti risalenti al
passato della nostra isola. Facciamo un viaggio di scoperta nel testo
dell’opera!
Riscopriamo la musicalità del nostro dialetto in un antico contrasto
tradizionale inserito nella scena tra i due popolani dei Vespri che si
scherniscono con battute che nascondono l’eterno tema di amore e odio.
Prova a leggere il contrasto e tenta di analizzare tanto il contenuto
linguistico che tematico.
Alta ci siti vui e iu nun mi ni curu,
pirchì lu spezzi non si vinni cchiù a cantaru,
si vinni a unza, a unza e comu l’oru,
e vui nun siti figghia di quarchi nutaru,
ni puramenti di nu riccu moru,
siti figghia d’un tintu sardaru,
sardaru tintu e mancu bonu.
Facci di carta nzunzata cu l’ogghiu
tu dici ca iu vogghiu a tia,
iu nun t’amu nun ti stimu e nun ti vogghiu,
mancu si fussi oru ni vurria.
Prima ta mettiri setti misi ammoddu
e poi mortu ha passari di mia
e allura ti mannu a diri si ti vogghiu
ppi criateddu nda la casa mia.
Sempre a proposito del periodo dei Vespri, tramanda la tradizione che i
siciliani, per scoprire i francesi che si camuffavano da popolani per
sfuggire alla rivolta, mostrassero loro qualcosa chiedendo di ripeterne
il nome in dialetto, cosa che loro, data la pronuncia francese, non
riuscivano a fare correttamente. Anche nel musical uno dei popolani
chiede al presunto francese di ripetere questa fatidica parola. Qual è?
Quando Federica si ritrova fra i nobili dell’epoca borbonica, sarà
testimone della conversazione di due signorotti che chiacchierano a
proposito delle rivolte dei contadini guidati da un gruppo di
rivoluzionari riferendosi altresì ai precedenti moti del 1820. In che
periodo storico ci ritroviamo e cosa avverrà nel giro di qualche
decennio nella nostra nazione? Che valore ha una costituzione in tal
senso?
La dominazione araba, secondo molti storici fra i quali Amari, portò in
Sicilia un rinnovato splendore artistico, culturale ed economico
intorno al IX-X secolo. La figura realmente esistita dell’emiro
Ibrahim, giovane che aveva ricevuto un’educazione tanto militare che
umanistica, recita un componimento. Qual è il tema universale racchiuso
in esso? Quali altri poeti hanno trattato questo tema?
Cieco! Questa terra, questo cielo, queste stelle sono irrilevanti,
Lascia tutto ed accontenta la tua gioia!
Da questo spazio che ritornando viene costruito e distrutto,
É solo un respiro che prenderai, un respiro irrilevante.
Testo di presentazione ed attività didattiche a cura dell’autrice,
Prof.ssa Giovanna Manola.
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