Partiamo dai dati dell'Istat sul lavoro nero
o, per dirla come l'istituto nazionale di statistica, "sull'occupazione
non regolare nelle stime di contabilità nazionale": dal 2008 al 2009
nel settore dell'istruzione si è verificato un preoccupante aumento del
10,5% dei lavoratori in nero. Ora, considerando che è
praticamente impossibile che una scuola pubblica possa impiegare
maestri o professori irregolari, è automatico puntare l'indice nei
confronti delle scuole non statali o paritarie. Un dato, ripetiamolo,
difficilmente controvertibile, che però rischia di essere apmplificato
a causa di una circolare del ministero dell'Istruzione guidato da
Mariastella Gelmini, che autorizza l'apertura in questo tipo di scuole
di classi con meno di 8
alunni.
DIFFERENZE - Nelle suole pubbliche i limiti sono
completamente diversi: 18 alunni nelle scuole dell'infanzia e alle
medie, 15 alla primaria e 27 alle superiori. Numeri lontanissimi dal
minimo previsto ora per le paritarie. E quella che può sembrare una
cosa di poco conto, ha in realtà un'importanza decisiva, soprattutto
considerando i bilanci delle scuole paritarie. Nel 2007, l'allora
ministro dell'Istruzione Fioroni aveva vietato che nelle scuole
paritarie potessero essere formate classi con meno di 8 alunni. Il
motivo? Molto semplice: si era visto che con un numero inferiore di
alunni e con le rette richieste ai genitori per iscrivere i figli,
difficilmente una scuola sarebbe stata in grado di pagare gli
insegnanti. Un motivo, dunque, serio ed importante, soprattutto alla
luce di alcune denunce di insegnanti che lamentavano il fatto che si
trovavano a lavorare solo per il punteggio: zero stipendio nei casi
peggiori, paghe irrisorie per i più fortunati.
CAUSA - Per arrivare all'annullamento del decreto di Fioroni, è stato
necessario il ricorso al Tar delle associazioni di scuole non statali:
Aninsei, Flinsei e Filins su tutte. Il Tar ha dato loro ragione, ma il
ministero non ha pensato fosse il caso di fare ricorso. Quindi, a
distanza di 4 anni dall'entrata in vigore del vecchio decreto, la
Gelmini ha invitato i direttori regionali a prendere atto
dell'annullamento del decreto del suo predecessore. Le scuole paritarie potranno quindi formare
classi anche con un solo alunno, mentre le scuole pubbliche chiaramente
no. Non è una cosa proprio paritaria, ma ciò che è peggio è che il
lavoro nero, una delle piaghe più difficili da estirpare in questo
nostro paese, ha l'ennesima occasione per crescere.
(da Informazione libera net1news)
redazione@aetnanet.org