"Il
problema è serio, vero e profondo". Con queste parole, Giuseppe Jogna,
presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, commenta con
LABITALIA i dati del Miur che registrano un calo delle iscrizioni dei
giovani agli ordini professionali. "La flessione - spiega - interessa
anche la nostra categoria. Dati alla mano, di quel 60% di giovani che
riesce a superare l'esame di abilitazione, solo una parte decide di
iscriversi all'albo. E non possiamo certo non condividere questa
scelta".
"Iscriversi a un albo - osserva Jogna - significa comunque pagare
una quota di accesso e una tassa di iscrizione, a prescindere dai
guadagni che, nel caso arrivino, al momento dell'ingresso nella
professione non ci sono". "Ci siamo resi conto del problema -
sottolinea - e come Consiglio nazionale abbiamo deciso di rinunciare
alla quota dei consigli provinciali nel caso in cui questi, a loro
volta, non si facciano pagare la quota di iscrizione. Una decisione,
questa, che non dipende da noi, ma dai diversi consigli locali". "Una
volta terminati gli studi - continua il presidente del Consiglio
nazionale dei periti industriali - la maggior parte dei giovani non ha
materialmente i soldi per iscriversi, e si trova costretto a ricorrere
alle tasche dei genitori". "Ovviamente - rimarca Jogna- questo non è
giusto, anche perché stiamo ancora attraversando un periodo di crisi
che comunque tocca anche i professionisti anziani". "C'è poi - osserva
- il rovescio della medaglia: molti giovani non riuscendo a trovare un
lavoro, decidono a priori di iscriversi a un albo certi di avere, prima
o poi, un'occupazione garantita dall'essere professionisti. Ma sono
casi, in generale il problema del basso livello di iscrizione agli albi
esiste e per risolverlo la categoria dei periti industriali si sta
impegnando a fondo". http://www.cataniaoggi.com
redazione@aetnanet.org