Le
sollecitazioni ahimè sono molte. E così, come capita da tempo, ecco
qualche passo nei paradossi di una gestione della nostra scuola
pubblica che rasenta il delirio. Come sanno anche i non addetti ai
lavori, Brunetta conduce fiero una propria personale offensiva contro
il mondo della scuola, che si colloca nella più generale caccia al
fannullone nel pubblico impiego; per il ministro giustiziere sono
settori identici, frequentati dalla stessa brutta gente: non se ne può
più di assenteismo, insubordinazione, dichiarazioni contro
l'amministrazione, mancanza di efficacia ed efficienza. Come
nell'indimenticabile imitazione di Crozza, l'insofferenza e gli sbuffi del randellatore Brunetta si
riverberano in una squallida notte in cui tutte le vacche sono nere e
dove principi e ritorsioni si confondono in un'unica visione
punitiva.
Ma il ministro è stanco anche di quell'inutile orpello passatista
che sono i sindacati. Il suo nuovo decreto interpretativo del dl 150/09
vuole scongiurare il ripetersi di situazioni come quella verificatasi
qualche mese fa, quando il Tribunale del Lavoro di Bologna diede
ragione a Cgil e Cisl nei confronti del comportamento antisindacale di
3 dirigenti scolastici, che avevano sottratto alla contrattazione
decentrata alcune materie indicate nell'art. 6 del Ccnl: utilizzo di
docenti e personale Ata in relazione al piano dell'offerta formativa e
a quello delle attività; assegnazione a sedi distaccate e plessi;
ritorni pomeridiani; articolazione dell'orario e criteri per
individuare come utilizzare il fondo d'istituto. Detto, fatto: Brunetta
decreta che i dirigenti non dovranno più contrattare al tavolo quelle
materie. Il 4 febbraio scorso Cisl e Uil avevano firmato alla presenza
di Letta un accordo per posticipare l'applicazione della riforma
Brunetta nella scuola al rinnovo del contratto nazionale, previsto per
il 2013. Il decreto annulla di fatto il rinvio: basterà per far
riflettere i due sindacati sull'autentico valore dei loro accordi
"strategici" e solitari?
La scorsa settimana, raccolta di firme indirizzate al sen. Colli,
portavoce del Ddl sulla privatizzazione del sostegno, provvedimento che
minaccia di cancellare una norma di civiltà che tutta Europa ci invidia
e che se dovesse passare costituirebbe un precedente di imposta
sull'inclusione; particolarmente odiosa e ignobile, perché a pagare
sarebbero le famiglie dei disabili: continuare ad integrare i propri
figli nella scuola di tutte e di tutti.
Ma ecco: colpo di scena! La Ragioneria dello Stato pubblica il
Massimario dei rilievi ispettivi anno 2010", che riporta le principali
violazioni alla norma, nel nostro caso da parte delle scuole. Alla voce
correttezza della procedura si legge: indebito accollo alle famiglie
degli alunni di contributi dovuti in forma obbligatoria dagli Istituti.
Il cosiddetto "contributo volontario" una tassa il cui pagamento viene
di fatto imposto ai genitori era usanza solo delle scuole superiori;
ma, dal 2008, considerate le condizioni in cui versano gli istituti,
anche molti dirigenti di altri tipi di scuola hanno iniziato a esigere
questa forma di finanziamento ora dichiarata indebita.
Dulcis in fundo la Circolare "Guantanamo", notificata a marzo al liceo
De Chirico di Roma dal dirigente Mazzilli. Due validi esempi di tono
conciliante e scopo collaborativo: Le soste in corridoio in "amena
conversazione", non sono raffigurabili come presenza a Scuola;
L'istigazione all'inosservanza di norme e comportamenti che regolano la
vita scolastica, visto che rivolti a minori, sono configurabili in
termini penali come "circonvenzione di minori". Profluvio
dell'aggettivo "penale" ed evocazione continua della legge Brunetta
(chi si rivede!): sarebbe interessante continuare a sciorinare la
sfilza di divieti e promesse di ritorsioni contenute in questa
circolare 164, per quel branco di indolenti che stazionano
chiacchierando (chi valuterà il grado di amenità della conversazione?)
o inculcano atteggiamenti, configurando la circonvenzione di minori. A
marzo 30 docenti hanno diffidato il dirigente. Oggi, a fronte di
mancanza di qualsiasi chiarimento, l'esposto alla Procura della
Repubblica di Roma. Vedremo come andrà a finire. (da Il
Fatto di Marina Boscaino)
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