In
arrivo il primo decreto attuativo della riforma universitaria. Alla
fine del mese, il 29 gennaio per la precisione, entra ufficialmente in
vigore la riforma degli atenei approvata poco prima della pausa
natalizia in mezzo alle plateali proteste dell'opposizione e pubblicata
in Gazzetta Ufficiale il 14 gennaio.Il ministro dell'Istruzione,
Mariastella Gelmini, nonostante il clima politico surriscaldato
dall'ennesimo scandalo che vede protagonisti Silvio Berlusconi e la
giovanissima tunisina Ruby, dovrebbe portare il prossimo venerdì in
consiglio dei ministri il primo regolamento necessario a definire
l'accesso alla professione di docente universitario. Il primo
provvedimento, stilato tra l'altro anche con la collaborazione del
Consiglio universitario Nazionale, (Cun), organo di autogoverno
universitario e consulente "tecnicno" del ministero, rivede il sistema
di concorsi prevedendo d'ora in poi l'obbligo dell'abilitazione
nazionale. Obiettivo della riforma è quello di semplificare le regole e
soprattuto di valorizzare il merito, cercando di cancellare un passato
nel quale troppo spesso le cattedre universitarie venivano quasi
"ereditate" dai membri della stessa famiglia.
Dunque si chiude con i concorsi locali banditi dalle singole
università. L'abilitazione sarà unica ed a livello nazionale, un'unica
lista trasparente con tutti i nomi dei professori idonei a insegnare,
che avrà validità quadriennale. Niente concorso nazionale, niente
cattedra. Al momento sono le università stesse a scegliere attraverso i
concorsi banditi di volta in volta i professori ordinari e quelli
associati.
Le selezioni per conseguire l'abilitazione saranno bandite ogni anno. E
chi non supererà la selezione dovrà saltare due turni (due anni di
bandi) prima di poter ritentare. Sarà una commissione scelta con il
metodo del sorteggio a compilare la lista dei professori potenzialmente
idonei al ruolo. In ogni commissione un componente sarà sorteggiato tra
alcuni candidati stranieri, provenienti da un paese che partecipa
all'Ocse. A scegliere sarà l'Anvur, la nuova agenzia di valutazione del
sistema universitario. Saranno poi i singoli atenei a decidere in
quella lista di abilitati chi assumere.
Una volta in consiglio dei ministri il via libera è scontato. Sarà poi
necessario il via libera delle commissioni parlamentari e del Consiglio
di Stato.
Intanto proprio in questi giorni il Cun sta rinnovando la propria
maggioranza attraverso le elezioni. Andrea Lenzi, presidente del Cun
spiega come queste elezioni siano: «il primo banco di prova per tutto
il personale universitario che vuole partecipare ancora e con rinnovata
forza al miglioramento del sistema universitario».
( http://www.ilgiornale.it/di Francesca Angeli)
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