"Anch'io
convidivo l'editoriale di Avvenire": il ministro Gelmini cerca di
smorzare l'effetto del commento del quotidiano dei vescovi, dopo le
polemiche scaturite dalla sferzata che le era arrivata dopo la
pubblicazione dell'editoriale. Nell'anno scolastico che sta per
cominciare “non si guardi ad altri interessi che non siano quelli dei
ragazzi, non si sfrutti il loro nome per richieste e pretese, per
quanto comprensibili. Non si faccia carriera sulla loro pelle”. Il che
- scriveva Avvenire - vale “per il ministro, e per ogni adulto che ha
una funzione nella scuola”. Il duro monito è contenuto in un editoriale
del giornale dei vescovi Avvenire, pubblicato ieri dopo la conferenza
stampa del ministro Maria Stella Gelmini ha dei toni decisamente
critici verso il ministero dell'Istruzione.
Per tutta la giornata di ieri la stampa italiana riprende il pezzo,
contestualizzandolo - come ha fatto anche Ilsalvagente.it - come un
duro attacco al ministro. Ieri pomeriggio la "correzione" del
quotidiano
Ma nel pemeriggio di ieri è intervienuto direttamente il direttore,
Marco Tarquinio, che occupa quel posto da quando è stato "linciato" il
suo predecessore Boffo. E Tarquinio sente il bisogno di pubblicare sul
sito on line del quotidiano "Un utile appunto" dove si smentisce ogni
attacco alla Gelmini.
"Abbiamo scritto ieri con la bella verve e la sapienza letteraria e
umana di Davide Rondoni dell'anno scolastico che sta per ricominciare":
inizia il direttore, riportando qualche passaggio. Ma "vediamo ora -
prosegue - montare una piccola tempesta di interpretazioni, in dura e
preconcetta chiave anti-ministro. Un'interpretazione libera, ma che non
sta né in cielo né in terra. Perché il nostro pensiero è chiaro, il
“comandamento” è chiaro: non strumentalizziamo i ragazzi, non usiamoli
per i nostri fini. Appunto".
Una marcia indietro? La certezza non c'è. Ma è difficile non pensare
all'ultimo direttore di Avvenire, Dino Boffo, e a com'è finita la sua
"contestazione".
"Un anno scolastico pieno di ombre"
Eppure nell'editoriale firmato da Davide Rondoni, se è evidente come le
critiche non siano rivolte "solo" alla Gelmini, sembra altrettanto
chiaro, quando di legge che l'ammonimento è rivolto al "ministro, e a
ogni adulto che ha una funzione nella scuola", che ci riferisce anche a
lei.Di seguito vi riportiamo alcuni passaggi, rimandandovi ad Avvenire
per la lettura integrale.
“La signora ministro - sostiene l'articolo - ha affrontato con
gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l'Università
che la scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo
molto”. Sulla quale il giudizio dei vescovi rimane sospeso. Nonostante
gli sforzi, infatti, anche per “interessi corporativi” e i “molti
problemi lasciati per strada anche quest'anno il panorama dell'avvio”
del nuovo anno scolastico appare - a giudizio di Avvenire – “confuso e
pieno di ombre”.
“Speriamo che prevalga la buona volontà”
“Speriamo - auspica l'articolo - che prevalga in tutte le parti la
buona volontà di salvaguardare l'essenziale”, e di evitare, anche e
soprattutto “là dove le condizioni non sono buone” che “si esacerbi il
tutto, ma si faccia in modo che i bambini e i ragazzi non patiscano
maggiore disagio”.
In giro - osserva Avvenire – “ci sono un sacco di furbastri che campano
sulla e nella scuola e però dei ragazzi gliene interessa assai meno del
giusto”. Mentre “trattare male la scuola - avverte il giornale dei
vescovi - è il reato più grave oggi in Italia, oltre che un peccato
ignominioso. E chi lo fa meriterebbe di essere portato davanti ad un
plotone di esecuzione di ragazzi armati di pistole ad acqua, elastici,
schioppi di legno o mitragliette con i suoni elettronici. Un plotone
che, a guardare come vanno le cose sarebbe schierato dalla mattina alla
sera”.
La conferenza stampa di ieri del ministro
"Impossibile assorbire 200 mila precari, frutto di politica del
passato": è questo uno dei passaggi chiave della conferenza stampa di
ieri del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini che, da Palazzo
Chigi, ha illustrato tutte le novità dell'anno scolastico 2010-2011.
"Se si considerano precari anche coloro che hanno fatto una sola
supplenza, sono oltre 200 mila i precari a fronte di 700 mila
insegnanti già impiegati stabilmente nella scuola. È necessario che la
politica del passato faccia autocritica perchè - ha sottolineato - sono
stati distribuiti posti non necessari che la scuola non è in grado di
assorbire. Nessun governo - ha concluso - può assorbire 200 mila
precari". E' un momento di crisi, ha aggiunto il ministro, e l'Italia
ha il debito pubblico che ha. "Le risorse non si possono aumentare, ma
solo razionalizzare. Non siamo la Finlandia".Immediata la replica di
Panini, della Cgil: "Il ministro ha il dovere di incontrare chi
protesta per il posto di lavoro". Ma già nei giorni scorsi - l'Flc
della Cgil aveva ribadito che "non si può, come sta facendo il governo,
mostrare disinteresse e disprezzo verso i lavoratori precari della
scuola di Palermo che stanno attuando lo sciopero della fame, come
forma di protesta estrema, per potere semplicemente rappresentare le
proprie ragioni alla ministra Gelmini.Giacomo Russo e Caterina Altamore
sono allo stremo delle proprie forze come evidenziato dal ricovero
d'urgenza di Giacomo.Chiediamo - aveva concluso la nota del sindacato
del 31 agosto - che la Gelmini ascolti quei precari e metta fine alle
logiche autoreferenziali e autoritarie con le quali pretende di imporre
politiche che stanno demolendo il sistema dell'istruzione,
dell'università e della ricerca pubblica". Appello respinto.
La Gelmini difende la sua riforma
"Ogni riforma - ha poi continuato la Gelmini - ha sempre un margine di
rischio, un margine di correttivi. Ma quest'anno siamo di fronte di una
riforma epocale, che si sforza di creare un collegamento con il mondo
del lavoro e con il mondo dell'università. Anche per gli insegnanti ci
sono delle opportunità concrete. Poi prosegue: "Certo, qualche
difficoltà la mettiamo in campo, ma non a caso abbiamo istituito un
ufficio a livello territoriale per verificare l’andamento della
riforma. Che non potevamo più rinviare".
"Per ora nessun incontro con i precari"
Ai precari da giorni in sciopero della fame che le chiedono un incontro
dice: "Sono sempre disponibile al confronto, non alle polemiche". "Ho
sempre incontrato i precari in questi anni - chiarisce - non sarebbe
certo una novità farlo oggi". Il ministro parla di disagio reale, per
cui esprime la massima solidarietà, ma anche di spettacolarizzazione:
"Incontrerò gli insegnanti quando accetteranno il confronto sui dati
veri, sulla situazione concreta. Per fare polemica, e alimentare il
malumore, non ci sto"."Capisco le proteste - aggiunge - ma non le
condivido. Fuori ci sono precari che manifestano senza neanche sapere
se hanno davvero perso il posto di lavoro o no". Per questo , precisa
dopo le domande dei giornalisti al termine della conferenza stampa,
"per ora nessun incontro". Il ministro spiega che per ora non ci sono
risposte concrete, e che non avrebbe senso un confronto perchè la
situazione, al momento, ancora non è chiarita: "Non sappiamo ancora
quali di loro saranno riassorbiti o meno, in quanti perderanno davvero
il lavoro".Il ministro ha comunque assicurato che una volta completate
le operazioni riprenderà ad incontrare i precari. Ma non in queste
giornate perchè, ha spiegato, "non voglio essere coinvolta in
contrapposizioni politiche che avrebbero un impatto negativo sull'avvio
dell'anno scolastico".
Dal tempo pieno ai quiz universitari
Non solo precari, comunque. La Gelmini ha parlato anche dei test
d'ingresso all'università, diventati ormai delle quasi-lotterie per le
quali sembra servire più fortuna che preparazione."Nessun abolizione":
ha spiegato, convinta che "ci debba essere un modo oggettivo per
selezionare decine di migliaia di studenti che vogliono accedere alla
facoltà di Medicina". Certo, "ci sono margini di miglioramento ma sono
limitati. Qualcuno propende per far pesare di più il voto di maturità
dei ragazzi ma - ha aggiunto - oggi non c'è una misurazione oggettiva
dei ragazzi al termine della scuola superiore".Poi il tempo pieno.
Numeri alla mano: "il tempo pieno è aumentato, per il biennio
2009-2011, del 3,5%. Nel prossimo anno scolastico le classi a tempo
pieno, grazie all'eliminazione delle compresenze, passeranno da 36.493
a 37.275".
Inoltre da quest'anno "non si potranno superare i 50 giorni di assenza.
Pena la bocciatura". Questo, ha sottolineato il ministro, anche nella
prosecuzione della "linea del rigore", intrapresa sinora.
(Martina Aureli -Il Salvagente)
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