Bullismo a scuola,
fenomeno in aumento: solo un terzo degli studenti italiani non ha mai
sentito epiteti omofobi e prese in giro nei confronti di compagni
maschi nell'ultimo mese a scuola. Per uno studente su cinque, anzi,
queste espressioni fanno parte della vita scolastica quotidiana. Non
solo, uno studente su 13 ha assistito almeno una volta nell'ultimo mese
ad aggressioni omofobe di tipo fisico. Sono gli sconcertanti dati
emersi dalla prima ricerca sul
bullismo omofobico a scuola elaborata da Arcigay con il contributo del
ministero del Lavoro. Gli insegnanti intervistati hanno detto
di non essere a conoscenza di episodi di molestie sessuali oppure di
aggressioni fisiche, che pure avvengono e sono più gravi nei confronti
dei maschi, mentre in quelli delle femmine spopolano epiteti, prese in
giro e dicerie.
Circa metà degli studenti hanno detto di avere utilizzato epiteti
nei confronti di amici e compagni che si pensava gay e circa un quarto
degli studenti riporta di averli utilizzati nei confronti di un'amica e
nei confronti di una compagna che si pensava fosse lesbica. Escludendo l'utilizzo di epiteti omofobi
nei confronti di compagni e compagne di cui si pensava fossero gay o
lesbiche, 115 studenti (13,33%) potrebbero essere considerati bulli. Un
totale di 32 studenti (3,71%) hanno subito atti di bullismo omofobico a
scuola con una cadenza almeno settimanale. Le storie raccolte
durante la ricerca hanno mostrato una forte presenza delle offese
verbali e delle prese in giro, anche se attacchi violenti sul piano
fisico non sono rari e avvengono soprattutto durante l'intervallo e la
mensa. O comunque in classe, talvolta in assenza dei docenti, talvolta
con loro presenti. Le conseguenze di
queste aggressioni, verbali o fisiche, sulla vita delle vittime? Spesso
si arriva a condizioni di disagio psicologico, a volte addirittura di
insuccesso scolastico, senza tralasciare le problematiche di
integrazione sociale nel contesto scolastico. (Apcom)
Redazione