Il compito degli
esaminatori non è certamente facile, specie quando ci si imbatte in
alcune situazioni che rasentano l’umorismo e rievocano le
profondità sprofondate.Lo sapevate che Leopardi aveva un figlio?
E sì, è il figlio dell’affanno, ha scritto un candidato che diventerà “ragioniere.
Passando tra i banchi durante la prova scritta mi fermo vicino al banco di un candidato “interno” per la burocrazia per le scuole paritarie, diplomifici autorizzati,ma “esterno”al mondo della scuola avendo conseguito un fantomatico titolo di idoneità alla classe quinta .
Con attenzione e rispetto per la persona dello studente, che vedevo agitato e ansioso, chiedo con amorevolezza quale tema stesse svolgendo e mi indica con la mano il secondo dei temi ministeriali assegnati : Tipologia B, ambito artistico letterario : Argomento: Piacere e piaceri.
Chiedo perché ha scelto quel tema tra i tanti proposti e mi rispende con naturalezza: “perché questo è il tema a piacere e siccome io avevo preparato il tema sul Pascoli, cercherò di farcelo entrare”.
Rimango perplesso mi sforzo di fargli comprendere che la redazione del saggio breve richiede l’utilizzazione dei documenti proposti.
Mi risponde che avendo trovato il brano di D’Annunzio e avendo letto che anche Pascoli era della stessa corrente gli argomenti erano coincidenti.
Chiedendo poi come intrecciare il tema del piacere con la poesia di Pascoli, mi risponde convinto che ci sono i piaceri del fanciullino , i giochi dei bambini, l’innocenza …
Ripassando dopo circa un’ora e vedendolo ancora indaffarato attorno a quel foglio con tante cancellature , leggo quanto ha scritto e suggerisco di utilizzare anche gli altri documenti proposti, quali la poesia di Leopardi, il testo di Bertot Brecht e di Palo Mantegazza tratto dalla Fisologia del piacere.
Mi chiede stupito chi è Leopardi ed io meravigliato e sorpreso per la domanda mi limito ad indicare il brano proposto e leggo insieme al candidato “Piace figlio d’affanno, gioia vana ch’è frutto del passato timore” e chiedo cosa vogliono dire queste parole.
Ecco la risposta: “A sì. Leopardi aveva un figlio, con l’affanno . E’ giusto perché quando nascono i bambini c’è tanto piacere e tanto dolore e dopo le doglie del parto viene la gioia dei figli”.
Originale anche al colloquio orale che alla richiesta dove è ambientato il romanzo dei Malavaglia al suggerimento del professore in lingua siciliana : “nella zona da……” il candidato risponde in italiano “ Aci della treccia “, ritenendo improprio e volgare usare agli esami il termine “di Aci -trezza “
Giuseppe Adernò

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