Curreli
è convinta che un modello di questo genere è stato avallato da
"guastatori dell'istruzione, travestiti da riformatori, che invece di
governare con lungimiranza e saggezza, cercano solo di raccattare
consensi immediati e meschini. E lo fanno introducendo, ad arte,
fattori di controversia e di disturbo. Così smantellano le garanzie
didattiche, dequalificano il sistema formativo, delegittimano i docenti
e attentano alla loro libertà d'insegnamento, falciando le cattedre e
sequestrando a casa i precari". (Apcom)
Curreli è convinta che un
modello di questo genere è stato avallato da "guastatori
dell'istruzione, travestiti da riformatori, che invece di governare con
lungimiranza e saggezza, cercano solo di raccattare consensi immediati
e meschini. E lo fanno introducendo, ad arte, fattori di controversia e
di disturbo. Così smantellano le garanzie didattiche, dequalificano il
sistema formativo, delegittimano i docenti e attentano alla loro
libertà d'insegnamento, falciando le cattedre e sequestrando a casa i
precari". (Apcom) -
Per i Cip, quella dei precari sarebbe solo l'ultima di una serie di
manovre tese a dequalificare la scuola pubblica: "questo governo -
sottolinea la presidente dei Cip - sottrae anche gli studenti il
diritto al domani, alla leale competizione e alla valorizzazione dei
meriti. Agli handicappati revoca il diritto al sostegno, a tutti
espropria il diritto al maggior tempo ed al pluralismo didattico e
culturale, sopprime le sperimentazioni e riduce gli indirizzi, le
materie e la pluralità dell'offerta formativa".
"È un governo, il nostro, che - continua - taglia i fondi per la
manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici, dirotta le risorse
occorrenti alla gestione ordinaria della scuola pubblica verso
diplomifici ed istituti religiosi per mera contropartita elettorale". Per la rappresentante dell'associazione, il
pericolo, ora, è che tra i tantissimi precari della scuola (300mila
solo tra i docenti) si inneschi una sorta di 'guerra civile' con
l'unico obiettivo di salvaguardare il proprio posto di lavoro.
"Ora ci si può accapigliare tra precari posizionati da una parte o
dall'altra della penisola, di qua o di là di questo o quel
provvedimento spacca-precari. Tra chi sta con la regione a chissà quale
titolo e chi sta con lo stato con tutti i titoli. Tra chi ha tanta
esperienza e chi ha il diritto di farsela, tra chi racimola pochi euro
con lo spezzone e chi con l'indennità di disoccupazione, tra chi sta a
casa col sussidio e chi fa presidio sui pochi cornicioni ancora liberi.
Ma il vero dramma è che noi precari non facciamo più notizia così come
la scuola non suscita più interesse".
Anche il cosiddetto 'decreto
salva-precari', di cui nel corso di questo a.s. hanno usufruito circa
20mila supplenti rimasti senza contratto a seguito dei tagli, viene
considerato fallimentare, ma in pochi l'hanno detto perché ormai
viviamo "un Paese che non ha più la capacità d'indignarsi: chi governa
- sostiene la leader di Comitati insegnanti precari - ha destinato
degli ammortizzatori capaci d'innescare degli autentici detonatori
sociali in cui tutti sono contro tutti. I giovani contro i vecchi,
questa disciplina contro le altre. Ed ora si aggiungerà -
conclude Curreli - quel luogo contro il resto d'Italia".