Per comprendere la portata della riforma che "semplifica" la scelta dei
futuri liceali (sei indirizzi in tutto: classico, scientifico, delle
scienze umane, linguistico, artistico e musicale/coreutico) basta dare
un'occhiata ai Piani dell'offerta formativa (Pof) di alcuni prestigiosi
licei italiani e confrontarli con i curricula gelminiani. In apparenza l'unico liceo che si salva
dalle cesoie di Tremonti è il classico. Ma è davvero così? "Nel
rispetto della formazione liceale ad indirizzo classico - si legge nel
Pof del prestigioso liceo milanese - il liceo Parini attua da diversi
anni modifiche al piano di studi tradizionale, storicamente legate alle
sperimentazioni già approvate dal ministero".
In poche parole, lo studio della lingua straniera è stato esteso
all'intero quinquennio e in alcuni corsi di lingue straniere se ne
studiano addirittura due. C'è poi la sperimentazione Brocca che, oltre
allo studio per l'intero quinquennio della lingua straniera, prevede
anche il diritto, l'economia e più matematica. Mentre al Garibaldi di
Palermo tutti i corsi hanno qualcosa in più dell'indirizzo
tradizionale: storia dell'arte per tutti e cinque gli anni in 11 corsi
su 13 e diversi corsi Pni. Ma dal prossimo mese di settembre, in
tantissime classi del liceo classico si studierà di meno: 27 ore al
biennio e 31 al triennio. Risultato: meno matematica, lingua straniera
e storia dell'arte. Quando la riforma sarà a regime, del resto, saranno
oltre 6.000 le ore di lezione che lo Stato erogherà nelle classi del
liceo classico.
Stesso discorso al liceo scientifico, dove i corsi con matematica e
fisica potenziate o bilingue sono la maggioranza. Da settembre, gli
orari vengono uniformati: 27 ore al biennio e 30 negli anni a seguire.
Confrontando i nuovi quadri-orario con quelli del Piano nazionale
informatica ci si accorge che si studieranno meno matematica, fisica e
latino. E' il caso, ad esempio, del Righi di Roma, dove sette corsi su
dieci sono sperimentali. In futuro studiare due lingue straniere, così
come frequentare la "nuovissima" opzione delle scienze applicate, sarà
un autentico miraggio.
Artistico decisamente soft quello della Gelmini. Attualmente, quella
più gettonata è la sperimentazione Michelangelo, con 40 ore a settimana
a partire dal primo e 43 all'ultimo anno. Del resto, imparare a
disegnare, dipingere o a dare forma alla creta richiede tantissime ore
di esercitazione in laboratorio. Al Leon Battista Alberti di Firenze i
sette corsi diurni sono tutti sperimentali. Ma da settembre i sei
indirizzi disponibili (arti figurative; architettura e ambiente;
audiovisivo e multimedia; design; grafica; scenografia) dovranno farsi
bastare 34 ore al biennio e 35 ore settimanali al triennio.
Il liceo linguistico, attualmente funzionante come sperimentazione
(Brocca) presso gli ex istituti magistrali, è quello maggiormente
penalizzato dalla riforma. Gli studenti del Tommaso Campanella di
Napoli seguono in media 34 ore di lezioni alla settimana. Nella
versione light sparirà quasi del tutto il latino e si ridurranno le ore
di italiano. Ma non solo: spariranno la musica e il diritto e si
studierà meno matematica. Stesso discorso per i licei delle Scienze
umane, che sostituiscono gli ex magistrali (ora licei
socio-psicopedagogici), dove sono proprio le materie scientifiche a
pagare il prezzo più alto al "riordino" voluto dal governo Berlusconi.
Chiudono la rassegna dei nuovi licei i musicali e i coreutici, vera
novità della riforma. Ma saranno davvero pochi gli studenti italiani
che potranno frequentare le lezioni di strumento musicale e di danza.
Delle 40 classi di liceo musicale ne saranno attivate soltanto 24, meno
di una ogni quattro province. I coreutici, in Italia, si potranno
contare sulle dita di una sola mano: saranno soltanto quattro e non si
sa molto di coloro che insegneranno le discipline di indirizzo.
di SALVO INTRAVAIA