I dati ufficiali parlerebbero di circa 20mila richieste, ma
se ne aspettavano 35mila per coprire alla meno peggio le 26mila
riduzioni di cattedre dovute alla riforma della secondaria di secondo
grado. Un bel grattacapo per il Governo che deve sistemare, chissà
dove, 5.600 docenti in rotta di collisione coi colleghi e col mondo
intero, qualora venissero mandati da qualche altra parte.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
Si prevede un robusto calo delle domande di pensione per il prossimo
anno e questo non fa piacere al ministro Tremonti che,quando impose la
riforma dei tagli alla sua collega Gelmini, si aspettava altri e più
generosi numeri cosicché si potessero sistemare i professori in esubero
e ancora troppo giovani per lasciare la scuola. I dati ufficiali
parlerebbero di circa 20mila richieste, ma se ne aspettavano 35mila per
coprire alla meno peggio le 26mila riduzioni di cattedre dovute
alla riforma della secondaria di secondo grado. Un bel grattacapo per
il Governo che deve sistemare, chissà dove, 5.600 docenti in rotta di
collisione coi colleghi e col mondo intero qualora venissero mandati da
qualche altra parte. Non andrebbero da nessuna parte invece i supplenti
annuali che finora hanno alla meno peggio sbarcato il lunario, perché
per loro non pare ci sia altro che di stare a casa o di ingegnarsi con
le lezioni private. D’altra parte la scuola non è un ammortizzatore
sociale, come dice la ministra Gelmini che ha tutto a disposizione
compreso autista e auto blu, per cui bisogna arrangiarsi anche
sfruttando le riscoperte severità nella scuola, come appunto l’aumento
di respinti e di materie con insufficienze. Lezioni private a go go
allora per i colleghi di materie classiche, italiano, geografia,
diritto, musica ma anche informatica, economia, trattamento testi e…
Chissà se verrà costituita pure una nuova materia come: l’arte di
arrangiarsi, così praticata in questi tempi da politici e manager in
combutta, a seconda delle emergenze, o con le mafie o coi terremoti.
Per loro d’altra parte i risparmi non s’hanno da fare e cappellaccio
paga tutti senza che nessuno scomodi la crisi o gli ammortizzatori
sociali o il “68.
Pasquale Almirante