Per iniziativa della
Sezione UCSI di Catania, che aggrega i giornalisti
cattolici, l'11 ottobre presso il Palazzo ex ESA, sede della Presidenza
Regionale a Catania, ha avuto luogo un incontro formativo per i
giornalisti sul tema: "Per una comunicazione efficace, l'arte di saper
comunicare". L'Ordine Regionale dei Giornalisti ha concesso il
patrocinio, assegnando ai partecipanti n. 4 crediti formativi. La
relazione introduttiva sulla comunicazione è stata presentata con
l'ausilio di slides dal preside Giuseppe Adernò, presidente della
sezione provinciale UCSI di Catania, ed in particolare sono stati
elencati i riferimenti ai codici deontologici che dal 1990 hanno
focalizzato, attraverso le "Carte" di Treviso, di Perugia, di Roma, di
Trieste, di Firenze e di Olbia, i doveri dei giornalisti per una
comunicazione efficace e rispettosa dei diritti della persona umana,
del bambino, del disabile, dell'emigrato e inoltre, come comunicare la
tutela dell'ambiente, del territorio; come esporre le calamità naturali
ed il trattamento dei dati personali.Commentando i cinque verbi del giornalista: descrivere, raccontare, interpretare, valutare, argomentare, sono state esplicitate le caratteristiche della comunicazione che deve essere: limpida, ordinata, armonica, coerente, sintetica, autentica e vera.
Don Marco Catalano, Rettore del Seminario di Acireale, responsabile dell'ufficio delle comunicazioni sociali della diocesi di Acireale, ha sviluppato il tema della comunicazione negli aspetti del linguaggio, della cultura e dell'arte di saper comunicare.
Particolarmente significativi sono stati i riferimenti all'evoluzione storica della comunicazione dall'oralità, alla scrittura ed oggi tramite i social media, intrecciando sempre il logos, il patos e l'ethos.
Con puntuali esempi sono stati analizzati i tempi e le modalità comunicative dei prodotti pubblicitari, al fine di rendere convincente e attraente il messaggio da proporre.
L'uomo di oggi è come un decoder in attesa di un segnale per attivarsi e la comunicazione diventa veicolo di messaggi e di input per pensare ed agire.
Suor Rosetta Calì, pedagogista salesiana e autrice di libri sulla comunicazione, ha stimolato l'attento pubblico con costanti interrogativi circa il ruolo, il compito e la funzione del giornalista, quale professionista della comunicazione, evidenziando la dimensione educativa dell'ascolto, dello sguardo e la cultura dell'incontro.
Le originali metafore del giornalista pannello solare, girasole e non salice piangente, proiettato nell'era digitale verso un arcobaleno di speranza e di ottimismo capace di vedere oltre le nuvole, sono state riprese anche nel dibattito che ha consentito di puntualizzare l'interazione con la medialità, la pedagogia dei socialmedia e la valenza della connessione, spesso solo apparente quando produce la solitudine.
I nativi digitali, connotazione dei giovani di oggi, soffrono l'anemia della relazione, essendo per la maggior parte "orfani "di maestri e figli di genitori "liquidi" e "adultescenti".
I social media non sono semplici strumenti di comunicazione, bensì sono degli "ambienti" che vanno custoditi e curati per dare efficacia ed efficienza alla professione del giornalista d'oggi.
Giuseppe Adernò

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