Dopo aver scritto
sul modo di rapportarsi e di confrontarsi con gli altri,
secondo le analisi del medico ginevrino, Paul Tournier, ed aver
illustrato sulla predisposizione all’ascolto ed al dialogo, voglio
adesso concludere descrivendo la “terza fase”, l’incontro.
Innanzitutto bisogna sottolineare che un incontro può essere con altre
persone, con un’idea, con la natura o con Dio. Tenendo conto che i
nostri incontri debbano essere sempre considerati come delle ore
privilegiate, e mai… una semplice “perdita di tempo”.
Per essere un “vero” incontro, secondo il pensiero di Paul Tournier,
bisogna che vi siano delle caratteristiche ben precise: oltre ad un
“contatto” tra due o più persone, è necessario confrontare liberamente
le proprie idee con quelle degli altri. Un confronto reciproco
scaturisce dallo scambio delle proprie idee ed emozioni, meditando e
discernendo le sensazioni che queste idee infondono.
Il dialogo con la natura presuppone di dover contemplare, analizzare,
studiare, meditare e discernere ciò che la natura (animale, vegetale e
ambientale) vuole comunicarci.
Per “dialogare” con Dio, occorre, soprattutto, studiare e ascoltare la
Sua Parola, e “metterla in pratica”. Dialogare con Dio, confidarsi con
Lui, ed aspettarlo in silenzio.
E’ necessario ricercare il raccoglimento con l’altro, con un’idea, con
la natura, con Dio. Solo attraverso il raccoglimento si può discernere
e capire il vero significato dell’incontro.
Per attuare tutto ciò, occorre applicare una “esistenza responsabile e
viva”.
Ad ogni incontro, soprattutto con Dio, occorre “stilare” un contratto e
un impegno, ma prima di tutto è necessario che insieme si stia in
“raccoglimento ed in ascolto”. Tutto questo dà, sicuramente, un
beneficio alla vita spirituale d’ogni uomo, e influisce positivamente
sulla salute fisica e psichica della persona.
Per costruire un “contatto personale” bisogna avere coscienza e
conoscenza della nostra dimensione individuale per poter percepire la
dimensione degli altri.
Tutto questo allo scopo di poter dare, ma anche, e soprattutto, poter
ricevere dagli altri, con la consapevolezza che l’incontro è “veramente
proficuo” quando le parti “in causa” si scambiano, con sincerità,
opinioni ed emozioni.
Per il credente, ancor di più, l’osservare il silenzio, predisporsi
all’ascolto, prepararsi al dialogo, ricercare il raccoglimento per un
grande incontro, porta ad entrare in comunione con l’altro, con l’idea,
con la natura e, in modo particolare, con Dio.
Tutto questo ci edifica e ci porta ad un vero “movimento” che
rivoluziona integralmente la nostra mente e ci rinnova nello spirito.
Attraverso tutto ciò, sperimenteremo “una crescita individuale” che ci
induce a discernere gli amici, ed a diventare disponibili all’ascolto
ed al rapporto “alla pari” con gli altri.
Inoltre, bisogna che ognuno scenda dal proprio “piedistallo” nel
confronto con gli altri e nei rapporto amicale, solo così gli incontri
diventano proficui e solidali, quando, vicendevolmente, “qualcosa di
uno rimane nell’altro”.
Per concludere, mi piace condividere un’esperienza fatta proprio in
questi giorni, che mi ha portato ad apprezzare ancor di più i miei
studi sul pensiero di Paul Tournier. Con mia moglie frequentiamo una
famiglia che ci è molto cara e spesso ci incontriamo nella loro
abitazione. Questi amici hanno una piccola cagnetta, Luna, “dagli occhi
dolci”, che proprio l’altro giorno, nel cortile di casa, ho
“accarezzato” dolcemente, sentendo tutta la sua “gratificazione”. Sono
convinto che in quei “piacevoli momenti passati insieme” eravamo tutti
e due, Luna ed io, entrati in comunione, e ci scambiavamo
vicendevolmente le nostre sensazioni ed emozioni, attimi privilegiati
che non dimenticherò più.
Tanto più dovremmo riflettere e valorizzare gli incontri con i nostri
simili e, soprattutto, tenere in alta considerazione “l’incontro con
Dio”.
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it