Certi allarmismi possono essere evitati, se si riesce a leggere con obiettività, il progetto di riforma nella sua interezza progettuale .
L’impianto dell’orario scolastico che prima era unitario e vincolante, ora si presente diversificato e distinto in “ore di attività curriculari” che coinvolgono tutti gli studenti (891 ore annue) ed ore che vengono gestite attraverso l’esercizio della “facoltatività” della scelta, (tre settimanali per la scuola primaria – sei per la scuola secondaria di primo grado) ma che una volta scelte , diventano attività ordinarie e quindi vincolanti per la frequenza e calcolate nel conteggio del mente ore annuo di cui ciascun alunno fruisce.
Nel nuovo impianto didattico nella scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) le ore destinate allo studio delle lingue comunitarie sono 126 o 132 , pari a due ore settimanali per l’inglese e due ore per la seconda lingua comunitaria a scelta della scuola. (francese , spagnolo, tedesco)
Attualmente l’insegnamento della lingua inglese viene impartito per tre ore settimanali, che comprendono l’attività didattica di spiegazione, interrogazione , esercitazione e conversazione.
Il progetto di riforma tende a valorizzare i momenti didattici di conversazione di esercitazione, proponendoli non più come attività della classe intera ,bensì come attività seminariali destinate a piccoli gruppi per consentire un efficace apprendimento ed offrire a la possibilità di correggere e migliorare la dizione, l’espressione, la forma scritta. Nel piccolo gruppo l’apprendimento diventa più efficace, più controllato, di maggiore successo. Dicono, infatti, gli esperti che un’ora di lavoro con piccoli gruppi di studenti corrisponde a due ore di insegnamento per classi intere.
Il docente di lingua inglese che oggi svolge tre ore di insegnamento per classe , dal prossimo anno scolastico organizzerà l’attività didattica in due ore da destinare a tutto il gruppo classe ed un’ora settimanale da svolgere in piccoli gruppi, secondo il progetto didattico che si riterrà più idoneo alla realtà territoriale nella quale la scuola opera
Questa attività aggiuntiva , proposta dalla scuola, costituisce parte integrante dell’offerta formativa e non vedo la necessità, né tanto meno la preoccupazione che “le famiglie possono anche rifiutarle ,, essendo appunto opzionali”come scrive il prof. Almirante. Le famiglia esercitano la facoltà di scegliere ciò che ritengono bene ed utile per i propri figli e, condividendo la necessità e l’importanza della conoscenza delle lingue comunitarie son certo che tutti accoglieranno la proposta della scuola che va strutturala e pianificata nei tempi, nei modi, nelle metodologie e negli strumenti didattici (laboratori, computer, audiofono)
Tutto ciò non è tanto affidato “solo al buon cuore delle scelte dei genitori” bensì alla capacità progettuale della scuola, alla presentazione del progetto formativo, alle dinamiche di coinvolgimento che gli insegnanti metteranno in atto nel costruire il percorso didattico dei singoli studenti che trova esplicitazione nel “piano di studio personalizzato” e nel “portfolio delle competenze”
A conferma di ciò porto la testimonianza di numerosi genitori che chiedono l’insegnamento aggiuntivo di ore di inglese, oltre l’attività ordinaria, già sin della prima classe della scuola primaria, con positivi e soddisfacenti risultati.
L’organizzazione flessibile della scuola rinnovata tende ad integrare le attività curriculari ed opzionali, che dopo la scelta sono “obbligatorie” e tende a pianificare tali momenti didattici di classe o di piccolo gruppo , da svolgere non soltanto nel pomeriggio, ma anche al mattino, nella prima o nella seconda parte della giornata scolastica , essendo tutti i momenti ed i percorsi didattici funzionali all’apprendimento e come tali di pari dignità e finalizzati allo sviluppo di specifiche competenze, che vengono documentate e registrate nel portfolio dello studente.
La pari dignità delle discipline e delle diverse tipologie metodologiche di approccio didattico coinvolge anche i diversi docenti, i quali, indipendentemente dalla discipline che insegnano e della funzione che svolgono all’interno del gruppo classe: tutor, coordinatore, capo dipartimento , esercitano la professione di docenti educatori e come tali responsabili della formazione e dell’educazione integrale degli studenti e non solo dell’istruzione e della trasmissione di contenuti e di conoscenze.
Giuseppe Adernò