GP e benefici legge 104/92: nuove ingiustizie in agguato?
03 luglio 2006 - inserito da anonimo
La notizia dell’estensione dei benefici previsti dalla legge 104/92 anche ai docenti a tempo determinato anziché suscitare approvazione ha, in realtà, aumentato lo sconforto tra quanti, come me, da anni stazionano nelle famigerate graduatorie permanenti in perenne (scusate il bisticcio di parole) attesa del “loro misero quanto agognato incarico annuale”.
Il paradosso è il seguente: una norma di per sé giusta e democratica, volta ad agevolare coloro che soffrono di una qualche disabilità o/e che assistono persone disabili, in verità, se inserita in un quadro normativo incoerente quale è quello formatosi a seguito degli interventi della legge 143/2004, finisce con il produrre effetti devastanti e nocivi per l'intera collettività.
La permanenza della norma sul raddoppio del punteggio di montagna è innegabile, infatti, che indurrà coloro che godono della priorità nella scelta in base alla legge 104/92 a prediligere le sedi di montagna disponibili, ma, ci si chiede, una siffatta scelta, non si riverbererà negativamente, sullo stesso docente “disabile” o sul suo familiare?
In pratica, chi usufruisce del beneficio introdotto per agevolare la vicinanza tra abitazione e luogo di lavoro sarà paradossalmente colui che sceglierà le sedi più lontane e disagiate con conseguente annullamento e ribaltamento dei principi che sottendono all'introduzione del beneficio.
E' evidente, a questo punto, che se non si cambiano al più presto le regole che determinano la formazione delle graduatorie permanenti dando certezza a decine di migliaia di docenti “angosciati”, che stanno con ansia attendendo le prossime convocazioni senza sapere, ancora una volta, se i loro diritti verranno violati e calpestati quando il prossimo anno dovranno procedere all'aggiornamento della propria posizione, ogni tentativo di introdurre elementi di equità e giustizia sociale è destinato a rimanere lettera morta, se non, addirittura, come è stato dimostrato, ad acuire le ingiustizie ed il disagio in coloro che intorno al mondo della scuola direttamente o indirettamente si trovano a gravitare.
03 luglio 2006 - inserito da anonimo
La notizia dell’estensione dei benefici previsti dalla legge 104/92 anche ai docenti a tempo determinato anziché suscitare approvazione ha, in realtà, aumentato lo sconforto tra quanti, come me, da anni stazionano nelle famigerate graduatorie permanenti in perenne (scusate il bisticcio di parole) attesa del “loro misero quanto agognato incarico annuale”.
Il paradosso è il seguente: una norma di per sé giusta e democratica, volta ad agevolare coloro che soffrono di una qualche disabilità o/e che assistono persone disabili, in verità, se inserita in un quadro normativo incoerente quale è quello formatosi a seguito degli interventi della legge 143/2004, finisce con il produrre effetti devastanti e nocivi per l'intera collettività.
La permanenza della norma sul raddoppio del punteggio di montagna è innegabile, infatti, che indurrà coloro che godono della priorità nella scelta in base alla legge 104/92 a prediligere le sedi di montagna disponibili, ma, ci si chiede, una siffatta scelta, non si riverbererà negativamente, sullo stesso docente “disabile” o sul suo familiare?
In pratica, chi usufruisce del beneficio introdotto per agevolare la vicinanza tra abitazione e luogo di lavoro sarà paradossalmente colui che sceglierà le sedi più lontane e disagiate con conseguente annullamento e ribaltamento dei principi che sottendono all'introduzione del beneficio.
E' evidente, a questo punto, che se non si cambiano al più presto le regole che determinano la formazione delle graduatorie permanenti dando certezza a decine di migliaia di docenti “angosciati”, che stanno con ansia attendendo le prossime convocazioni senza sapere, ancora una volta, se i loro diritti verranno violati e calpestati quando il prossimo anno dovranno procedere all'aggiornamento della propria posizione, ogni tentativo di introdurre elementi di equità e giustizia sociale è destinato a rimanere lettera morta, se non, addirittura, come è stato dimostrato, ad acuire le ingiustizie ed il disagio in coloro che intorno al mondo della scuola direttamente o indirettamente si trovano a gravitare.