
Un titolo
illuminante che incarna il tema di quest’anno del
concorso ovvero “Gli incontri che cambiano la vita”, che lasciano
un’impronta
indelebile e spesso sono un’opportunità per crescere.
Carla ha sviluppato ed elaborato questo tema maturando l’elaborato premiato nell’ambito del progetto La scuola come volano artistico-letterario, spazio creativo del Convitto in cui un vivace vivaio di giovanissimi alunni scopre e coltiva i propri talenti artistici e letterari grazie alla prof.ssa Giusy Gattuso, ideatrice, mentore e guida del proficuo gruppo. Il Convitto ha partecipato al premio, infatti con sette opere fra racconti, poesie e fotografie.
“Fotografia” vuol dire “scrivere con la luce” e fornisce nuovi spunti e nuovi modi di vedere ciò che ci circonda: cos’è, in fondo, quest’arte, infatti, se non la possibilità di scoprire nuove prospettive, immortalare in un istante una realtà fugace ovvero forme, colori, ombre, inquadrature che allineano in un colpo solo mente, occhi e anima? Ma essa è anche una nostra proiezione e rappresentazione ed è sicuramente, sempre, un’epifania sia per il fotografo sia per l’osservatore.
La foto di Carla, che rappresenta l’incontro fra una bambina di poco più di un anno dallo sguardo dolcissimo con la nuova sorellina che giace (neonata) in una culletta ospedaliera, suggerisce quanto l’amore fraterno può condizionare, cambiare e trasformare la vita di una persona poiché fa sperimentare il vivere con gli altri quotidianamente fin dalla tenera età, la condivisione, l’abbraccio e il confronto, anche quando si vuole solo sentire il calore dell’altro. Saremmo stati gli stessi senza i nostri fratelli? E i figli unici quanto sarebbero stati differenti se avessero vissuto con un fratello o una sorella? I fratelli sedimentano in noi un amore unico e ci insegnano a coltivarlo. Sono per tutti un pizzico di sale in più nella nostra esistenza, dalla culla fino a che potremo frequentarli, con la possibilità di sviluppare con essi un’armonia irripetibile.
“La macchina fotografica non è solo un'estensione dell'occhio ma del cervello. Può vedere più nitido, più lontano, più vicino, più lento, più veloce dell'occhio. Può vedere grazie alla luce invisibile. Può vedere nel passato, nel presente e nel futuro. Invece di usare la macchina fotografica solo per riprodurre oggetti, ho voluto usarla per rendere visibile ciò che è invisibile agli occhi”, scriveva il fotografo Wynn Bullock. E la nostra Carla ha centrato l’obiettivo: la sua foto apre a chi la osserva scenari di vita familiare, confidenze, coccole ma anche litigi e screzi nel prossimo futuro delle protagoniste; sottolinea anche un legame di sangue, una condivisione che arriva dal passato familiare, genetico ma anche valoriale oltre che un presente di confronto e adattamento in quella apparente “invisibilità” che lo scatto rivela.
Prof.ssa Giusy Gattuso
Carla ha sviluppato ed elaborato questo tema maturando l’elaborato premiato nell’ambito del progetto La scuola come volano artistico-letterario, spazio creativo del Convitto in cui un vivace vivaio di giovanissimi alunni scopre e coltiva i propri talenti artistici e letterari grazie alla prof.ssa Giusy Gattuso, ideatrice, mentore e guida del proficuo gruppo. Il Convitto ha partecipato al premio, infatti con sette opere fra racconti, poesie e fotografie.
“Fotografia” vuol dire “scrivere con la luce” e fornisce nuovi spunti e nuovi modi di vedere ciò che ci circonda: cos’è, in fondo, quest’arte, infatti, se non la possibilità di scoprire nuove prospettive, immortalare in un istante una realtà fugace ovvero forme, colori, ombre, inquadrature che allineano in un colpo solo mente, occhi e anima? Ma essa è anche una nostra proiezione e rappresentazione ed è sicuramente, sempre, un’epifania sia per il fotografo sia per l’osservatore.
La foto di Carla, che rappresenta l’incontro fra una bambina di poco più di un anno dallo sguardo dolcissimo con la nuova sorellina che giace (neonata) in una culletta ospedaliera, suggerisce quanto l’amore fraterno può condizionare, cambiare e trasformare la vita di una persona poiché fa sperimentare il vivere con gli altri quotidianamente fin dalla tenera età, la condivisione, l’abbraccio e il confronto, anche quando si vuole solo sentire il calore dell’altro. Saremmo stati gli stessi senza i nostri fratelli? E i figli unici quanto sarebbero stati differenti se avessero vissuto con un fratello o una sorella? I fratelli sedimentano in noi un amore unico e ci insegnano a coltivarlo. Sono per tutti un pizzico di sale in più nella nostra esistenza, dalla culla fino a che potremo frequentarli, con la possibilità di sviluppare con essi un’armonia irripetibile.
“La macchina fotografica non è solo un'estensione dell'occhio ma del cervello. Può vedere più nitido, più lontano, più vicino, più lento, più veloce dell'occhio. Può vedere grazie alla luce invisibile. Può vedere nel passato, nel presente e nel futuro. Invece di usare la macchina fotografica solo per riprodurre oggetti, ho voluto usarla per rendere visibile ciò che è invisibile agli occhi”, scriveva il fotografo Wynn Bullock. E la nostra Carla ha centrato l’obiettivo: la sua foto apre a chi la osserva scenari di vita familiare, confidenze, coccole ma anche litigi e screzi nel prossimo futuro delle protagoniste; sottolinea anche un legame di sangue, una condivisione che arriva dal passato familiare, genetico ma anche valoriale oltre che un presente di confronto e adattamento in quella apparente “invisibilità” che lo scatto rivela.
Prof.ssa Giusy Gattuso

