
Nel
tradizionale “discorso alla Città” in Piazza Stesicoro Mons. Renna ha descritto “le macerie lasciate dal
dissesto finanziario, dalla precarietà della politica ( senza sindaco e
con due
commissari straordinari), dalla diffusa
illegalità, dal degrado ambientali, dall’aumento della devianza
minorile, dalle
disoccupazione, dall’abbandono in cui
versano le periferie, dalla povertà economica che diventa una triste
eredità
che si lascia ai più giovani, soprattutto quando lasciano la scuola già
nella
fanciullezza o nell’adolescenza” ed
ha lanciato un pressante invito alla “ricostruzione”, alla rinascita,
come
la Fenice, l’invito
a non essere non più una Babele del
disordine e del caos, ma diventare
nuova Gerusalemme, città di pace e di concordia, animata
di fraternità, vera “città per l’uomo”,
sempre operosa nella ricerca del bene comune, superando gli
individualismi e le
divisioni.
L’impegno a liberare la città dalla nera lava che in questi anni l’ha coperta diventa comune e coinvolge tutti i cittadini , i quali da veri artigiani avviano un attento lavoro di ricostruzione, condividendo l’essere “cittadini” e “devoti tutti” della santa Patrona.
L’espressione “Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est”, “Non offendere la città di Agata, perché è vendicatrice di ogni ingiustizia”. attribuita a Sant'Agata
quando Federico II nel 1231 aveva
deciso di
uccidere tutti i catanesi ribelli, riportata con l’acronimo n.o.p.a.q.u.i.e.
nella facciata della
Cattedrale, diventa ancora oggi monito e
impegno comune per proteggere e ridare nuova vita alla Città.
Giuseppe
Adernò
L’impegno a liberare la città dalla nera lava che in questi anni l’ha coperta diventa comune e coinvolge tutti i cittadini , i quali da veri artigiani avviano un attento lavoro di ricostruzione, condividendo l’essere “cittadini” e “devoti tutti” della santa Patrona.
L’espressione “Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est”, “Non offendere la città di Agata, perché è vendicatrice di ogni ingiustizia”. attribuita a Sant'Agata

Ai
futuri amministratori l’Arcivescovo
raccomanda di riservare particolare
attenzione ai quartieri della Civita e
delle periferie, spesso trascurati nei servizi e nelle infrastrutture .
L’invocazione ricorrente nei giorni della festa “Cittadini, Viva Sant’Agata” accomuna, infatti, tutti i cittadini del centro e della periferia in un legame di fratellanza, di comunione e di condivisione, ed impegna tutti ad essere costruttori della città da rinnovare e renderla sempre bella e armoniosa.
Risuona ancora una volta il grido di Giovanni Paolo II, quando nella sua visita a Catania il 4 novembre 1994, con voce vibrante esclamò “Catania alzati”
Quella raccomandazione ha visto qualche primavera e molti inverni freddi e cupi.
Ecco, nel cielo ritornano le rondini e annunciano una nuova primavera.
L’invocazione ricorrente nei giorni della festa “Cittadini, Viva Sant’Agata” accomuna, infatti, tutti i cittadini del centro e della periferia in un legame di fratellanza, di comunione e di condivisione, ed impegna tutti ad essere costruttori della città da rinnovare e renderla sempre bella e armoniosa.
Risuona ancora una volta il grido di Giovanni Paolo II, quando nella sua visita a Catania il 4 novembre 1994, con voce vibrante esclamò “Catania alzati”
Quella raccomandazione ha visto qualche primavera e molti inverni freddi e cupi.
Ecco, nel cielo ritornano le rondini e annunciano una nuova primavera.