Si è svolto
lo scorso sabato 23 febbraio, presso l’Auditorium del “Centro
Scolastico Polivalente”, di San Giovanni La Punta, il Seminario
Formativo dal tema “Bullismo e Cyberbullismo. Aspetti legislativi,
giuridici e tecnici. Responsabilità dei genitori e del corpo docenti”,
seguito da un vasto pubblico di docenti e operatori scolastici.
All’incontro ha portato i saluti il prof. Antonio Alessandro Massimino,
Dirigente Scolastico del Liceo Artistico Statale “Emilio Greco”, di
Catania, Il corso, organizzato dal Lions Club Catania Alcantare/Riviera
dello Ionio e coordinato dal prof. Mario Raspagliesi, ha approfondito
alcune tematiche di grande attualità, legate all’enorme diffusione e
all’uso, a volte spregiudicato, che fanno i nostri giovani dei social
network e dei nuovi mezzi di comunicazione nelle loro relazioni
“giornaliere”.
Gli aspetti giuridici e tecnici della rete, le criticità dell’uso di
internet e la delicata questione del cyberbullismo sono stati
affrontati dai seguenti relatori: il dott. Marcello La Bella (Dirigente
Compartimento Polizia Postale Sicilia Orientale), che ha relazionato
su, “Cyberbullismo. Ruolo della Polizia Postale”; la dott.ssa Caterina
Ajello (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di
Catania), su “Bullismo e Cybebullismo, ruolo dell’Autorità Giudiziaria
Minorile”; e la prof.ssa Mirella Furneri (Docente presso l’I.I.S.
“Concetto Marchesi”, Mascalucia), su “Educazione al Digitale”.
«Il problema del bullismo in Internet richiede interventi da parte dei
genitori, dei docenti e di tutte le istituzioni educative. – ha
dichiarato il dott. La Bella – Il primo passo verso la soluzione del
problema è la conoscenza del problema stesso. Nella rete non esiste la
“cancellazione”, tutto ciò che si “immette” viene conosciuto da tutto
il mondo e rimane nel tempo, “non esiste il diritto all’oblio”.
Inoltre, assistiamo ad un linguaggio sempre più aggressivo. I reali
pericoli sono le comunicazioni via Internet tra i giovani, veri nativi
digitali, gli scambi di video o di messaggi a sfondo sessuale (sexting)
sono punibili fino a cinque anni di reclusione, inoltre, su Internet
non esiste la parola “anonimato”.
Bisogna subito scoraggiare e bloccare qualsiasi azione di bullismo e di
cyberbullismo, con il coinvolgimento delle famiglie e la comunicazione
alla Polizia Postale, anche attraverso un’App creata apposta per
fronteggiare tali reati: YOUPOL, a questo sono chiamati tutti coloro
che sono a conoscenza di comportamenti anomali di rete: i docenti, i
dirigenti scolastici e le famiglie».
Ma cosa si intende per bullismo? A questa e ad altre questioni ha
risposto la dott.ssa Caterina Ajello, Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale dei Minori di Catania: «Per bullismo intendiamo
delle azioni reiterate di prepotenza fisica, psicologica e psicofisica
esercitate da una o più persone nei confronti di soggetti considerate
più fragili. Esistono anche altre forme di bullismo: per esempio,
l’esclusione da un gruppo, la manipolazione delle relazioni all’interno
di un gruppo sono una forma indiretta di bullismo. Il bullismo è una
devianza purtroppo molto diffusa e potenziata dall’uso degli strumenti
informatici. Il bullo opera all’interno di un gruppo ed ha bisogno di
“spettatori” per amplificare le sue azioni e la sua posizione di
supremazia. Bisogna stare attenti a non minimizzare le varie azioni di
esercizio di supremazia perché spesso c’è un’escalation di
espressività.
I piccoli scippi di oggetti, le percorse, le estorsioni (chiedere la
merenda con minaccia) sono tutte forme di bullismo. E inoltre,
disturbare in maniera reiterata creando timore o paura in un soggetto
debole spingendo a cambiare le proprie abitudini, sono azioni di
stalking punibile da 3 a 8 anni di reclusione.
E poi attorno al bullo gira tutto una serie di personaggi “secondari”:
il confidente, il fiancheggiatore, il guarda spalla, tutte figure che
giovano a creare e a far emergere l’immagine del ragazzo bullo. Alla
scuola è riconosciuto, ai sensi della legge 71/2017, un ruolo
strategico nel contrastare attivamente il fenomeno del cyberbullismo
con l’educazione al digitale. La scuola è la prima istituzione chiamata
ad intervenire con “l’obbligo di denuncia” da parte del Dirigente
Scolastico (“culpa in organizzando”), e dei docenti (“culpa in
vigilando”), ma anche i genitori sono chiamati a vigilare (“culpa in
educando”): bisogna in tutti i modi tutelare il minore. Tacere non è
mai una buona soluzione!».
Per ultimo, l’intervento della prof.ssa Mirella Furneri, che ha toccato
i temi della “cittadinanza nell’era di Internet”. «Anche il parlamento
italiano ha emanato la “Dichiarazione dei diritti in Internet”: 14
articoli per regolamentare l’uso del digitale e sviluppare delle
“competenze digitali” al fine di imparare gli opportuni modi su come
intervenire adeguatamente nel mondo di Internet. Anche gli insegnanti
hanno delle apposite linee guida per poter affrontare il problema del
cyberbullismo».
Insomma, come è stato ribadito anche nel dibattito che ha concluso i
lavori del seminario, “prevenire è sicuramente meglio che curare”. Ne
va della vita stessa dei ragazzi che navigano nel mare infinito di
Internet.
Angelo Battiato