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Open Day: Lingua dei segni a scuola: una storia di bilinguismo 'È giunta l'ora della Lis, la lingua dei segni italiana' alla Scuola Primaria Maddalena di Canossa di Catania

Istituzioni Scolastiche
Si arricchisce l'Offerta Formativa dell'Istituto Scolastico Paritario Canossiano sito in via Passo Gravina 78/A a Catania che, dall'anno scolastico in corso, ha avviato un percorso sperimentale per l'introduzione della Lingua dei Segni Italiana (LIS) nella Scuola Primaria. Proprio così! Dal mese di ottobre i 104 alunni della Scuola studiano come lingua, oltre l'inglese, anche quella dei segni. possono così comunicare con Carlotta e Omar e divertirsi con loro nell'intervallo.
Alle discipline scolastiche, infatti, è stata aggiunta un'ora settimanale di LIS per sordi e udenti.

La LIS è la Lingua dei Segni Italiana, una lingua con una propria morfologia e sintassi, alla pari delle lingue vocali. Attraverso questa il segnante (colui che usa i segni per comunicare) trasmette conoscenze e informazioni, stimolando le competenze di base della comunicazione visiva, ossia capacità di trasmettere un'informazione tramite "ciò che si vede" (le espressioni, la postura, i gesti).

Prevede l'uso simultaneo di più canali e di diversi segnali espressivi, nella realizzazione dell'atto comunicativo: i segni sono prodotti dalle mani, ma anche da diverse parti del corpo, con alterazioni dell'espressione facciale, della direzione e della postura. Ciascuna di queste componenti risponde a una grammatica ben precisa, nel caso di verbi, a una diversa coniugazione per il singolare e il plurale.

Il bambino sordo, oggi, è esposto simultaneamente a due lingue (la Lingua dei Segni e la Lingua Italiana): nello stesso contesto può apprendere completamente entrambe. La LIS gli da la possibilità di crearsi una competenza linguistica naturale e di sfruttare il residuo uditivo; l'italiano e la buona lettura labiale (delle labbra di colui che parla), invece, sono indispensabili per una buona integrazione. In questo modo non solo può conoscere due lingue, ma anche appartenere a due culture.
In un contesto bilingue (italiano e lingua dei segni) la LIS viene appresa in modo naturale per i sordi, permettendo loro una piena comprensione e partecipazione alle attività. Inoltre è appresa come seconda lingua per gli udenti, favorendo lo sviluppo delle competenze comunicative e permettendo di conoscere una nuova cultura.
In ambito pedagogico, esperienze nazionali ed estere hanno dimostrato qualcosa di molto importante: la lingua dei segni offre benefici anche ai bambini udenti , oltre a quelli sordi. Infatti la conoscenza della LIS, al pari di una lingua straniera, contribuisce allo sviluppo di una personalità ricca ed equilibrata, favorisce l'apertura mentale e la plasticità percettiva, stimolando la capacità di adattamento a contesti diversi.

"Carlotta ripete la lezione di scienze con la compagna di banco. A modo suo naturalmente, perché Carlotta, che ha nove anni, è sorda dalla nascita e si esprime anche con la lingua dei segni. Una cosa, questa, di per sé non eccezionale, anche se non scontata. La cosa eccezionale invece è che, per sua fortuna, tutti ma proprio tutti i suoi compagni di classe conoscono e parlano la lingua dei segni, esattamente come lei." - Queste le parole di Marcello Greco, Coordinatore Didattico che continua - "Da ottobre tutti i nostri bimbi studiano italiano, inglese e la LIS. Per loro non è un problema, sono come spugne e la imparano con grande facilità, come un bellissimo gioco".

La scuola"Maddalena di Canossa", gestita dalle Suore Canossiane, è una scuola storica e, per la propria tradizione e peculiarità, dà una particolare importanza all'integrazione didattica degli alunni sordi.
La Scuola mette in campo risorse umane specializzate, nonché un patrimonio scientifico e culturale che affonda le proprie origini nelle tradizioni della Scuola Canossiana.
Ai fini didattici vengono pianificati interventi personalizzati che trovano sostanzialmente fondamento in due diverse metodologie.

La prima nella individuazione della disabilità (all'uopo appare necessario un supporto di conoscenza scientifica fornita dalle famiglie) al fine di comunicare le prime strumentalità di base; la seconda creare condizioni oggettivamente positive al fine di una totale integrazione, quale risultato di un processo che è la sintesi tra lo sviluppo cognitivo e quello socio-affettivo.

A tal fine la didattica favorisce l'instaurarsi di relazioni sociali efficaci, per raggiungere un obiettivo più organico nel quale il disabile interagisce nel modo più naturale possibile senza che si ponga alcun elemento ostativo.
Il progetto didattico relativo all'alunno disabile, si addentra nella singola patologia per definire il progetto educativo individualizzato.

La conoscenza diagnostica permetterà di fare emergere un quadro non solamente clinico, ma tale da evidenziare le potenzialità sulle quali operare.
Inoltre il costante collegamento con i vari enti pubblici per la erogazione di servizi sociali ed educativi permette interventi mirati e quindi maggiormente efficaci per la realizzazione degli obiettivi proposti.
Tutto questo accade in un momento particolare. Infatti, mai come stavolta, in Parlamento ci sono i presupposti per il riconoscimento di tutti quei diritti da tempo negati a persone sorde.
A ricordarlo è stato il presidente del Senato Pietro Grasso, nel messaggio inviato al convegno organizzato da Anios (Associazione interpreti di lingua dei segni italiana), svolto l'11 maggio alla Camera, dal titolo "Il dovere di ascoltare: riconoscere il ruolo di interprete LIS".

"È giunta l'ora -si legge nel messaggio del Presidente - di operare un cambiamento nell'approccio culturale" verso il mondo sordo, con il riconoscimento per legge della Lis, la lingua dei segni italiana, e la consapevolezza della necessità di avere una figura, come quella dell'interprete, collocata in un ambito legislativo e professionale ben definito".
Il presidente del Senato ha sottolineato che "... un Paese civile non può sopportare che ad alcuni sia negata la legittima ambizione di essere completamente parte della sua comunità in ragione di una forma di disabilità".

In sintonia con Grasso, è stato il messaggio inviato dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini: "Nessuno può rimanere escluso in un mondo costantemente chiamato a comunicare. Gli interpreti di lingua dei segni italiana ci aiutano ogni giorno con professionalità a garantire questo diritto alla relazione con gli altri. Abbiamo bisogno di questi "mediatori linguistici" anche per promuovere una inclusione piena, favorendo lo studio e la diffusione della lingua LIS come se fosse la lingua di un altro Paese che vive insieme a noi".

Marcello Greco








Postato il Domenica, 06 novembre 2016 ore 07:00:00 CET di Giuseppe Adernò
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