Noi ragazzi
della quinta C e quinta D, in quest'anno scolastico, stiamo
sperimentando un metodo alternativo di fare ricerche su autori e
personaggi storici o letterari: "le interviste impossibili". Quest'idea
nasce da una trasmissione radiofonica del 1973, dove uomini di cultura
fingono di intervistare "fantasmi redivivi", appartenenti ad un'altra
epoca ed è per questo che si definiscono interviste impossibili. Questo
modo di realizzare le ricerche ci ha entusiasmato, perché ci permette
di rendere "viva e vitale" una ricerca, in quanto anche noi siamo
partecipi in modo attivo, anzi "entriamo" anche noi nella ricerca, come
interlocutori del personaggio che intervistiamo. Così, intervistando...
Giacomo Leopardi ci è sembrato quasi di vivere nel suo "sabato del
villaggio", di vedere "l'Infinito" e i "veroni del paterno ostello"!
Questo nuovo modo di studiare ci piace, speriamo di continuare con
queste interviste e di vivere in epoche storiche lontane dalla nostra,
anche questo è un modo per arricchirci nel cammino della nostra
crescita scolastica.
Alunni ed alunne delle classi V C e V
D
Circolo Didattico "Teresa di
Calcutta", Tremestieri Etneo, Plesso Immacolata
Buona sera, signor Leopardi
«Salve a lei, signorina».
Ci può dire qualcosa sulla poesia "Il
sabato del villaggio"?
«Questa poesia parla di come si trascorre un sabato aspettando la
domenica. La prima parte descrive la sera del sabato per fare una
riflessione sulla vita in generale ma soprattutto sulla giovinezza" ».
Perché ha scritto questa poesia?
«L'ho scritta per far capire ai giovani che devono godere della loro
età. Non devono avere fretta di diventare adulti, sprecherebbero quello
che hanno tra le mani. Il domani tanto atteso potrebbe non essere
all'altezza delle loro aspettative».
Quindi il sabato rappresenta la giovinezza piena di speranze mentre la
domenica rappresenta l'età adulta con la malinconia di dover vivere la
noiosa routine.
«La vera gioia è nell'attesa della domenica; tutto ciò è simbolo della
felicità che non c'è, che non esiste, quindi l'attesa del sabato
rappresenta l'attesa della felicità».
Anche se la poesia descrive la gioia attesa della festa tra le righe si
legge un velo di malinconia, come mai?
«Sono cresciuto in una famiglia rigida e austera, non sono molto
ottimista anzi sono convinto che l'infelicità è insita nella natura
dell'uomo. Possiamo ricercare la felicità, attenderla ma non la
troveremo mai».
Grazie per le preziose informazioni che ci ha fornito, è stato un vero
piacere intervistarla.
«Si figuri signorina, il piacere è mio! Se avesse bisogno di altre
informazioni chieda pure quello che vuole e... mi raccomando, si goda la
sua giovinezza!».
Senz'altro! E grazie del consiglio.
Maria Elena Pititto (Classe V sez C - Plesso Immacolata)