Si
celebra a Roma l'11 ottobre la Giornata Europea per la Donazione
"European Organ Donation Day" .
Istituita nel 1996, con il patrocino del Consiglio d'Europa la Giornata
Europea per la Donazione "European Organ Donation Day " e nel corso del
semestre della presidenza italiana ha la sua centralità nella
Capitale
La Presidenza del Comitato per i Trapianti di organi, tessuti e
cellule, affidata all'Italia in questo semestre considera la
ricorrenza, una straordinaria opportunità per promuovere la donazione
degli organi come importante gesto civico e di solidarietà sociale, per
promuovere i principi etici del Consiglio d'Europa in materia e per
confermare, ancora una volta, sul piano internazionale l'alto livello
di eccellenza raggiunto dalla rete trapiantologica italiana su diversi
fronti. L'iniziativa costituisce un appuntamento di
richiamo per tutta la cittadinanza, ma anche per la Rete Nazionale
Trapianti, le Associazioni Nazionali di settore (AIDO) e i
rappresentanti dei Paesi facenti parte del Comitato dei Trapianti del
Consiglio d'Europa.
"Donare un organo non è togliere qualcosa a qualcuno, ma consentire ad
altri di continuare a vivere" e così pure la coniugazione del verbo
donare: "Io, dono, tu doni, egli dona, noi doniamo, voi donate, essi
vivono" sono alcuni dei messaggi che hanno accompagnato in questi anni
il cammino della donazione che trova in Nicholas e nella sua concreta
testimonianza: "La mia è un dono per gli altri - My life is a grift for
hoters". il modello da seguire e da imitare.
Ricorre quest'anno il 20° anniversario della morte del piccolo Nicholas.
Era il 27 settembre del 1994, quando la famiglia Green: papà, mamma,
Nicholas e la piccola Eleanor, percorrendo l'autostrada del Sole, in
Calabra rimase coinvolta in una sparatoria ed il piccolo Nicholas, che
dormiva nel sedile posteriore fu colpito da un proiettile. Dopo alcuni
giorni di coma, il 29 settembre i suoi genitori acconsentirono
all'espianto di ben sette organi, che hanno ridato la vita a sette
cittadini italiani.
Il gesto generoso ed esemplare dei genitori del piccolo Nicholas allora
commosse l'intera Nazione e la notizia fece il giro del mondo,
raccogliendo consensi e apprezzamenti per la civiltà del gesto.
Quella tragedia si è trasformata in segno di positività e d'incremento
per la diffusione della cultura della donazione degli organi e in
questi anni, tramite e grazie al concorso promosso dalla Regione
siciliana con la Legge 15 /95, tantissimi giovani si sono avvicinati
all'informazione e alla sensibilizzazione della donazione come gesto di
vera umanità solidale, attuando un reale mutamento nel modo di pensare,
e di sentire il problema della donazione.
L'effetto Nicholas così com'è stato salutato dai
mass media, l'eco di ammirazione e di plauso nei confronti dei coniugi
Green, per il generoso gesto di amore che ha consentito e sette
cittadini di continuare una vita serena, ha determinato una rapida
crescita delle donazioni in Italia e la diffusione della cultura del
trapianto di organi ed in questa celebrazione europea del
"Donation day" è doveroso ricordare
La storia dei trapianti in Italia sembra risalire a 23 anni or sono,
quando il marmista di Andria, Savino Fusaro, tornò a casa con il cuore
nuovo ed ancora oggi rievoca i suoi 23 anni da trapiantato.
Il primo trapianto fu, infatti, eseguito a Padova dal Prof. Gallucci ed
il secondo a Bergamo dal Prof. Ferrazzi dell'èquipe del prof. Parenzan
e poi di seguito in questi anni si sono moltiplicati su tutto il
territorio nazionale i centri trapianto, che tendono anche a
specializzarsi nei diversi settori. Si registra che un tratto di
strada di civiltà e di progresso è stato compiuto, ma ancora c'è molto
da fare e si evidenziano notevoli disagi ed insufficiente
organizzazione nelle sale di rianimazione, determinando la perdita di
tante potenziali donazioni.
Hanno fatto storia nella diffusione della cultura della donazione
il trapianto di organi della studentessa romana Marta Russo ed in
seguito della giovane Annalisa di Napoli, vittima anche Lei della
violenza della malavita.
Durante l'estate, la notizia del piccolo cinese di 11 anni, affetto da
tumore incurabile, che prima di morire ha chiesto per iscritto che i
suoi organi fossero trapiantati ad altri bambini, ha commosso la Cina,
determinando un forte sviluppo alla cultura della donazione.
Fin dall'età di 9 anni, Liang Yaovi, studente di Shenzen, che da grande
desiderava fare il medico e salvare tante vite, ha lottato contro il
terribile cancro al cervello, ma quando ha capito che tutti gli sforzi
che stava facendo risultavano inutili, ha deciso e ha chiesto alla
mamma e ai medici curanti che, quando sarebbe stata la fine, avrebbero
dovuto espiantargli gli organi e con questi salvare la vita di altri
bambini ed ora i due reni ed il fegato del piccolo Liang Yaoyi, pulsano
ancora vita nel corpo di altri pazienti che sono tornati a vivere e a
sperare in un futuro, che al piccolo generoso eroe è stato negato.
Questo è un miracolo della scienza, un dono che si rinnova e produce
altri generosi donatori.
Essere protagonisti responsabili del generoso e nobile gesto del
donare gli organi è un traguardo di civiltà e di nuova cultura
sociale.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it