
Non so se ci fosse un disegno, perché ad insegnanti scontenti corrispondono studenti scadenti e dunque potenziali schiavi, ma certo è che in questo Paese gli insegnanti sono sempre stati presi a calci nelle gengive. E hanno sempre dovuto arrotondare. Ma almeno lo facevano con le loro competenze: arrotondavano continuando a fare gli insegnanti. Oggi invece, durante una trasmissione radiofonica, ho sentito un professore presentarsi così: "Insegno latino e greco nei licei e arrotondo con il videopoker". E scusate se non ce la faccio ad incazzarmi con lui: lo so che un educatore certe cose non dovrebbe farle né dirle, ma quando lo Stato ti paga male e per di più non fa girare l'economia (e dunque la gente si guarda bene dal mandare i figli a ripetizione) fargli la morale mi sembrerebbe un po' come spostare l'obiettivo, il fulcro del discorso, il problema. Che invece è uno Stato azionista della joint-venture "gioco d'azzardo", dove a mettere il know-how è il più esperto e solido dei soci - quella società con il più alto fatturato in Italia, non so se avete presente - e i profitti vengono dalle tasche dei disperati (stupidi, illusi, incoscienti, tutto quello che volete voi) che tentano di sbarcare il lunario, professori compresi. Sì, il professore di latino e greco non dovrebbe dare il cattivo esempio, ma lo Stato dovrebbe almeno provare un brivido di un istante nel sapere che uno dei suoi dipendenti - e fra quelli più qualificati - è costretto a darsi al vizio per arrotondare. E forse, a questo punto, farebbe meglio ad arrotolare quel suo ormai inutile diploma di laurea e metterlo dove di solito sta l'ombrello di Altan. Tanto è uguale.
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