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Docenti inidonei: Mentre i precari storici si tolgono la vita, il governo è impegnato nel pareggio di bilancio entro il 2013

Opinioni
Indignati e come!
La precarietà e la disoccupazione, che di recente hanno sacrificato una vita umana, un professore di 48 anni, “inascoltato dallo Stato”, costituisce un grave attentato ai diritti di cittadinanza, un segnale di disattenzione cronica ai problemi del lavoro. Le OO.SS. e la politica non possono soprassedere a tali violazioni, e il perpetrarsi di tale indirizzo strategico del Governo, viola il diritto comunitario, i diritti umani e la stessa tenuta dei principi democratici del Paese. E mentre chi vive il dramma del precariato o della disoccupazione è senza ammortizzatori sociali, e arriva al punto di togliersi la vita, chi è deputato a rappresentare l’Italia, distratto dal pareggio di bilancio, mette in pericolo la nostra esistenza terrena, non essendoci un quadro legislativo che consenta di superare la grave crisi, non essendo strategico un piano straordinario per il lavoro. Nello sciopero del 24 novembre perché le OO.SS. non fanno alcun cenno al salva precari, a misure diverse di reclutamento, all’organico funzionale, alla violazione dei diritti di cittadinanza, quante persone ancora dovranno togliersi la vita?
Il MIUR su sollecitazione delle OO.SS.,  ha chiesto finalmente al MEF e alla Funzione Pubblica una risposta sulle stabilizzazioni del personale ATA, che aspetta da mesi di essere assunto sui posti che erano liberi e stabilire un contingente per le assunzioni in ruolo. Ciò si è reso necessario, nonostante la Commissione Bilancio della Camera, abbia ritenuto inammissibile per: “mancanza di copertura” l’emendamento alla legge di stabilità che prevedeva, qualora fosse stato accolto dai due rami del Parlamento, la dispensa dal servizio per motivi di salute e l'obbligo per il MIUR di approvare un piano di ricollocamento per i docenti inidonei, considerato che recentemente la Spending review aveva decretato il loro transito forzoso sui ruoli ATA nei profili di assistente amministrativo e tecnico, con conseguente licenziamento di circa 3.900 precari. Stessa sorte è toccata agli emendamenti, che sostituivano il comma 75, istitutivo del Fondo per la valorizzazione scolastica, con la previsione di un piano triennale di reclutamento di personale docente e ATA e che abrogavano l’articolo in materia di accantonamento di posti di assistente tecnico ove presenti insegnanti tecnico-pratici in esubero. E ancora agli emendamenti riguardanti graduatorie e supplenze ritenuti dalla Commissione Bilancio della Camera inammissibili per: "estraneità di materia". Fatta salva, si fa per dire, la possibilità che per l’a.s. 2012-13 il MIUR e le Regioni possano attivare progetti di 3 mesi, prorogabili a otto, per attività straordinarie per docenti e ATA inclusi nelle graduatorie provinciali, sulla base di apposite convenzioni, su finanziamenti regionali, con il relativo punteggio commisurato alla sola durata del progetto, riconosciuto per le graduatorie ad esaurimento dei Docenti e nelle graduatorie permanenti degli ATA. Resta ben poco per il personale ATA, privato di ammortizzatori sociali e remunerazione minima. Forse è andata un po’ meglio ai docenti, ma non è il caso di cantare vittoria se prima non sarà firmato il DDL Stabilità. Nel frattempo, le OO.SS., che sono a conoscenza di tale drammatica situazione, sarebbero tenuti a richiedere attraverso una lettera unitaria a firma di SNALS-CONFSAL, GILDA–UNAMS, CISL–SCUOLA, FLC–CGIL e UIL-SCUOLA, indifferibili misure salva precari e l’auspicabile ritiro del provvedimento sui docenti inidonei, sbloccando contestualmente le immissioni in ruolo, per evitare il licenziamento senza giustificato motivo di migliaia di precari ATA e Docente, oppure chiedere posti in deroga su Organico di fatto, a sostegno del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo, raccogliendo gli appelli della politica a fare di più.  E’ appena il caso di ricordare che se il Governo dovesse votare la "Fiducia" sarà mandato alle Camere il testo originario del DDL Stabilità con l'azzeramento della proposta dei circa 1.600 emendamenti, con comprensibili ripercussioni sul sistema scolastico. Le scuole intanto si interrogano sul loro futuro e invocano continuità, funzionalità, e qualità, nonché certezza dei processi organizzativi dei servizi. L’esiguità dell’organico e delle risorse non ancora funzionali al normale funzionamento delle scuole e la mancata copertura a ruolo di tutti i posti vacanti e disponibili, rendono problematica la gestione delle istituzioni scolastiche, dei servizi correlati, impedendo di raggiungere i necessari livelli di  efficienza. Ma occorrono anche tutele nel riconoscimento del punteggio e dell’anzianità pregressa per coloro i quali “in servizio da più di tre anni” hanno perso l’incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche o non sono beneficiari nell’a.s. 2012/13 di supplenze di almeno 180 gg. In particolare, sono state fatte delle proposte emendative alla legge di stabilità che mirano a modificare l’attuale sistema di reclutamento in materia di supplenze temporanee, prevedendo la possibilità di supplenza temporanea nei distretti scolastici analogamente al DM 92/2011 e non in “sole” trenta scuole. Ciò si rende necessario dopo gli effetti scaturiti dall'entrata in vigore dell’art. 64 della legge 133/08, per gli aa.ss. 2008/09, 2009/10 e 2010/11 e le conseguenze occupazionali dipese da tale norma su un sistema di reclutamento che non è più in grado di sostenere la forte domanda di lavoro del personale della scuola e per meglio normare la materia. Si è proposto inoltre con decorrenza dall’a.s. 2013/14 che la graduatoria provinciale permanente ATA, sia trasformata in una graduatoria provinciale ad esaurimento analogamente al personale docente ed educativo, con la possibilità a scelta dei candidati di aggiornamento triennale e inserimento a pettine in altra provincia o regione, diversa da quella di immissione in ruolo ogni tre anni. Su questi temi ritenuti inammissibili dalla Commissione  Bilancio della Camera, si invitano le OO.SS. e i partiti politici a mantenere aperto un dialogo con il governo e le parti sociali per trovare soluzioni di lungo periodo, e in particolare cercare quelle risorse e quelle risposte necessarie alle tante domande della scuola statale, prevedendo almeno per l’a.s. 2012/13 misure che consentano ai precari storici il riconoscimento del punteggio per intero senza maggiori oneri a carico del bilancio statale.
D’altra parte Le rivendicazioni dei diritti dei precari ATA sono frutto della violazione della normativa comunitaria in materia di contratti a termine (Dir. 1999/70/CE recepita dal D. Lgs. 368/01) e della mancanza di un quadro legislativo che non consente i processi di stabilizzazione. Siamo stanchi di sentir parlare di pareggio di bilancio entro il 2013, mentre i precari della scuola o di altre categorie si tolgono la vita, nell’indifferenza di un Governo che ritiene inammissibile anche riconoscere il solo punteggio a chi ha maturato più di tre anni di servizio nella scuola. E con l’accorpamento delle province e i ritardati pensionamenti non ci saranno nuovi tagli? e quali misure salva precari tuteleranno i precari storici? Quante domande senza risposte, eppure ci si ostina ancora contro i precari. Mentre l’Italia affonda nella morsa della disoccupazione e della recessione e si prevede un inizio di crescita a partire da giugno 2013, si dà una lettura distorta del fenomeno scolastico, che con tutta la sua complessità, non tiene conto delle parole stabilizzazione, investimenti, qualità, formazione, sicurezza. Che importi o meno, la questione è politica, ed è un’occasione da non perdere per chi si appresta a governare la Sicilia e l’Italia, anche perché prima o poi bisognerà intervenire, e obiettivamente prima si fa e meglio è per tutti. E’ un elettorato scomodo quello della scuola, quanto a tradizioni culturali e sociali, un fattore decisivo che può fare la differenza sull’incertezza della scelta del candidato politico, sul fenomeno crescente dell’astensionismo che solo in Sicilia ha già interessato in occasione dell’elezione a Presidente della Regione e dell’ARS il 52% degli elettori, ma occorre ricordare alla politica che le sfide non si vincono sempre sul certo, ma anche su quella percentuale crescente di elettori che non riconosce nella politica e nei suoi candidati scelte per la collettività, scelte condivisibili per la scuola statale, per le famiglie. Allora, perché non cercare nella scuola quest’ulteriore consenso politico, quel terreno di tutti che serve alla Sicilia per ritrovare quell’identità di Regione all’avanguardia e al passo coi tempi e all’Italia credibilità internazionale? Chiedo come cittadino, ancor prima che precario o disoccupato, di poter viaggiare alla stessa velocità delle Regioni del Nord, di avere scuole sicure, di avere servizi efficienti, di avere il tempo pieno, interventi che restituiscano alla scuola dignità e decoro, ai precari Docenti ed ATA la stabilità di un lavoro, norme specifiche che consentano a chi è senza lavoro di avere un reddito minimo garantito, un esempio di civiltà e solidarietà, che consenta alla Sicilia e all’Italia di superare la grave crisi finanziaria e occupazionale, evitando il sacrificio di preziose vite umane.
In tal senso si allega alla presente lettera, una nota da sottoporre p.c. a sua eccellenza il Prefetto di Catania e a tutte le OO.SS., con l’auspicio che la seguente nota venga inviata a firma congiunta alle Segreterie Nazionali, con le modifiche che le SS.LL., ritengano allegare.
Stante l’urgenza si raccomanda massima sollecitudine.
download nota unitaria
F.to Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it








Postato il Giovedì, 15 novembre 2012 ore 07:00:00 CET di Redazione
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