La macchina delle
infrastrutture si rimette in moto. È previsto per venerdì 20 il primo
Cipe del 2012. In una versione light però visto che all'ordine del
giorno dovrebbe esserci solo lo sblocco di 2,4-2,8 miliardi di «spese
indifferibili». Intese come fondi Fas destinati all'edilizia scolastica
e ad alcuni cantieri di metropolitane. Ma che le scuole siano in cima
alle priorità del governo lo conferma anche l'intenzione di varare un
«piano di ingegnerizzazione» per la costruzione di un migliaio di nuove
scuole a basso impatto
energetico.
Il progetto, a cui stanno lavorando i
ministeri dell'Ambiente e dell'Istruzione e che potrebbe confluire nel
Dl liberalizzazioni, punta a sostituire gli edifici più datati ed
energivori, per cui oggi gli enti locali pagano un alto affitto a
proprietari privati, con strutture all'avanguardia e capaci di
sfruttare le potenzialità delle rinnovabili.
Come spesso accade l'idea nasce dall'osservazione dello stato di cose
presenti. Dei circa 40mila edifici scolastici italiani circa 1.500 sono
stati costruiti prima del 1900 e solo il 23,7% ha visto la luce dopo il
1980. Ma non è solo una questione di età. Sono oltre 5mila infatti gli
istituti ospitati in un immobile nato per altri fini. Un fenomeno
tipicamente meridionale con circa 2.400 casi censiti. Ma il Sud spicca
anche per il numero di scuole non di proprietà: 726 (con un canone di
locazione quasi sempre superiore ai 10mila euro mensili) su 992 totali.
E sono proprio queste le principali indiziate alla sostituzione con
altrettanti edifici "verdi".
L'investimento non sarà di poco conto. Per costruire un istituto di
circa 7mila metri quadrati in classe energetica "A" serviranno due anni
di lavoro e circa 8 milioni di euro. Che, moltiplicato per quasi mille
stabili, porterebbe l'esborso complessivo vicino a quota 8 miliardi.
Come finanziarli vista la difficile condizione delle finanze pubbliche?
Innanzitutto con i risparmi sulla bolletta energetica se è vero che,
passare dall'attuale classe energetica "F" o "G" a una futura "A",
farebbe risparmiare circa 100mila euro all'anno. Ciò significa che in
30 anni si arriverebbe a ripagare il 35% dell'investimento effettuato
sulla singola scuola.
Il piano nasce anche per mettere a sistema tutte le altre fonti di
finanziamento. A cominciare da una parte dei 974,3 milioni stanziati
per la linea istruzione nel piano Sud, nella versione aggiornata dal
ministro della Coesione, Fabrizio Barca. Direttamente interessate
saranno anche Regioni ed enti locali che potranno convogliare sul piano
per il risparmio energetico l'equivalente degli versati ai privati e un
domani non più necessari visto che saranno comproprietari degli
istituti.
Della partita dovrebbero essere infine anche i privati – allettati
dalla valenza sociale dell'iniziativa e soprattutto dalla possibilità
di gestire alcuni servizi interni agli istituti come punti ristoro e
palestre, e gli enti previdenziali (su tutti l'Inail). L'articolo 8
comma 4 del decreto 78/2010 già consente agli istituti di investire in
immobili da dare in locazione ad altre Pa ma la norma potrebbe essere
ora implementata includendo tra le attività consentite la costruzione
di nuove scuole. (Eu. B.) (da
http://www.ilsole24ore.com)
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