Il Miur ha
emanato nei giorni scorsi l'Atto di indirizzo per il triennio 2012/14,
il documento con le priorità politiche per raggiungere gli obiettivi di
distribuzione delle risorse e della programmazione delle attività
future dal 2012. Sono otto in tutto le urgenze segnalate dal ministero:
dalla attuazione della riforma del primo e del secondo ciclo alla
valutazione del sistema scolastico, sia in riferimento agli
apprendimenti degli alunni e sia alla valutazione delle scuole, dei
docenti e dei presidi; dal contenimento della spesa alla educazione
alla cittadinanza e alla legalità con la lotta alla dispersione
scolastica; dalla valorizzazione del piano per la digitalizzazione
delle scuole alla ottimizzazione dell'offerta formativa degli istituti
di alta formazione artistica, musicale e coreutica e alla
valorizzazione dei poli di eccellenza. Un atto di indirizzo che agli
effetti pratici conferma quanto finora il governo ha attuato sulla
istruzione e che è visto con grande sospetto in primo luogo dai
sindacati che ancora non riescono a decifrare in termini precisi il
riferimento alla valutazione del personale e delle scuole, questioni
già inserite nella generica lettera inviata alla Commissione europea,
mentre sulla dispersione pochissimo è stato realizzato. Anzi,
l'accentuazione della Gelmini sulle bocciature, che secondo lei
favorirebbero il merito, ha invece depresso questa prospettiva, voluta
dagli Stati Ue a Lisbona nel 2000: ci si era impegnati a ridurla al 10%
entro il 2012 ma attualmente in Italia viaggia intorno al 16% (con
punte del 19% al Sud).
E se l'atto di indirizzo impensierisce, la norma contenuta nel
maxiemendamento alla legge di stabilità lascia perplessi in quanto
stabilisce la possibilità del ricorso alla cassa integrazione e poi il
licenziamento dei dipendenti pubblici in esubero. Se dunque un prof non
trova la cattedra anche in ambito regionale, andrà in cassa
integrazione con l'80% dello stipendio che perderà del tutto se entro
due anni non si libererà un posto per lui. Dopo la falcidia di 140.000
posti di lavoro tra docenti ed Ata, nel comparto della conoscenza si
pesca con reti a strascico per risanare il bilancio, ignorando che la
globalizzazione ha bisogno di cultura e di ricerca per sconfiggere la
concorrenza e che i modelli di sviluppo verdeggiano sui campi
dell'innovazione che solo una istruzione efficiente ed efficace può
rinverdire.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 13 novembre 2011