Gli esperti tv
dicono che quando è intervistato farebbe l'occhiolino alle telecamere
per essere inquadrato dal lato migliore, per quanto invece riguarda le
proposte del gruppo dei “Rottamatori” del Pd, di cui il sindaco di
Firenze, Matteo Renzi, fa
parte, sulla scuola dobbiamo constatare che di nuovo fiammante, nel
programma presentato alla cosiddetta Leopolda, non c'è assolutamente
nulla, anzi si è preso il pilucco lasciato sotto la poltrona della ex
ministra Moratti e si è rimesso sul canterano mastro, spacciandolo per
altro ma sempre pilucco rimane.
Con ogni probabilità i cinque punti che attengono la scuola (gli altri
cinque a occhio e croce riguardano l'Università) ci pare siano stati
buttati lì tanto per fare confusione e dire magari al prossimo
appuntamento televisivo che Renzi ha le idee chiare perfino sulla
istruzione.
Analizziamo i punti leopoldani uno per uno, partendo dal primo che
coincide, secondo il menu dei rottamatori, col n°82: “Abolizione
del “valore legale” del titolo di studio. Introdurre nei concorsi della
Pubblica Amministrazione criteri di valutazione dei titoli di studio
legati all’effettiva qualità del percorso formativo dei candidati.
Che significa abolire il valore legale? In poche parole che il geometra
può fare il commercialista e il tecnico per il turismo l'odontotecnico
perchè il diploma si ridurrebbe a una sorta di titolo che attesta la
frequenza di una scuola ma non ha il valore di legalizzare la
professione. Per ottenere il riconoscimento a firmare un progetto, nel
caso del geometra, occorre che qualcuno o un ente riconosciuto dia lo
sta bene. Per la laurea universitaria significa che un dottore in legge
se frequenta un corso post laurea per dentista potrò esercitare la
nobile arte che fu del cerusico. Non si capisce dunque il motivo di una
simile proposta quando le università e le scuole svolgono con
competenza questo ruolo, argomentazione che fu esposta ai tempi alla
Moratti che, dopo un esiguo dibattito, tolse le tende da quegli
acquitrini. Fa certamente parte dell'ordinamento americano e forse per
questo il nostro Renzi e compagni (o ex compagni) l'anno riesumata
nella convinzione che oltre oceano ci sia il meglio del meglio,
televisioni comprese, ma dimenticando, o ignorando, che la nostra
scuola, se non si continua a infierire contro di essa, ha le carte in
regola per consegnare titoli con valore legale.
Il punto 83: “Restituire prestigio e reddito agli insegnanti capaci.
Ossia rivedere radicalmente le modalità di reclutamento e di
retribuzione degli insegnanti, sulla base di criteri legati alla
competenza e al merito”, sa di stantio e di trappolesca furbata per
irretire i bontemponi tanto che il nostro presidente Berlusconi usò
parole simili quando fece fuori la coalizione di sinistra guidata da
Rutelli. Ai giorni nostri non ci pare che Gelmini dica cose assai
diverse, anzi sembra proprio una proposta sottratta di sottecchi dai
forzieri propagandistici della attuale destra al Governo. Ma è poi così
fumosa che può significare tutto e il suo contrario: competenza e
merito? E chi non li vuole se lo stesso Brunetta saliva tutto quando si
intrattiene su questi argomenti? Prestigio e reddito? Pari pari nozioni
simili furono innalzati ai tempi dei tempi e vengono anche oggi
enunciati perfino da Scilipoti con tutti i “responsabili”.
Sul punto 84:“Eliminare la formazione che serve solo ai formatori.
Esiste un’offerta molto ampia di corsi di formazione professionale che
vivono solo per mantenere in vita le organizzazioni che organizzano i
corsi senza nessun beneficio pubblico. Spostare le risorse da questo
ambito in altri dove possono produrre benefici reali e aiutino il paese
a riconquistare posizioni nell’economia della conoscenza”, si avverte
il guizzo di una lama contro la formazione professionale e non a caso è
il paragrafo più lungo e articolato, proprio perchè buona parte di essa
confligge con le regioni e i comuni per richieste di fondi e nuove
figure professionali che magari sono implementate per favorire bacini
di voti. Ma anche qui nulla di nuovo fiammante ma solo recupero di
vecchi e arrugginiti pezzi per riparare alla meglio un carrozzone.
Punto 85: Ebook per tutti. Moltissimi libri sono liberi dai diritti
d’autore, in pratica lo sono tutti i classici della letteratura
italiana. L’invenzione degli ebook ha eliminato i costi di stampa e di
distribuzione di un libro e, nel caso specifico, non essendoci diritti
d’autore, neppure questa voce di spesa è presente. I costi sono
soltanto legati alla accessibilità su web dei titoli e l’organizzazione
del loro downloading. Il Ministero della Pubblica Istruzione, con spesa
molto contenuta, potrebbe offrire la disponibilità degli e-readers a
titolo gratuito a tutti gli studenti e promuovere una diffusione
simile, a basso costo, anche dei libri di testo.
Ma va là! Segnaliamo al nostro sindaco fiorentino che anche i ragazzi
delle elementari sanno che gli E-Book sono dietro allo schermo per
essere presi e letti, mentre Gelmini ne ha fatto strumento di sana e
oculata economia domestica. Avrebbe dovuto invece soffermarsi sulle
risposte da dare alle case editrici la cui fonte primaria di guadagno,
coi tanti rappresentanti che girano le scuole, è rappresentata dalla
vendita dei testi scolastici.
Per il punto 86 ci pare di risentire il presidente Berlusconi durante
la campagna elettorale del 2001 con la scoperta delle tre “I”, poi
miseramente dimenticate non solo da lui ma anche dai suoi elettori:
“Inglese sin da piccoli. Portare l’insegnamento dell’inglese ad almeno
5 ore settimanali in tutte le classi a partire dalla scuole elementari.
È interesse del Paese che la padronanza dell’inglese sia diffusa, visto
che la gran parte della letteratura scientifica, del commercio
internazionale, dei prodotti multimediali parlano con quella lingua.”
Potrebbe dirci il compagno Renzi come paga i rispettivi docenti? E
ancora: perchè la tiritera sull'inglese e non un accenno al maestro
unico alla istruzione primaria?
Cosa dunque ci sia di nuovo nelle proposte dei leopoldani non si
afferra, anzi c'è solo tanto ferro vecchio e così arrugginito da
sembrare preso a caso e messo alla rinfusa fra i rottami, senza neanche
curarsi di passare una mano di vernice. Per questo forse l'amico Renzi
è così apprezzato dalla destra alla quale certamente non sfugge una
singolare (o plurale?) coincidenza di programma, per quanto attiene la
scuola, e per questo forse lo portano di esempio come interlocutore
possibile, in modo che si possa ancora dire, da parte della
opinione pubblica, che alla fine e stringi stringi sono tutti
uguali.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org