Lo aveva promesso
il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: i docenti avranno la
loro pagella e a compilarla non saranno solo i dirigenti, ma anche gli
studenti. Detto fatto: il Senato accademico dell’Università di Padova
ha approvato una delibera che prevede la pubblicazione delle
valutazioni attribuite a ciascun insegnante dagli iscritti al relativo
corso di laurea. I ragazzi saranno chiamati a esprimere un
giudizio sulla qualità delle lezioni, sulla puntualità del professore,
sulla sua disponibilità nelle ore di ricevimento e a concedere la tesi,
sull’aggiornamento della didattica e così via. Non una novità per l’Ateneo, che
già offre tale opportunità con apposita scheda da compilare entrando
nel sito, ma la svolta è che in futuro i «voti» saranno fondamentali
per il destino dei docenti. «Si propone l’adozione di meccanismi
premiali e sanzionatori—recita infatti la delibera — e che in presenza
di ripetute valutazioni negative al docente non vengano rinnovati gli
incarichi di affidamento e possa non essere corrisposta la
retribuzione, anche se spettante. Nel caso di docente interno si
prevede che possa essere proposto per un diverso impegno didattico e
non sia comunque rilasciato il nullaosta per incarichi esterni di
didattica o ricerca. Parimenti, la presenza di persistenti valutazioni
positive costituirà titolo preferenziale nelle graduatorie per
l’assegnazione di incarichi retribuiti all’interno e all’esterno della
Facoltà.
Infine le valutazioni positive della didattica saranno un
parametro da tenere presente nelle future attribuzioni dei budget per
la docenza». Esulta l’Unione degli universitari di Padova: «E’ una
conquista che avvicina il nostro Ateneo ai modelli internazionali, ma
soprattutto consente a tutti gli studenti di sentirsi parte di un
processo valutativo volto a garantire una didattica sempre migliore e
sempre più partecipata». Prudente invece il prorettore Guido Scutari:
«Prima di tutto bisogna vedere cosa disporranno i decreti attuativi,
che non ci sono ancora, e poi il tema va studiato bene, perché è molto
delicato, anche da un punto di vista legale. Come fai a negare lo
stipendio a un docente? Nutro qualche riserva sul progetto, anche
perchè non è facile avere la garanzia dell’obiettività dei giudizi».
«La novità entrerà in vigore tra due anni — precisa Gianni Riccamboni,
preside di Scienze politiche—è un processo delicato, non tanto perchè
si potranno mettere in pubblico limiti e lacune, ma per il salto
psicologico e di adattamento che comporta. Oggi tutti riconoscono che
la valutazione s’ha da fare, ma quando si deve passare dalle parole ai
fatti vengono fuori mille remore. Se vogliamo che venga presa
seriamente dagli studenti non dev’essere sottoposta ad altre
sperimentazioni ma deve entrare a regime. Per iniziare, va stabilita la
soglia di partecipazione idonea a garantire risultati affidabili». «E’
uno dei tanti segni di maggior trasparenza del mondo universitario —
aggiunge Michele Cortelazzo, preside di Lettere — ma bisogna studiarne
con molta attenzione le modalità di applicazione. Nella nostra Facoltà
se ne occuperà la Commissione paritetica, composta da professori e
studenti». (da Corriere della sera)
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