C'era una
volta l'articolo 3 della Costituzione italiana. Adesso non c'è più.
Almeno a scuola. Dopo l'introduzione negli anni settanta dei bambini
disabili all'interno della scuola pubblica - un fatto non solo di
civiltà, ma che ha riscontri anche di risparmio economico e, per
questo, fino a qualche anno fa era studiato in tutto il mondo - ora il
Pdl propone di affidare ai privati il sostegno degli studenti disabili.
Cosa c'è di meno economico di uno studente disabile? Nulla.
Così il governo in carica, che vede nella scuola solo un'azienda
in cui non si produce nessun reddito ma ha solo capitoli di spesa,
cerca di sbarazzarsene. È da qualche tempo che ci provava. Prima
evocando le vecchie classi differenziate per i disabili: la
segregazione razzista. Poi accettandoli ma negando loro tutto il monte
orario con il docente di sostegno che gli spetta per legge. Poi
chiedendo alle famiglie dei disabili di tenere a casa per qualche ora a
settimana il figlio. Ora, apertamente, dicendo a queste famiglie: sei
stata sfortunata ad avere un figlio disabile, per questo, invece di
essere aiutata di più, dovrai pagare di più. Per tutta la vita. Anche a
scuola. Esattamente l'opposto di quanto diceva don Milani e ripete la
nostra Carta costituzionale all'articolo 3.
Il disegno di legge proposto dal Pdl autorizza infatti «i dirigenti
degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado a
definire progetti, con la collaborazione di privati, per alunni con
disabilità». Ripeto: già, di fatto, in questi anni è stato largamente
inadempiente verso questi alunni speciali - molte delle ore non coperte
da docenti specializzati statali sono pagati da educatori di
cooperative private pagate dai Comuni - adesso si arriva proprio
all'incitamento a sbarazzarsi di questi alunni. Cosa significa, di
fatto, passare da un diritto costituzionale - la scuola gratuita per
tutti - a una scuola di servizio? Cosa significa insomma affidare ai
privati il sostegno ai disabili? Insomma, chi pagherà poi i privati,
che certo non offriranno assistenza e servizi - e comunque al ribasso,
per risparmiare, - gratuitamente? Semplice: che dovranno pagare le
famiglie dei disabili. (da Il Manifesto di Giuseppe
Caliceti)
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