Nel pomeriggio
di ieri, come si legge in un comunicato di Palazzo Chigi, Gheddafi ha
avuto un colloquio telefonico con Berlusconi. Il premier avrebbe
smentito seccamente al leader libico la possibilità - ipotizzata dallo
stesso Colonnello nel suo discorso di oggi in tv - che l'Italia abbia
fornito armi o razzi ai manifestanti a Bengasi. Secondo quanto si
apprende nel corso della telefonata, durata una ventina di minuti e
avvenuta dopo le dichiarazioni di Gheddafi, Berlusconi ha parlato
quindi con il leader libico della situazione in Libia, ribadendo la
necessità di una soluzione pacifica all'insegna della moderazione per
scongiurare il rischio di degenerazione in una guerra civile. Gheddafi
lo avrebbe rassicurato dicendo che nel paese va tutto bene e che la
verità sugli eventi la dicono i media ufficiali libici. Secondo la
stima formulata nel corso del vertice convocato da Berlusconi a Palazzo
Chigi sarebbero 200-300 mila gli immigrati e i profughi che potrebbero
arrivare in Italia a seguito della crisi in Libia.
Frattini, rischio di guerra civile e di immigrazione verso la Ue di
dimensioni epocali
La situazione rimane estremamente preoccupante. Durante una conferenza
stampa al Cairo seguita all'incontro con il segretario generale della
Lega Araba Amr Mussa (durato circa 45 minuti) il ministro degli esteri
Franco Frattini, ha parlato di «rischio di guerra civile» e di
«un'immigrazione verso l'Unione Europea di dimensioni epocali». Mentre
da fonti diplomatiche si apprende che in queste ore tra Farnesina e
Palazzo Chigi si sta valutando l'ipotesi di una telefonata di Silvio
Berlusconi al colonnello Muhammar Gheddafi, per tentare di aprire un
dialogo con il regime libico e fermare la repressione di queste ore.
Nel pomeriggio vertici dell'Onu e
della Lega araba
Per discutere della crisi in Libia, sono in programma oggi pomeriggio i
vertici di Onu e Lega Araba. Il Consiglio di Sicurezza si riunirà in
seduta di emergenza a porte chiuse alle 15 ora italiana : lo ha reso
noto il segretario generale, Ban Ki-moon, a margine di una breve visita
a Los Angeles. La riunione dell'organo decisionale dell'Onu è stata
sollecitata dall'ambasciatore libico aggiunto presso il Palazzo di
Vetro, Ibrahim Dabbashi, che al pari di molti altri diplomatici del
Paese nord-africano ha preso le distanze dal regime di Muammar
Gheddafi. Dabbashi ha anzi sollecitato Gheddafi a «lasciare il potere
il prima possibile» e ha chiesto alla comunità internazionale che si
attivi per impedire che il leader libico «si rifugi in un Paese terzo».
Ban Ki-moon poco prima aveva avuto con lo stesso Gheddafi una
conversazione di circa 40 minuti, nel corso della quale gli aveva
intimato di porre fine alla durissima repressione delle proteste di
piazza, da cui si era definito «oltraggiato» in prima persona. Anche la
Lega Araba si riunirà nel pomeriggio al Cairo per esaminare la crisi in
Libia.
Paesi Ue discutono su sanzioni, Italia
e Malta contro
I Paesi Ue stanno discutendo la
possibilità di sanzioni contro il regime libico per la violenta
repressione delle manifestazioni popolari, ma un accordo risulta
difficile a causa dell'opposizione dell'Italia e di Malta. Lo
hanno riferito all'agenzia Afp fonti diplomatiche. Il tema dovrebbe
essere trattato nella riunione prevista in giornata tra i 27
ambasciatori dei Paesi Ue a Bruxelles, dopo che ieri é stata discussa
dai ministri degli Esteri. Tra le opzioni, oltre alle misure abituali
in questi frangenti quali la sospensione dei visti di ingresso e il
congelamento dei beni, é esaminata anche la possibilità di sospendere
le trattative avviate nel 2008 per concludere un accordo di partnership
tra la Ue e Tripoli.
Nave da guerra di Tripoli al largo di Malta
Una nave da guerra libica, con 200
marinai a bordo, incrocia al largo della Valletta, sotto la
sorveglianza di unità militari maltesi. Lo rendono noto fonti militari
locali.
I libici hanno comunicato via radio di aver ammainato la bandiera
libica, ma non hanno chiesto asilo politico, secondo le fonti. Il
governo maltese sta tenendo una riunione d'emergenza.
L'Alto commissario delle Nazioni Unite
per i diritti umani: «crimini contro l'umanità»
Continuano ad arrivare, intanto, prese di posizione contro le violenze
dei militari. L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti
umani, Navi Pillay, ha sollecitato l'apertura di una «inchiesta
internazionale indipendente» sulle violenze in Libia e chiesto la
«sospensione immediata delle gravi violazioni dei diritti umani
commesse dalle autorità libiche». «La brutalità con cui le autorità
libiche e i loro mercenari sparano pallottole reali contro i
manifestanti pacifici è inammissibile», ha indicato Pillay in un
comunicato. Gli attacchi "sistematici" commessi dalle autorità della
Libia contro la popolazione civile, ha incalzato il commissario Onu,
«potrebbero essere assimilati a crimini contro l'umanità».
L'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato un appello
all'Europa e ai Paesi del nord Africa vicini alla Libia a non
respingere le persone in fuga dagli scontri.
«L'Italia - ha detto la portavoce Melissa Fleming - è tra i Paesi che
potrebbero ricevere un maggior flusso di persone in fuga dalla Libia»,
sia cittadini libici che rifugiati da altri Paesi.
Condanna dei massacri anche da parte di Iran e Hamas
L'Iran ha parlato di "massacro di
innocenti", chiedendo alla comunità internazionale di intervenire per
interromperli. Il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin
Mehmanparast, ha dichiarato che «le violenze estreme utilizzate contro
il popolo libico sono inaccettabili. Le notizie sui raid aerei compiuti
contro dimostranti e quartieri residenziali e il massacro d' innocenti
sono spiacevoli e sorprendenti, chiediamo alle organizzazioni
internazionali di agire per fermarli». Una netta condanna dei massacri
è arrivata anche dal movimento islamico Hamas, al potere nella striscia
di Gaza: «Condanniamo con forza la repressione organizzata dal regime
del colonnello Gheddafi contro il proprio popolo.
Sempre a proposito dei massacri, l'ambasciatore libico in India, Ali Al
Issawi, ha dato ieri le dimissioni per quelle che ha definito violenze
«massicce» e «inaccettabili» contro i civili e ha detto che mercenari
africani sostengono Gheddafi nella repressione e che le uccisioni di
civili da parte di questi mercenari hanno spinto truppe regolari a
passare con i rivoltosi. Durante la notte, intanto, alcuni ufficiali
libici hanno emesso un comunicato in cui invitano i soldati «ad unirsi
al popolo» per aiutare a deporre il leader. La tv satellitare panaraba
Al Jaziraha ha riferito che gli ufficiali hanno invitato l'esercito a
marciare sulla capitale Tripoli.
(Estratto da IlSole24Ore)
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