“Cari
ragazzi studenti e cari docenti, in questo momento di altissima
tensione nazionale, avverto il dovere civico e morale di parteggiare
per voi sostenendo la vostra ribellione. Non posso che sentirmi
orgoglioso dell'ingerenza che da molto tempo ormai state manifestando
contro le varie riforme negative annunciate e, per fortuna, mai
approvate. Sono con i docenti che rivendicano non solo uno stipendio
più consono alla professione che svolgono e mi trovo solidale con voi
quando divenite ostaggio del “Re precariato” dopo anni e anni
d'insegnamento. In questi giorni sto avendo occasione di sentire le
voci disgustate ma ancora combattenti, parlo di giovani prossimi al
dottorato o che hanno intrapreso l'arduo percorso verso la
Magistratura. Sono voci sicuramente svilite, ovviamente stremate, ma
non vinte, non arrese, ed è questo che mi fa pensare che nella demolita
Italia, qualcuno che ha il coraggio di alzarsi in piedi per chiedere i
propri diritti c'è, visto che si tenta sempre di negarli. Provo un
forte brivido lungo la schiena, per esempio, quando uno dei più cari
amici che ho, studente all'Università di Pisa in ingegneria robotica,
decide di salire sulla torre a manifestare nonostante sia agli
sgoccioli degli studi per il conseguimento della laurea.
Confido tantissimo nella piazza, soprattutto nella lotta di voi giovani
perché sento che qualcosa di passionale sta accadendo e solo voi
ragazzi potete annullare questa fase stagnante e fare una inversione di
marcia per appropriarvi del vostro futuro. State distanti da chi vi
accusa di essere dei fannulloni perché scegliete di fare emergere il
malcontento; loro sono complici di primordine di questa scandalosa
situazione. E soprattutto abbiate sempre in mente che chi dissemina
volgarità sta nei “salotti buoni” della politica e che questi
“signorotti” hanno fatto diventare il Parlamento italiano solo “un’aula
sorda e grigia” degna delle peggiori orge.
Confidate in voi che chiedete delle sicurezze per il vostro domani. Ma
un ''NO'' forte e deciso a coloro che fomentano violenza; fate onore ai
padri della Costituzione che hanno ripudiato la guerra. Ridate civiltà
al nostro Paese”.
Queste parole, “come pietre”, sono di Arcangelo Signorello, un giovane
poeta e scrittore siciliano che vive a Mascalucia, in provincia di
Catania. Il documento dal titolo, “Il
Cavaliere scende…la scuola s’arrampica”, è un grido di dolore e
di amore per i giovani del nostro tempo, per il futuro della scuola
pubblica, per la Sicilia e per l’Italia.
Angelo Signorello, affetto dalla nascita da una forma di tetraplegia
atetosica con assenza di linguaggio e gravi difficoltà motorie che
interessano tutto il corpo, per avere un primo approccio con il mondo
eterno e con la comunicazione, ha seguito, sin da bambino, dei percorsi
alternativi al linguaggio scritto e parlato, prima a casa, con il
metodo “Doman” e poi al Consorzio Siciliano di Riabilitazione di
Catania (C.S.R.) con il metodo dei simboli “Bliss” ed altre modalità di
comunicazione aumentativa alternativa (C. A. A.), all'avanguardia in
campo riabilitativo, fino al definitivo utilizzo del sistema
alfabetico, traguardo che ha raggiunto a 12 anni circa. Angelo usa
adesso un normale computer con un accesso alternativo per scrivere e
ascoltare e una tabella alfabetica in plexiglass trasparente per
comunicare. Egli ha conseguito nell’anno scolastico 1984/85 la licenza
di scuola elementare, seguendo un corso differenziato, e nell'anno
1992/93 anche la licenzia di scuola media statale. Non ha potuto
proseguire gli studi superiori a causa delle carenze strutturali della
scuola pubblica. Adesso frequenta il C.S.R. di Catania per la
riabilitazione ed è assistito a casa da tanti giovani amici che lo
aiutano a studiare ed adattare i nuovi strumenti per la comunicazione
alternativa in video struttura a scansione offerti dalla tecnologia più
avanzata, allo scopo di ampliare sempre più la sua sfera di autonomia.
Infatti, partecipa attivamente a tante iniziative culturali e di
solidarietà facendo sentire con forza la sua voce e, soprattutto, il
suo pensiero, testimoniando una straordinaria forza di volontà e un
grande impegno civile tesi a scuotere le coscienze sopite dei
cosiddetti “normodotati”. Angelo Signorello è un immenso serbatoio di
idee e di sensibilità al servizio di tutti, un uomo coraggioso e
libero.
“Ho fiducia nella ricerca e spero che mi possa ancora venire incontro
regalandomi altri brandelli di libertà e spero anche in un cambiamento
culturale della società anche se una grossa parte di responsabilità
ricade su noi persone direttamente interessate. – dichiarava
Signorello, qualche anno fa, alla 2° conferenza sulla C. A. A.,
tenutasi al Centro Congressi “Torre Rossa” a Roma – La comunicazione,
oltre ad essere un fondamentale diritto dell’uomo, è anche
partecipazione fra due persone; allora perché non valorizzare questo
splendido dono rispettando le diversità di ognuno di noi?”.
Angelo Signorello ha pubblicato i seguenti libri:
“Come un bambù” (poesie, favole,
riflessioni), editore A.R.C.A. di Mascalucia (Catania), prima edizione
1988, seconda edizione 2001, ottenendo un grande successo di critica e
di pubblico ed una “menzione speciale” al Premio Letterario Nazionale
“Nino Martoglio” di Belpasso (CT) XII edizione 1998;
“Ad un passo dal cuore” (Il Testimone
editore), una raccolta di poesie curata dal Comune di Ficarazzi (PA),
in edizione fuori commercio, presentata in occasione del Premio
Letterario “Giulio Palumbo” 3° Edizione 2003/04;
“Scavando Emozioni”, una raccolta di
poesie, prima edizione 2006.
Ha ricevuto, inoltre, molti riconoscimenti e premi speciali da vari
enti pubblici e privati, tra i quali “l’Ecole secondaire des sources –
Lake Dollard des Ormeaux” del Quebec (Canada). All’Italia non servono
solo le manifestazioni del Palasharp di Milano con la partecipazione di
Umberto Eco e di Roberto Saviano o l’iniziativa delle donne “Se non ora
quando?” con la presenza di oltre un milione di donne e uomini per
ridare dignità e onore ad un paese ormai sfiduciato e infangato da
tanta miseria morale. Serve, soprattutto, uno scatto d’orgoglio e di
coraggio di tutti, dei giovani, anziani, intellettuali, professionisti,
operai, lavoratori, pensionati. Per la scuola, per la qualità
dell’insegnamento e dell’istruzione; per il lavoro, per la dignità e il
futuro di tanti docenti precari. Servono le parole calde e vibranti di
Angelo Signorello, che dal nostro amato “profondo sud” riscalda gli
animi e suona le campane alla nostra cara Patria, svilita ma non
piegata, ferita ma non vinta, desiderosa di riscatto e di rivincita.
Nonostante i silenzi compiacenti di tanti intellettuali e benpensanti.
Grazie Angelo.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it