Secondo voi,
facendo uso del più banale senso comune, se una scuola viene occupata
da qualche decina di studenti, vi si possono svolgere lezioni regolari,
compiti in classe, esercitazioni, interrogazioni proprio come
accadrebbe se quei ragazzi fossero regolarmente ai loro posti e non
nelle protestatarie e stracciate vesti di occupanti?
Evidentemente non è possibile, altrimenti che differenza ci sarebbe tra
una scuola occupata e un'altra dove invece si svolge una normale
attività didattica? Quali sarebbero gli effetti, le espressioni
dell'occupazione e in cosa consisterebbe l'attività di protesta degli
occupanti se tutto andasse come al solito? Quali sarebbero gli effetti,
le espressioni dell'occupazione e in cosa consisterebbe l'attività di
protesta degli occupanti se tutto andasse come al solito? E invece no,
vi sbagliate, siete in errore: secondo il pm di Milano Ferdinando
Pomarici e la sua collega Grazia Pradella la quarantina di studenti che
il 18 novembre scorso hanno occupato il liceo artistico «Caravaggio»
nell'ambito delle chiassose proteste contro la riforma Gelmini, in
nessun modo hanno «interferito con l'attività delle lezioni». Tutto
normale, insomma. Il preside li aveva denunciati per «occupazione di
edificio pubblico» e i ragazzi erano stati perciò iscritti nel
registro degli indagati, ma i due pm non si sono trovati
d’accordo col povero e ingenuo dirigente scolastico e hanno chiesto
l’archiviazione. Sancendo con ciò (ma non spiegando) che l’occupazione
di una scuola in nulla cambia l’attività didattica dell’istituto. Vi
sembra che dal punto di vista della logica il ragionamento presenti
qualche vistosa falla? Anche a me, ma io, lo ammetto, ultimamente ho
spesso la sensazione che certi comportamenti di qualche magistrato
divergano dalla logica o quanto meno dal senso comune. In questo caso,
inoltre, secondo Pomarici e Pradella non ci sarebbe reato in quanto
«difetta il requisito di arbitrarietà dell’occupazione»: cioè
l’occupazione, e quindi la protesta, non era arbitraria, immotivata,
campata in aria. Ma questa a me, francamente, sembra una valutazione
politica bella e buona: il magistrato, infatti, decide quando una
protesta è motivata e quando no. In questo caso, essendo rivolta a
contrastare la riforma Gelmini, secondo i due Pm era certamente
motivata.
Ora a decidere se archiviare o no sarà il gip ma quello che a me sembra
il danno più grave, questa richiesta dei pm lo ha già procurato: ha
messo in discussione l’autorità del preside e quindi della istituzione
scolastica. Ha sancito che se la protesta è motivata (ma a parere di
chi?) la scuola può essere tranquillamente occupata, checchè ne pensi
il capo (e responsabile) dell’istituto, il quale propabilmente verrebbe
tirato in ballo - come in qualche caso è avvenuto - nell’eventualità di
danneggiamenti alle strutture o incidenti durante l’occupazione,
essendo egli per legge il responsabile della sicurezza. Ora, quando
sentirete denunciare a sinistra la perdita di autorevolezza e prestigio
degli insegnanti e della istituzione scolastica in generale, pensate a
casi come questo del liceo artistico milanese, dove, presumibilmente, i
quaranta occupanti senza «interferire con l’attività delle lezioni» ora
potranno tranquillamente sbertucciare il loro preside che ha avuto la
dabbenaggine di denunciare quello che a lui sembrava un atto illegale,
l’occupazione della sua scuola, e che invece per Pomarici e Pradella è
assolutamente lecita. Forse persino meritevole. (da
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