A proposito
dell'autovalutazione, con una collega molto, diciamo così, esuberante,
dovevamo riempire una scheda in cui andavano indicate le nostre
competenze. In quell'occasione lei mi spiegò che andava segnata
assolutamente e senza dubbi la casella vicino ad "ottimo", di qualsiasi
competenza si trattasse.
Solo che quella scheda andava in mano a persone che non ci conoscevano,
mentre l'eventuale scheda di autovalutazione di cui si parla ora va in
mano a colleghi (come scelti? E, se scelti, accetteranno di essere
"fuori del gioco"?). I quali colleghi, in teoria, dovrebbero sapere se
quelle competenze ci sono o no, considerato che dovrebbero averle viste
applicate. E ti risparmio tutto il seguito del ragionamento che puoi
benissimo immaginare, compreso quello che ne sarebbe del clima delle
scuole che già, ai tempi miei, era deterioratissimo.
Io credo che questo sistema potrebbe essere applicato solo se
esistessero dei seri studi e delle serie valutazioni su come abbiano
operato e quali siano state le varie derive di:
- commissioni di valutazione vecchia maniera, quelle che valutavano i
colleghi che passavano di ruolo (esistono ancora? Si deve presentare
ancora quella specie di relazione? E' da quel tipo di documento che è
scaturita questa autovalutazione ultima o da esperienze aziendali?)
- elezioni delle funzioni obiettivo o strumentali (esistono ancora? Si
presenta il curriculum?)
Mi sembrava che ci fosse anche un terzo "precedente", ma ora me lo sono
dimenticato.
Miss marple diceva che si deve sempre tener conto del fattore umano: è
stupido richiederlo in questi ambiti? (…)
E ora la parte propositiva:
per fare in modo che gli insegnanti "meritevoli" guadagnino anche di
più (cosa che, secondo me, è giustissima) basterebbe riprendere in mano
un serio discorso sull'autonomia, sul fondo di istituto, sull'aspetto
progettuale seriamente valutato e deliberato (via i progetti che
arrivano dall'alto, tranne che non siano anche questi seriamente
valutati all'origine), talmente seriamente valutato, deliberato ed
attuato che ne sarebbero coinvolti anche gli insegnanti che hanno
sempre ritenuto loro dovere precipuo fare bene il loro mestiere dalla
cattedra, sulla loro classe e basta. Se questo fosse fatto seriamente e
non fosse stato avvelenato (avvelenabile) da quel - maledetto - fattore
umano di cui sopra, non ci sarebbe nessun problema, chi vuole
"partecipare" lo farebbe non da solo, migliorerebbe la scuola (le
famose "buone pratiche", te le ricordi?) migliorerebbero il rendimento,
la crescita dei ragazzi, soprattutto e poi tutto quello che sai,
compresa anche la formazione degli insegnanti stessi.
Ora spedisco senza rileggere queste chiacchiere, confuse ed incomplete,
sicuramente conservatrici e retrograde. Anna
PS: Dimenticavo la valutazione da parte degli alunni (alle
superiori solamente?) e dei genitori. Sulla prima non parlo, ma ricordo
ancora le battaglie quando l'abbiamo sperimentata. Della
seconda saprai bene che esiste già e lo si vede al momento
della scelta della scuola, almeno nella maggioranza dei casi. E' una
pratica comune, di fatto legata a quello che ciascuno di noi,
da genitore (e, vedrai, anche da nonni: io ci sto già pensando) si
aspetta dalla scuola, anche cose deteriori, tipo la scuola più facile e
sbracata, che non faccia soffrire troppo i pargoli. Come districarsi,
anche qui, nella miriade dei fattori umani? Onde per cui, si torna al
discorso di prima: la scuola (in blocco) va finanziata e poi valutata
in base a come spende questi soldi che potrebbero anche esserle tolti.(Da
ScuolaOggi di Anna Pizzuti)
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