Secondo fonti
sindacali e associative si preannuncia molto alta l'adesione del
personale precario della scuola, docenti e Ata, a ricorrere contro il
ministero dell'Istruzione per far valere una serie di diritti tra cui
l'assunzione a titolo definitivo: ad una settimana dalla scadenza,
fissata dalla legge 183/2010, il cosiddetto collegato al lavoro,
rivolto a tutti i dipendenti precari, solo il Codacons ha raccolto -
tramite una class action che prevede l'invio delle adesioni via
internet - quasi 15mila impugnative. A queste ne vanno aggiunte diverse
altre migliaia, presentate sempre negli ultimi giorni dai supplenti
attraverso le organizzazioni sindacali, altre associazioni,
individualmente o facendosi assistere da avvocati esperti di normativa
scolastica.
Negli ultimi giorni tra il personale della scuola è venuta a creare,
evidentemente, la consapevolezza che dopo i 60 giorni dall'entrata in
vigore della legge183, il prossimo 23 gennaio, non potranno rivendicare
più alcun diritto sulle vecchie supplenze se non avranno inviato al
proprio datore di lavoro, il Miur, i ricorsi tramite raccomandata. E lo
stesso dovranno fare, un'altra impugnazione, entro 60 giorni dalla
scadenza delle supplenze in corso. Potenzialmente la vicenda riguarda
quasi 240mila docenti della scuola e almeno 50mila amministrativi,
tecnici ed ausiliari iscritti nelle rispettive graduatorie provinciali
cosiddette ad esaurimento. Il ricorso lascerebbe inalterata la
possibilità di rivendicare l'assunzione a tempo indeterminato, contro
la reiterazione dei contratti a termine, ma anche altre istanze: come
la contemplazione degli scatti automatici d'anzianità, riservati al
personale docente, la rivendicazione della ricostruzione di carriera
non più parziale (oggi valgono per intero solo i primi quattro anni),
l'illegittimità del termine dei contratti al 30 giugno anziché al 31
agosto. (TMNews)
redazione@aetnanet.org