Il governo
si appresta a tagliare altri 35 mila posti nella scuola e la Uil insorge:
non sottoscrive il cosiddetto contratto sulla mobilità, quello che dà
il via alle operazioni relative ai trasferimenti per il prossimo anno
scolastico, perché "non tutela chi perde il posto mentre ci sono forti
tagli agli organici". "In 126 pagine, 52 articoli, 298 commi, 4
allegati del contratto sulla mobilità - dichiara polemico Massimo Di
Menna - non si è trovato il modo introdurre quattro righe per tutelare
in concreto le persone che si troveranno in soprannumero". Risultato:
le migliaia di insegnanti di ruolo che tra pochi mesi perderanno la
cattedra per effetto della mannaia gelminiana verranno sbattuti anche a
decine di chilometri di distanza da casa. Dove cioè si libererà un
posto. Allungheranno invece le lunghe liste dei disoccupati i precari
della scuola che si trovano in fondo alle graduatorie provinciali.
Coloro i quali dopo anni di supplenze riceveranno il benservito dallo
Stato. La Uil scuola ha chiesto per i primi un "paracadute":
"mantenimento della titolarità" e "precedenza" per il rientro in sede
"a chi si sposta, non per scelta, ma perché non ha più il suo posto di
lavoro". Ma non è stata ascoltata.
La terza tranche di tagli, varata nell'estate 2008 dal governo
Berlusconi, prevede per il 2011/2012 quasi 20 mila (19 mila e 700 per
l'esattezza) cattedre in meno e una sforbiciata di 14 mila
posti tra bidelli, personale di segreteria e assistenti di laboratorio.
La questione dei soprannumerari non è nuova: si è posta già quest'anno
e l'anno scorso. Di botto, per effetto del maestro unico di riferimento
alla primaria e per la riforma della scuola media e superiore, oltre 10
mila insegnanti di ruolo sono stati proiettati indietro di 20 anni: si
sono ritrovati obtorto collo a fare i pendolari in cerca di una nuova
cattedra, perché quella nella quale si erano seduti fino ad allora era
stata "tagliata" dalla Gelmini.
Il grosso dei "precari di ruolo" si è verificato al superiore. Questi
effetti "secondari" della riforma producono anche un rimescolamento
delle cattedre all'interno di una scuola, con la continuità didattica
che va a farsi benedire. "Una situazione di emergenza - continua il
segretario generale della Uil Scuola - non poteva e non doveva essere
trattata con metodi tradizionali ma con procedure di garanzia più
innovative rispetto al passato. Abbiamo trattato pensando sempre a
quegli insegnanti che a seguito alla contrazione di organico, riduzione
di cattedre e orario, saranno in esubero nella loro scuola e alla
esigenza di favorire la continuità didattica". Ma anche il prossimo
anno, sembra di capire, migliaia di docenti saranno costretti a
rimettersi in macchina e a percorrere decine di chilometri per
raggiungere il posto di lavoro, altrettanti supplenti rimarranno a casa
senza stipendio e migliaia di classi cambieranno prof. (di Salvo
Intravaia da Repubblica)
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