Appare evidente
che non v’è alcuna volontà di tutelare la partecipazione, ma del resto
neanche di rivendicarla. Di chi è la responsabilità?
Anche quest’anno già ad agosto la Circolare Ministeriale 5 agosto 2010,
n. 73 “Come di consueto”, ha indetto le Elezioni degli organi collegiali a livello
di istituzione scolastica. Entro il 31 ottobre 2010 si concluderanno le
operazioni di voto per il rinnovo delle rappresentanze di classe,
interclasse e intersezione e della rappresentanza studentesca nel
consiglio d’istituto delle scuole secondarie di II grado non giunto a
scadenza. Invece le elezioni per il rinnovo dei consigli di
circolo/istituto scaduti, nonché le eventuali suppletive, si
svolgeranno alla data fissata dal Direttore generale di ciascun Ufficio
scolastico regionale, in un giorno festivo dalle ore 8 alle 12 e in
quello successivo dalle 8.00 alle 13.30, non oltre il termine di
domenica 14 e di lunedì 15 novembre 2010.
Passa quasi inosservata la successiva precisazione che negli istituti
omnicomprensivi dalla scuola dell’infanzia, fino alla secondaria di II
grado, “continuerà ad operare il commissario straordinario, non essendo
ancora intervenuta una soluzione normativa circa la composizione del
consiglio d’istituto delle scuole in questione”. Lacuna invece colmata
dall’OM 267/95 per gli istituti comprensivi e dall’OM 277/98
relativamente all’aggregazione di istituti superiori. Ulteriore
rappresentativa manifestazione del disinteresse verso la collegialità,
dopo l’eterna prorogatio degli organi collegiali territoriali in merito
al rinnovo dei quali da ormai dieci anni non ci si rammenta più di
fornire alcuna indicazione.
Appare evidente che non v’è alcuna volontà di tutelare la
partecipazione, ma del resto neanche di rivendicarla. Di chi è la
responsabilità?
1) Dei genitori, i quali, nell’attesa di una promessa riforma che
aspetta di venire alla luce dopo aver ormai superato abbondantemente il
tempo ordinario di gestazione, avendo sperimentato la difficoltà della
collegialità in una scuola autoreferenziale che non ha favorito né la
partecipazione né l’informazione circa il corretto uso di tali
strumenti, hanno rinunciato, poi persino dimenticato e infine
considerato più soddisfacente lasciare prevalere l’individualismo e
agire come sindacalisti del proprio figlio.
2) Dei docenti, che non hanno mai permesso di valorizzare la
rappresentanza tenendo conto delle proposte, così come auspicava il
regolamento dell’autonomia.
3) Dei dirigenti, che nella confusione e incertezza di poteri e
prerogative hanno continuato a tenere ben saldo il potere che pur
doveva essere esercitato “nel rispetto delle competenze degli organi
collegiali” (art. 16 DPR 275/99). Certo compete proprio ai dirigenti
indire le elezioni per gli organi di durata annuale, sovrintendere a
tutte le procedure relative al rinnovo dei consigli di circolo/istituto
e convocare l'assemblea dei genitori e degli studenti per “illustrare
le problematiche connesse con la partecipazione alla gestione
democratica della scuola ed informare sulle modalità di espressione del
voto” (OM 215/91)... compito che si adempie prevalentemente consegnando
allo studente un semplice foglio informativo, con la speranza di
trasmissione ai genitori, che sintetizza tempi e modalità delle
operazioni di voto.
Così le assemblee che precedono la scelta dei rappresentanti dei
classe, interclasse, intersezione sono spesso dedicate invece ai primi
colloqui con le famiglie. E se da un lato non hanno favorito la
collegialità, dall’altro i genitori, che hanno considerato più efficace
l’autotutela, sono diventati per essi troppo invadenti e impiccioni per
cui meglio tenerli “via dalla scuola”.
Ciascuno ha concorso a suo modo. Ma oggi non serve individuare
responsabili, quanto trovare soluzioni. Così come le storie di
ordinaria protesta non fanno più notizia.
Intanto si attendono nuove forme di sperimentazione e in mancanza di
diverse istanze, piuttosto che auspicate rinnovate forme di
partecipazione, sarà più facile sperimentare una scuola senza.
Determinante potrà perciò essere un percorso di autodeterminazione
degli attori della comunità locale, che favorisca il loro più ampio
coinvolgimento per costruire insieme la scuola del futuro all’interno
di organismi che finalmente possano rivalutare la collegialità. Luoghi
istituzionali e riconosciuti di collegamento territoriale quali le
consulte provinciali modellate secondo la strutturazione di quelle
degli studenti.
http://www.educationduepuntozero.it/community/ma-chi-colpa-se-collegialita-non-funziona-3075276688.shtml
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