«La figura
dell’insegnante oggi ha perso appeal. Un tempo il docente era una
persona stimata dalla collettività. Ora, invece, passa per uno
stipendiato. Anche per questo i nostri laureati puntano sempre di meno
all’insegnamento come possibile sbocco professionale per il loro
futuro». Maurizio Paci è il preside della facoltà di Scienze
matematiche, fisiche e naturali dell’università di Tor Vergata,
indirizzo che dovrebbe essere il serbatoio di nuovi professori di
materie scientifiche. Ma sempre meno studenti, una volta laureati,
scelgono la scuola come destinazione ultima.
Cos’è che li spaventa, preside?
«Ormai l’insegnante gode di una considerazione scarsa. Studiare molti
anni per poi fare una fatica mostruosa per entrare nelle graduatorie,
per guadagnare stipendi non all’altezza e poi essere anche poco
considerati socialmente è un percorso non incoraggiante. Inoltre, una
volta saliti in cattedra, i docenti hanno una professione statica in
cui è difficile aggiornarsi se non a proprie spese. Il ministero
realizza alcuni progetti importanti come “Lauree scientifiche”, che
consentono forme di aggiornamento, ma per un numero contingentato di
professori».
Quali prospettive ci sono per il futuro, per evitare che ci sia una
mancanza sempre più problematica di professori di matematica?
«L’università sta guardando con interesse alla nuova formazione per i
professori lanciata dal ministero, che prevede un percorso approfondito
di conoscenze teoriche su più materie, ma anche e soprattutto la
possibilità di entrare da subito nella scuola attraverso i tirocini sul
campo. Un modo per capire fin dall’inizio se si è portati per questo
mestiere, per entrare nel vivo già durante la propria formazione». (da
Il Messaggero)
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