"Perché la ministra non chiede a Tremonti di detrarre dall'8 per mille
che versa alla Chiesa cattolica, il miliardo che spende tutti gli anni
la Pubblica istruzione per pagare gli stipendi agli insegnanti di
religione?", la proposta del socialista Marco Di Lello
La scuola italiana è un pozzo senza fondo e, in assenza di un progetto
culturale concreto, la giusta battaglia dei precari difficilmente
troverà una soluzione adeguata stretta com'è tra i bisogni e le
rivendicazioni personali dei docenti non di ruolo, le necessità
formative delle giovani generazioni e dell'intero sistema Paese e le
difficoltà economiche che strangolano l'Italia. Nessuno speculi sulla
pelle dei ragazzi, come dice giustamente l'Avvenire a proposito degli
insegnanti precari, ma la Gelmini ha anche qualche ragione concreta che
non può essere elusa parlando d'altro.
Così oggi, nel coro dei politici, spicca una semplice nota di
Marco Di Lello, coordinatore della segreteria nazionale del Psi. Poche
righe che recitano così: "Perché la ministra non chiede a Tremonti di
detrarre dall'8 per mille che versa alla Chiesa cattolica, il miliardo
che spende tutti gli anni la Pubblica istruzione per pagare gli
stipendi agli insegnanti di religione?" In fondo, ha concluso
l'esponente socialista, "li hanno assunti i vescovi, non la Gelmini, e
con quei soldi si potrebbe sanare, almeno in parte, la questione dei
precari che è, ricordiamolo, un nodo cruciale per mantenere a un
livello decente la qualità della scuola pubblica".
Bene, non è la soluzione a tutti i tagli imposti da Tremonti e
sottoscritti dalla Gelmini e non sarà neppure in grado di risolvere i
mali atavici della scuola pubblica. Ma intanto è una proposta semplice,
concreta e a costo economico zero. Vale la pena discuterne.
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